
Alla vigilia dell'apertura ufficiale del vertice G7 di Kananaskis, Canada, si è svolto un lungo colloquio tra i leader europei e il primo ministro di Ottawa, Carney. Con Giorgia Meloni c'erano il presidente francese Macron, il cancelliere tedesco Merz e il primo ministro britannico Starmer, col quale la presidente italiana ha avuto un bilaterale, per parlare in modo più approfondito dei pressanti temi dell'agenda internazionale, a partire dal Medio Oriente e dal conflitto in Ucraina. Ai sette Grandi si è rivolto anche il presidente israeliano Herzog, chiedendo di “stare dalla nostra parte, assicuratevi che l'Iran non arrivi alla bomba atomica”. Sembra essere della stessa idea il vice presidente del Consiglio italiano Matteo Salvini, per il quale “Che l'Iran non abbia armi atomiche per colpire domani Israele e dopodomani qualunque altro Paese democratico mi sembra una priorità per chiunque – dice – Il sostegno a ogni iniziativa che impedisca a un regime islamico come quello iraniano di portare morte e distruzione mi sembra prioritario”. Intanto l'apertura del nuovo fronte di guerra tra Israele e Iran ha mandato in subbuglio i mercati petroliferi, e il riflesso sui prezzi alla pompa di benzina non si è fatto attendere, dopo due settimane torna sopra quota 1,7 euro per litro, e il gasolio sopra 1,6. L'inflazione invece a maggio cala dello 0,1% rispetto ad aprile, ma crescono i prezzi del carrello della spesa, su alimentari, cura della casa e della persona, che passano da 2,6% a 2,7%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto, o di prima necessità, calano da +1,6% a +1,5%.