
La vicenda del presunto racket o caporalato delle badanti in ospedale, fin dal 2017, aveva scatenato una notevole attenzione mediatica anche sull'onda di pubbliche denunce da parte del Movimento Rete. Il processo è giunto oramai alle battute finali. Le accuse riguardano la gestione del lavoro di assistenza all’interno dell’Ospedale e presunte minacce alle badanti non allineate. Tre le imputate: Fatima Dzutseva, 51enne di origini russe, Felicia Doru. 52enne rumena e Loretta Casadei, 58enne dipendente Iss accusata di interesse privato in atti d’ufficio o, in subordine, di abuso di autorità per favorire l'asserito racket.
Oggi al via le conclusioni: la parte civile Iss, rappresentata dall'Avvocatura dello Stato, ha chiesto la condanna delle tre imputate e il risarcimento del danno. Il Procuratore del Fisco Roberto Cesarini, sottolineando che il processo è nato male e che potrebbero essere decorsi i termini della prescrizione, ha chiesto la condanna di Fatima Dzutseva a due anni e sei mesi, qualora venga riconosciuta l'estorsione o ad un anno con pena sospesa, in caso di violenza privata.
Chiesta invece l'assoluzione dal reato di truffa aggravata allo Stato. Per l'altra badante imputata, la rumena Felicia Doru, il Pf ha chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove. Chiesta l'assoluzione, inoltre, anche per l'infermiera Loretta Casadei, perché il fatto non costituisce reato.
Le difese di Dzutseva e Doru hanno entrambe chiesto l'assoluzione ma, in premessa, anche la nullità degli atti del processo per compressione del diritto di difesa, lamentando il fatto che in fase istruttoria le testimonianze delle accusatrici sono state assunte senza la presenza dei legali delle indagate. Rimarcata anche l'indeterminatezza dei capi di imputazione.
Il processo è stato aggiornato a venerdì prossimo quando è in programma l'arringa del collegio difensivo della dipendente Iss imputata, le eventuali repliche e la sentenza del Commissario della Legge Francesco Santoni.