
Sono ancora scossi gli attivisti per i diritti degli animali dopo l'ennesima morte di un cane per avvelenamento. La vicenda è quella che coinvolge un uomo, un'ultraottantenne, denunciato a piede libero dopo gli approfondimenti delle forze dell'ordine sui bocconi avvelenati. Sui social monta la rabbia dei cittadini.
L'Apas spera che si arrivi a celebrare un processo. Nell'eventualità, afferma Emanuela Stolfi, presidente dell'associazione, "saremo presenti costituendoci parte civile. E potranno farlo tutti quei cittadini, quelle famiglie che hanno subito danni". In queste ore si susseguono le segnalazioni via social di possibili esche trovate dai cittadini in strada.
"La cosa migliore da fare - spiega Stolfi - prima ancora di metterlo sui social, è chiamare le forze dell'ordine, quindi la Centrale Interforze, e possibilmente rimanere sul posto in attesa che arrivi la pattuglia. Anche perché questi materiali non devono essere maneggiati: devono essere raccolti da chi è incaricato e conferiti al servizio veterinario di Stato. Attendiamo anche che gli esami sui reperti trovati", nella speranza che "possano contribuire ad aprire un procedimento a carico della persona indiziata".
Ad oggi, spiega Apas, "risultano sette cani avvelenati, di cui due deceduti. Come associazione abbiamo intenzione di rivolgerci alla Segreteria alla Giustizia, affinché si arrivi assieme al Tribunale, alle forze dell'ordine e a tutte le autorità competenti a una soluzione definitiva".
Nel servizio l'intervista ad Emanuela Stolfi, presidente Apas