
La partecipazione di Israele all’Eurovision Song Contest torna a generare divisioni profonde nel mondo musicale europeo. A pochi giorni dalla nuova edizione del concorso, è stata diffusa una lettera aperta firmata da oltre 70 ex partecipanti, tra artisti, autori, vincitori, coristi e commentatori, che chiedono l’esclusione della televisione pubblica israeliana KAN dalla competizione.
Al centro della contestazione, la presunta complicità dell’emittente israeliana con l’operato militare del governo a Gaza, e la convinzione che l’Eurovision, continuando a ospitare Israele, stia offrendo una legittimazione culturale e simbolica alle sue politiche. Il documento denuncia anche l’atteggiamento dell’EBU – l’Unione Europea di Radiodiffusione – accusata di adottare doppie misure rispetto a quanto fatto, ad esempio, con la Russia nel 2022.
Tra i firmatari figurano personalità come Salvador Sobral (Portogallo 2017), Mae Muller (Regno Unito 2023), Dadi and Gagnamagnid (Islanda), Hatari (Islanda), Paulo de Carvalho (Portogallo) e Gåte (Norvegia 2024), questi ultimi affermando di aver assistito personalmente a comportamenti anomali a Malmö nel 2024.
A questa lettera, l’EBU ha risposto con una dichiarazione ufficiale firmata dal responsabile delle comunicazioni Dave Goodman. La posizione dell’organizzazione è chiara: l’Eurovision deve restare un evento inclusivo, indipendente dai governi e dai conflitti geopolitici. Il concorso – sottolinea l’EBU – è rivolto al pubblico e si fonda sulla connessione tra culture, non su scelte politiche.
Lettera aperta degli ex partecipanti all’Eurovision
I sottoscritti ex partecipanti all’Eurovision esortano tutti i membri dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) a chiedere l’esclusione di KAN, l’emittente pubblica israeliana, dall’Eurovision Song Contest. KAN è complice del genocidio di Israele contro i palestinesi di Gaza e del regime pluridecennale di apartheid e occupazione militare contro l’intero popolo palestinese.
Crediamo nel potere unificante della musica, ed è per questo che ci rifiutiamo di permettere che la musica venga usata come strumento per sbiancare i crimini contro l’umanità. L’anno scorso, siamo rimasti sconcertati dal fatto che l’UER abbia permesso a Israele di partecipare mentre continuava il suo genocidio a Gaza, trasmesso in diretta per il mondo intero. Il risultato è stato disastroso.
Invece di riconoscere le critiche diffuse e di riflettere sui propri fallimenti, l’UER ha reagito raddoppiando i suoi sforzi, garantendo la totale impunità alla delegazione israeliana e reprimendo gli altri artisti e le altre delegazioni, rendendo l’edizione 2024 la più politicizzata, caotica e sgradevole della storia del concorso.
Il silenzio non è un’opzione. In un momento in cui i movimenti autoritari e di estrema destra sono in aumento in tutto il mondo, il nostro dovere di far sentire la nostra voce è diventato più pressante. Ci uniamo quindi per affermare che la complicità dell’UER con il genocidio di Israele deve cessare.
Continuando a promuovere la rappresentazione dello Stato israeliano, l’UER ne normalizza e ne sbianca i crimini. L’UER ha già dimostrato di essere in grado di prendere provvedimenti, come nel 2022, quando ha espulso la Russia dalla competizione. Non accettiamo questo doppio standard nei confronti di Israele.
Siamo solidali con i concorrenti di quest’anno e condanniamo il ripetuto rifiuto dell’UER di assumersi le proprie responsabilità.
In qualità di cantanti, autori di canzoni, musicisti e altri che hanno avuto il privilegio di partecipare all’Eurovision, esortiamo l’UER e tutte le emittenti associate ad agire ora e a prevenire ulteriore discredito e interruzione del festival: Israele deve essere escluso dall’Eurovision.
EBU Official Response
We understand the concerns and deeply held views around the current conflict in the Middle East.
The EBU is not immune to global events but, together, with our Members, it is our role to ensure the Contest remains – at its heart – a universal event that promotes connections, diversity and inclusion through music.
We all aspire to keep the Eurovision Song Contest positive and inclusive and aspire to show the world as it could be, rather than how it necessarily is.
As a reminder, the EBU is an association of public service broadcasters, not governments, who are all eligible to participate in the Eurovision Song Contest every year if they meet the requisite requirements.
It is not our role to make comparisons between conflicts.
As part of its mission to secure a sustainable future for public service media, the EBU is supporting Israeli Member Kan against the threat from being privatized or shut down by the Israeli government.
The EBU remains aligned with other international organizations that have similarly maintained their inclusive stance towards Israeli participants in major competitions at this time.
Best wishes,
Dave Goodman