L’incognita della partecipazione di pubblico più o meno numerosa alle manifestazioni è un rischio comune che chi le organizza si trova non di rado ad affrontare. Questo particolare aspetto, nel caso di "Tuttavia che Spettacolo!" e all'interno del gruppo di cui ci onoriamo di far parte e che per il quarto anno consecutivo si appresta a realizzarlo, è sempre stato sempre esaminato con attenzione e vissuto con passione. Ebbene, riteniamo valga la pena esprimere una riflessione su questo argomento.
Ogni anno ci interroghiamo su come poter intervenire la volta dopo, per ottenere più presenze, in particolare di persone con disabilità; lo facciamo analizzando le possibili lacune, gli sbagli che potremmo aver commesso, ma anche le attività concomitanti, gli inconvenienti e le defezioni imponderabili che ci sono state e che regolarmente si presentano. E ragioniamo, infine, su quale possa essere la ricetta giusta per un illusorio, forse, trionfo in termini di partecipazione di un evento di questa natura.
Abbiamo capito che “ingredienti” come l’ospite “big” che richiama le folle, un’incessante pubblicità a tappeto, oppure rendere tutto il più gratuito possibile, ecc., comunque non sono elementi sufficienti, perché ciò che manca è un qualcosa di più profondo, che ci tocca tutti e che dovrebbe divenire patrimonio della nostra cultura, del nostro modo di essere, e di essere parte, della società in cui viviamo. Abbiamo compreso quanto sia fondamentale, invece, che si creino veramente le condizioni per una comunità accessibile, accogliente, unita, rispettosa delle pari opportunità e orgogliosa di sé stessa nel suo complesso, nel senso che tutti, dovrebbero sentirsi parte equamente integrata e pienamente accettata della comunità.
Purtroppo, ci sono ancora molti ostacoli fisici e soprattutto culturali, che non permettono alle persone con disabilità e alle loro famiglie, di sentirsi tali.
Il "diverso" impressiona ancora e questo aspetto incide e pesa nella mente delle stesse persone disabili ed i loro genitori. Ci sono famiglie con al loro interno persone con disabilità, che non riescono in alcun modo a partecipare pienamente alla vita pubblica.
Le criticità sono ancora molto ben presenti nel mondo della scuola, del lavoro, del tempo libero, dello sport, ecc., e spesso escludono le persone con disabilità dal godimento dei loro diritti, rendendole pressoché invisibili nella nostra società, perché il concetto di uguaglianza di cui spesso sentiamo parlare, nella realtà quotidiana è lontano dall’essere pienamente affermato, e questo è il limite più grande e preoccupante che dobbiamo vincere e superare.
Ciò non significa dare a tutti la stessa cosa, ma garantire che ogni persona abbia ciò di cui ha bisogno in un contesto di giusto, rispettoso e reciproco equilibrio, in cui le differenze non sono un ostacolo ma una ricchezza. Nel nostro piccolo e con la nostra modesta capacità, cerchiamo di promuovere questo tipo di cultura, perché lo riteniamo importantissimo, ma l’introduzione di nuovi strumenti a garanzia e a sostegno è divenuta indispensabile: serve uno sforzo maggiore da parte di tutti, della collettività e delle Istituzioni in primis.
In conclusione, non sono i numeri a dettare sempre un successo, ci sono contesti in cui le aspirazioni e desideri non coincidono necessariamente con ambizioni di una qualsivoglia vittoria, ma dove è l’equità ed il rispetto che assumono un valore di gran lunga superiore.
Per cui, a prescindere dall’esito speriamo comunque positivo dell'Evento, mai come in questi giorni in cui ci stiamo godendo le incredibili gesta sportive degli atleti paralimpici, è proprio il caso di dire che talvolta un “pareggio” vale molto di più di una vittoria.
Vi aspettiamo a Tuttavia…che Spettacolo!
Comunicato stampa
Attiva-Mente