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Corte Costituzionale, Augusto Barbera lascia il posto a Giovanni Amoroso

Ieri la Consulta si era espressa sui referendum: inammissibile solo quello sull'autonomia, "le finalità non erano chiare"

di Francesca Biliotti
21 gen 2025

Ieri la Consulta si è espressa sui referendum ed oggi è stato nominato anche il nuovo presidente, Giovanni Amoroso, che succede ad Augusto Barbera, nome che San Marino ricorda per essere stato presidente del Collegio Garante della costituzionalità delle norme. Ammessi i 5 quesiti referendari su lavoro e cittadinanza, ma dichiarato inammissibile quello promosso contro l'autonomia, la cosiddetta “legge Calderoli”: secondo la Corte Costituzionale l'oggetto e la finalità del quesito non risultavano chiari e ciò pregiudicava la possibilità di una scelta consapevole da parte degli elettori.

Esulta soprattutto la Lega, accusano il colpo le opposizioni e le associazioni che chiedevano di eliminare interamente la norma approvata a giugno dal Parlamento, che definisce i principi generali per attribuire alle Regioni ulteriori forme di autonomia. Ammissibili, invece, gli altri 5 referendum abrogativi su lavoro promossi dalla Cgil e quello proposto da +Europa sulla cittadinanza, che mira a ridurre da 10 a 5 anni i tempi per ottenerla per gli extracomunitari.

I quesiti sul lavoro puntano invece a cancellare le norme sui licenziamenti previste dal Jobs act, che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015. Si chiede poi di cancellare il tetto all'indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, con l'obiettivo di innalzare le tutele per chi lavora in aziende con meno di 15 dipendenti. Il terzo vuole eliminare alcune norme sull'utilizzo dei contratti a termine e l'ultimo vuole tagliare le norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all'impresa appaltante.

Esulta il segretario Cgil Landini, “si aprirà una grande stagione di partecipazione – dice – che metterà al centro le persone e le loro libertà sul lavoro e nella vita. Inviteremo tutti a votare sì”, conclude. “Quella del governo è una vittoria di Pirro – sostiene Maria Elena Boschi, Italia Viva, parlando del referendum sull'autonomia – la Corte ha già demolito la legge Calderoli, che così com'era scritta è inattuabile. Qualunque modifica dovrà quindi passare dal Parlamento. E lì ci troveranno pronti, senza sconti o passi indietro”.

Anche la Rete degli Studenti ha voluto farsi sentire, esponendo un grosso striscione a Piazza del Popolo, a Roma: “Il futuro passa dal sì”, si legge. “Il futuro della nostra generazione – dicono – e di questo Paese passa dal sì ai cinque referendum che voteremo in primavera”.





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