
Il volume di Walter Serra, che entra nella prestigiosa collana dei Quaderni Sums, racconta la cultura dell'acqua a San Marino, fatica ed ingegno dei suoi cittadini, in tempi in cui “scavare pozzi faceva la differenza tra vivere e morire”. Un libro che rappresenta “un contributo prezioso” e un “gesto profondamente civile”- afferma il Segretario alla Cultura Teodoro Lonfernini - “perché recuperare la memoria della nostra relazione con l'acqua significa riscoprire valori antichi come rispetto, ingegno, sobrietà e responsabilità. Valori che in un'epoca segnata da gravi squilibri climatici, tornano ad essere drammaticamente attuali”. Serra ha esplorato per due anni boschi e campi, fotografato antichi pozzi del 1400, cisterne, sorgenti, lavatoi, luoghi ricchi di fascino e mistero.
“Un racconto partecipato” grazie ai tanti cittadini che lo hanno accolto nelle loro proprietà, condividendo con lui pezzi di vita ed aneddoti. “Ho voluto fare questa pubblicazione con le fotografie – racconta l'autore - per dare un'immagine a questi manufatti che sono in parte conosciuti, ma tantissimi non si sa bene dove siano e nessuno li conosce, li vede. Alcuni mi hanno dato un'emozione profonda perché ad esempio uno è in casa di quella che era mia maestra elementare, oppure c'è una sezione sui manufatti perduti dove racconto le storie di alcuni di questi posti che sono persi nel tempo, però dove c'è ancora una memoria di chi vi abita e racconta aneddoti su questi luoghi, su queste cisterne che sono scomparse”.
Ognuno ha la sua storia, come un pozzo a Borgo Maggiore, inutilizzato dalla seconda guerra mondiale, poiché si diceva che vi fosse stato gettato un soldato tedesco. Marino Albani, che dopo tre mandati alla presidenza della Sums sta per passare il testimone, ricorda che è da decenni che si discute di un invaso o di un nuovo acquedotto per sfruttare le tante piccole fonti esistenti. “Come paese – dice – siamo in enorme ritardo”. “Ho traccia di inizio novecento che il Consiglio Grande Generale già parlava di un acquedotto e dove farlo, a chi dare l'incarico. Abbiamo dovuto aspettare gli Stati Uniti d'America che nel 62 ci regalassero l'acquedotto. Il problema è senz'altro importante, urgente, e va risolto. Bisogna prendere delle decisioni”. Il tema dell'acqua è caro ai Capitani Reggenti Denise Bronzetti e Italo Righi, che già nel loro discorso di insediamento avevano ribadito la necessaria promozione di una cultura ecologica e ambientale. Ritengono che riflessioni di più vasta portata sull'importanza delle risorse idriche per il futuro del pianeta siano fondamentali, e sensibilizzano politica e collettività a concorrere insieme per preservare e salvaguardare l'acqua, bene primario da cui ha origine la vita.