Nei giorni scorsi una delegazione del Comites San Marino rappresentata dal Presidente Alessandro Amadei, dal membro dell’esecutivo Marina Rossi e dal consigliere Valter Bartolini, ha incontrato Massimo Bonini, ex calciatore della Juventus, presso la propria sede in via Maestri Comacini a San Marino Città. L’incontro è stato l’occasione per rendere omaggio all’ex calciatore per i suoi successi sportivi e per il suo contributo al prestigio del calcio italiano. Massimo Bonini ha legato il suo nome principalmente alla Juventus, squadra in cui esordì nel campionato italiano di Serie A nella prima metà degli anni 80, dove militò per otto stagioni, disputando complessivamente in maglia bianconera 192 partite nel ruolo di mediano. Tra i pilastri di quella squadra allenata dal celeberrimo Giovanni Trapattoni, Bonini vinse tre titoli di campione d'Italia, una Coppa Italia e quasi tutte le competizioni internazionali, eccezion fatta per la Coppa UEFA, in cui raggiunse i quarti di finale nella stagione 1990-91 come capitano del Bologna. Delle sue gesta sportive rimarrà una traccia indelebile anche nella storia dello sport sammarinese, essendo uno dei pochi atleti del Titano ad aver vinto un titolo mondiale. Quando si parla di questo campione, inevitabilmente si ricordano di lui le sue doti umane, la sua personalità e professionalità e soprattutto la sua autenticità. Bonini, infatti, pur avendo avuto la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana che gli avrebbe consentito di militare nella nazionale di Bearzot, rinunciò a tale opportunità, scegliendo di vestire i colori biancazzurri della nazionale sammarinese, considerato il forte legame che lo legava al piccolo Stato e l’orgoglio che provava ogniqualvolta indossava la maglia del suo paese di origine. “Apprezziamo tanto questo atto di coerenza e di fedeltà”, ha dichiarato il Presidente Amadei, “che nasce delle stesse ragioni che ispirano il dibattito che da tempo il Comites San Marino sta promuovendo sul tema del riconoscimento della doppia cittadinanza per naturalizzazione. La cittadinanza di origine rappresenta l’identità, la tradizione, la storia di ogni individuo a cui non si può rinunciare. Quindi ritengo sia una forzatura l’obbligo di rinuncia alla cittadinanza originaria, come condizione per ottenere la cittadinanza sammarinese per naturalizzazione previsto dalla normativa vigente, la zquale, qualora venisse modificata, porterebbe sicuramente benefici anche allo sport sammarinese. Basti pensare al numero di atleti italiani che finora non hanno acquisito la cittadinanza sammarinese a causa di tale obbligo di rinuncia, precludendosi così la possibilità di militare nelle squadre nazionali delle rispettive discipline sportive”.
c.s. Comites San Marino