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Conte al Senato per la fiducia: "Paese merita esecutivo coeso''

19 gen 2021
Una parte dell'Intervento di Giuseppe Conte
Una parte dell'Intervento di Giuseppe Conte

Dopo i trecentoventuno voti a favore incassati alla Camera il premier Giuseppe Conte affronta oggi la prova più dura: quella del Senato. Dopo aver rivendicato quanto fatto dal governo e sottolineato la necessità di coesione nella "sfida epocale" della pandemia il premier, che ha sostanzialmente ricalcato l'intervento di ieri alla Camera è andato all'attacco.


In questi giorni ci sono state "continue pretese, continui rilanci concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza. Di qui le accuse, a un tempo di immobilismo e di correre troppo, di accentrare i poteri e di non aver la capacità di decidere. Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza". Ma ha anche rinnovato l'appello ai 'volenterosi': "Chiediamo - ha detto - un appoggio limpido, un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico. Certo i numeri sono importanti, oggi lo sono ancor di più. Questo è un passaggio fondamentale nella vita istituzionale del nostro Paese ed è ancora più importante la qualità del progetto politico".

"Servono un Governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli delle difficoltà che stiamo attraversando e della delicatezza dei compiti - ha rinnovato il proprio appello - servono donne e uomini capaci di rifuggire gli egoismi e di scacciare via la tentazione di guardare all'utile persona. Servono persone disponibili a riconoscere l'importanza della politica. La politica è la più nobile tra le arti e tra i saperi, se indirizzata al benessere dei cittadini. Quando la politica si eclissa questa istanze rischiano di essere ai margini o, peggio di sfociare in rabbia o nello scontro violento"

Conte è tornato anche sulla riforma della legge elettorale annunciata ieri. Sulla proposta del sistema proporzionale "leggo delle interpretazioni, diciamo così maliziose". "Negli anni passati - dichiara- abbiamo subito una frantumazione della rappresentanza. Sono emersi nuovi processi, anche in maniera dirompente, non possiamo fare una legge che costringa forze così diverse. Questo artificio contribuirebbe all'instabilità politica, non stabilirebbe il quadro". Le forze politiche, dopo le elezioni "saranno chiamate a definire accordi programmatici di alto profilo per governare, in modo da consentire una solida prospettiva politica" ai cittadini, aggiunge.

"Le nostre energie dovrebbero essere tutte e sempre concentrate sulle risposte urgenti alla crisi che attanaglia il Paese, mentre invece così, agli occhi di chi ci guarda, dei cittadini in particolare, appaiono dissipate in contrappunti polemici e spesso sterili, del tutto incomprensibili rispetto a chi ogni giorno si misura con la paura della malattia, con lo spettro dell'impoverimento, con il disagio sociale anche psicologico, con l'angoscia del futuro. Con questa crisi, come ho detto ieri alla Camera, la classe politica tutta rischia di perdere il contatto con la realtà. C'era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase?".

Il discorso di Conte al Senato

Negli interventi a Palazzo Madama prenderanno la parola Teresa Bellanova e lo stesso Matteo Renzi. Intanto di riunione in riunione, il centrodestra cerca intanto di serrare i ranghi: l'Udc fa sapere non passerà al 'nemico' e l'unica via, per la coalizione guidata da Salvini, Meloni e Berlusconi, passa per le dimissioni del premier. Quello in atto, attacca Giorgia Meloni, è solo un "vergognoso mercimonio"



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