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Lynch e Fellini, colleghi ed amici, visionari e geniali, nati lo stesso giorno

“Siamo nati entrambi il 20 gennaio. Questo, forse, significa qualcosa” diceva il regista americano, che nel lavoro di Fellini trovò ispirazione

di Monica Fabbri
17 gen 2025

Visionario, geniale, audace e provocatorio. Non un semplice regista, ma un architetto del surreale, capace di risvegliare inquietudini nascoste, in un viaggio tra sogno ed incubo. David Lynch è morto a 78 anni. E con lui finisce un'era. Cinquanta anni di carriera e solo dieci film, tra cui capolavori acclamati da critici e pubblico, come Cuore selvaggio, Velluto blu, Mulholland Drive, Strade Perdute e la serie cult Twin Peaks. “Mi piace fare film – diceva - perché mi piace perdermi in un altro mondo. I film sono un mezzo magico che permette di sognare nel buio”.

Lo hanno definito maniacale, sperimentatore, rivoluzionario. Lui, poeta dell'inconscio, amava raccontare storie oltre l'apparenza. Lo spiegava così: “Mi piacciono le cose che sono oniriche ma strane in superficie e che hanno qualcosa sotto”. Non rinunciava ai suoi vizi, beveva venti caffè al giorno e fumava tantissimo, tanto che la scorsa estate gli era stato diagnosticato un enfisema.

Turbolenta la vita privata: quattro matrimoni, tre figli, e una lunga serie di amori, tra cui l'intensa storia con Isabella Rossellini. Candidato per la prima volta agli Oscar con The Elephant Man nel 1980, viene a lungo snobbato dall'Academy che sono nel 2019 gli assegna l'Oscar alla carriera.

Lo ricorda anche Rimini, città natale di un altro grande genio, Federico Fellini. “Siamo nati entrambi il 20 gennaio. Questo, forse, significa qualcosa”, amava ripetere, vedendo in Fellini una fonte di ispirazione. Per il regista americano, 8 ½ non era solo un capolavoro assoluto, ma il film che lo aveva influenzato di più. Con Fellini fu legato da un'amicizia speciale, tanto che fu uno degli ultimi a poterlo visitare nel 1993, in ospedale, poco prima della morte. Il 20 gennaio, ricorre l’anniversario della nascita di entrambi. Che Rimini celebrerà, programmando alla Cineteca le loro opere iconiche.





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