La crisi climatica sta stravolgendo l’agricoltura italiana, rendendo i prodotti nazionali sempre più scarsi e costosi. In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione del 16 ottobre, il WWF Italia, nell’ambito della campagna Our Future, ha lanciato un nuovo allarme: le produzioni agricole del 2025 registrano cali senza precedenti, con effetti diretti sull’economia e sulla sicurezza alimentare.
Le temperature record hanno reso il 2025 uno degli anni più caldi di sempre. Secondo i dati del CNR-ISAC, la temperatura media di giugno ha segnato un’anomalia di +3°C rispetto alla media 1991-2020, mentre l’estate si è collocata tra le più calde mai registrate. Gli effetti sul settore agricolo sono stati devastanti: ciliegie dimezzate o azzerate in Puglia, mandorle in calo del 60%, pere giù del 25%, pesche e albicocche -20%, e un forte impatto anche sul miele, con la produzione primaverile quasi azzerata.
Nemmeno la zootecnia è stata risparmiata. Il caldo estremo e lo stress termico hanno ridotto la produzione di latte fino al 15% in Lombardia e al 30% in Molise, con perdite di oltre un milione di litri al giorno. Gli effetti economici di questi eventi — definiti ormai “climate inflation” — si riflettono sui prezzi al consumo: a Milano le ciliegie hanno raggiunto i 23 euro al chilo, mentre mandorle e nocciole hanno registrato rincari del 15-20%.
In controtendenza, cresce la produzione di frutta tropicale come mango e avocado, soprattutto in Sicilia, Puglia e Calabria. Un fenomeno che testimonia come il clima stia ridefinendo la geografia agricola del Paese, trasformando l’Italia da importatore a esportatore di prodotti esotici.
Segnali positivi arrivano solo da olio e vino: l’olivicoltura del Sud prevede un recupero del 30% rispetto al 2024, mentre la vendemmia 2025 si preannuncia di buona qualità grazie a un clima più equilibrato durante la maturazione delle uve.
Per affrontare una crisi che è ormai strutturale, il WWF chiede un cambio di passo.
“Serve mettere a sistema economia circolare, agroecologia, agricoltura rigenerativa e risparmio idrico — spiega Eva Alessi, responsabile Sostenibilità WWF Italia — per costruire un’agricoltura più resiliente e competitiva”.
L’organizzazione denuncia però il passo indietro delle istituzioni italiane ed europee, che con la recente revisione della Politica Agricola Comune hanno ridotto gli impegni ambientali, eliminando persino alcune misure di tutela del suolo e della biodiversità.
Il WWF avverte: la crisi climatica non minaccia solo l’agricoltura, ma anche la salute pubblica, rendendo sempre meno accessibili alimenti sani come frutta, verdura e legumi, fondamentali per la prevenzione delle malattie croniche.
Per sollecitare azioni concrete, il WWF ha lanciato la petizione “Zero Scuse sul Clima”, invitando cittadini e istituzioni a un impegno comune per proteggere ambiente, salute e sicurezza alimentare.