
La Giunta comunale di Rimini ha negato l'autorizzazione all'affissione di cento manifesti richiesti dall'associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, impegnata nella campagna "Mio Figlio No - Scuole libere dal Gender". I manifesti, che riportano il volto di un adolescente e criticano l'insegnamento di tematiche legate all'identità di genere nelle scuole, sono stati ritenuti "non rispettosi della dignità della persona" dall’Amministrazione comunale. Nel provvedimento è stato citato anche il contenuto presente sul sito collegato tramite QR code, giudicato "non veritiero, discriminatorio e potenzialmente fuorviante". Secondo il Comune, il messaggio promosso coinvolgerebbe direttamente bambini e adolescenti, rischiando di condizionarne il pensiero in modo ingannevole.Il diniego si basa anche su precedenti sentenze del TAR Emilia-Romagna (2022) e del Consiglio di Stato (2025), che avevano legittimato provvedimenti simili contro affissioni di contenuto analogo.
Durissima la replica di Pro Vita & Famiglia, che parla di "censura ideologica". "I volti usati sono creati con intelligenza artificiale – spiegano i promotori – e i nostri dossier si basano su fatti reali segnalati da genitori. È inaccettabile che si neghi il diritto di espressione solo perché non conforme al pensiero dominante". L’associazione non esclude azioni legali per contestare il provvedimento e ribadisce la legittimità del proprio messaggio in difesa del "primato educativo della famiglia".
Anche Forza Italia Rimini critica il Comune: "Non spetta all'Amministrazione stabilire cosa può o non può essere affisso. La censura è pericolosa, anche quando si esercita a fin di bene". A sostenere la decisione del Comune è invece il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti: "È giusto fermare messaggi che veicolano stereotipi pericolosi". "Parlare di genere – prosegue – non significa confondere i giovani, ma educarli al rispetto".