Nel dicembre 2018, un blitz dei Nas ha svelato condizioni disumane nella casa di riposo "La collina" di Mondaino. Trentasei anziani, denutriti e trascurati, vivevano in uno stato di grave abbandono, con personale insufficiente e strutture inadeguate. L’inchiesta, denominata "La collina degli orrori", partì da una segnalazione dell’Ausl e portò all’arresto della titolare, Maria Luisa Bulli, e del suo collaboratore principale, con altri cinque operatori sociosanitari indagati.
Le accuse includevano abbandono di incapaci, maltrattamenti, abuso di mezzi di correzione e truffa. Durante l’indagine, emersero episodi di somministrazione impropria di tranquillanti, cibo razionato, farmaci salvavita mancanti o scaduti, e abusi fisici documentati, tra cui percosse e minacce agli ospiti. Inoltre, 50 accessi al pronto soccorso per sospette "cadute accidentali" alimentarono i sospetti su maltrattamenti sistematici.
La titolare, già coinvolta in un caso analogo nel 2001, ha patteggiato una pena di 2 anni, convertita in lavori di pubblica utilità. Tre operatori dovranno affrontare il processo nel 2024, mentre un quarto è stato assolto e le posizioni di altri due sono state stralciate.
Il blitz evidenziò una realtà sconvolgente: anziani lasciati vagare senza controllo, casi gravi di piaghe da decubito, e due ospiti trasportati d’urgenza in ospedale. Nonostante la difesa della Bulli, che si era detta dedita al benessere degli anziani, le prove raccolte dipingono un quadro di abusi e negligenze.