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Rimini rimane fra città più care d’Italia tra settembre e novembre le famiglie faranno i conti con una spesa di 2.970,35 euro

16 set 2024
Rimini rimane fra città più care d’Italia  tra settembre e novembre le famiglie faranno i conti con una spesa di 2.970,35 euro

L’inflazione a Rimini segna ad agosto un + 1,7% su base annua, uno 0,6% in più rispetto al dato Nazionale. Si è purtroppo consolidata per il nostro territorio una inflazione più alta rispetto alla media nazionale, inflazione che colpisce il reddito e le capacità di spesa delle famiglie riminesi, in particolare quelle più esposte dal punto di vista sociale. Ad attendere le famiglie dal fine vacanze( per chi se le è potute permettere ), non solo una inflazione più alta rispetto ad altre città ma un serie di spese che l’autunno porta con se: come ogni anno, l’Osservatorio Federconsumatori, ha calcolato l’importo della stangata autunnale. Nonostante i costi di abitazione, acqua, elettricità, gas registri un meno 1,2% , la spesa complessiva per i mesi autunnali aumenta e si prospetta, infatti, un autunno “caldo” sul fronte dei costi familiari. Nel dettaglio, le famiglie, dovranno far fronte a una stangata autunnale (settembre-novembre) di 2.970,35 . Le voci di spesa considerate in questo conto salato riguardano le bollette, la TARI, le spese per il riscaldamento, per il materiale scolastico + 4% e per la salute visto che molti rimandano al rientro dalle vacanze l’appuntamento con visite e accertamenti) ( Purtroppo, proprio in relazione alle spese per visite ed esami medici, è opportuno sottolineare come, drammaticamente, l’aumento dei costi e (che a Rimini segna un + 3,2% ) si traduca in una progressiva rinuncia alle cure (nei giorni scorsi, il report Deloitte ha denunciato come, il 29% del campione intervistato, ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a delle cure negli ultimi 12 mesi).A queste cifre onerose si aggiungono i rincari sul fronte dell’alimentazione, che nell’autunno, faranno lievitare la spesa per tale voce. Nella situazione di difficoltà in cui ancora si trovano molte famiglie, questi costi risulteranno estremamente onerosi e, per alcuni, insostenibili. Ma le ripercussioni di questa stangata non si percepiranno unicamente sulle condizioni di vita delle famiglie: rischiano, infatti, di dare un duro colpo al nostro sistema economico, abbattendosi sulla domanda interna e, quindi, sull’intero sistema produttivo. Per questo è opportuno che il Governo, tra scandali, propaganda e “concessioni” alla lobby dei balneari, torni a occuparsi dei cittadini, adottando misure in grado di sostenere le famiglie e contenere i rincari, attraverso: - la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo; - la promessa e mai realizzata riforma delle accise e degli oneri di sistema su beni energetici e carburanti; - la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare; - la disposizione di maggiori aiuti per affrontare le spese relative alla scuola; - l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non a sostenere soltanto i redditi da lavoro autonomo e quelli più elevati.

cs Federconsumatori Rimini





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