Rigopiano: slitta la sentenza, il dolore dei parenti
Rimandata al 3 novembre la sentenza sulla strage di Rigopiano
“Altri cinque giorni di attesa, ma ormai siamo abituati a questo stillicidio. L’importante è che serva per fare emergere tutta la verità e la giustizia che i nostri angeli meritano”. Sono le parole di Paola Ferretti, madre di Emanuele, receptionist dell'hotel Rigopiano, morto sotto la valanga del 18 gennaio 2017. La valanga, staccatasi sul versante pesarese del Gran Sasso, dal vallone sovrastante investe il resort di Rigopiano, provocando la morte di 29 persone.
Ancora oggi si cerca giustizia per i soccorsi mancati e l'indifferenza delle autorità a seguito delle segnalazioni dei famigliari. Nell'hotel di Farindola si salvano undici persone tra personale e ospiti. Due di loro, Fabio Salzetta e Giampiero Parete, lanciano l'allarme con i cellulari. Ma le operazioni di soccorso si attivano alle 20, quasi tre ore dopo la valanga, tre ore di allarmi inascoltati e sottovalutati. In una settimana vengono recuperati tutti i corpi seppelliti sotto neve e detriti.
Il 27 aprile dello stesso anno le indagini portano la Procura di Pescara a formulare ipotesi di reato: omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e omissioni colpose in materia di sicurezza sul lavoro, oltre un filone sulle autorizzazioni per la costruzione dell'hotel e quella sui 'depistaggi' messi in atto da funzionari della Prefettura.
Il processo a Pescara si apre con 110 richieste di costituzione di parte civile il 16 luglio 2019. “Non so che dire. Mi aspetto che tutto torni alla seconda fase del processo. Forse è meglio lo slittamento per fare uscire una giusta valutazione di tutto e per smorzare un po’ anche gli animi perché comunque abbiamo sentito per l’ennesima volta tutti gli avvocati degli imputati. A volte uscivamo fuori dall’aula perché era davvero troppo ascoltare tutte quelle cose non vere” dice Gianluca Tanda, fratello di Marco Tanda, anche lui morto sotto la valanga.
I giudici hanno deciso di rinviare la decisione alla prossima settimana. “Pensavamo che la sentenza arrivasse in tarda serata – aggiunge mamma Paola –, ma probabilmente il materiale depositato in questi due giorni deve essere esaminato e valutato, perciò attenderemo altri cinque giorni senza illusioni, ma speranzosi in un finale giusto e dignitoso".
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