
E' davvero venerdì 17 per Daniela Santanchè, rinviata a giudizio per falso in bilancio dalla gup Anna Magelli, col processo che inizierà il 20 marzo a Milano, per lei e altri 16 imputati, tra cui il compagno Dimitri Kunz e la sorella Fiorella Garnero. E' il primo processo relativo al “pacchetto” di indagini aperte sulle sue società. Tutto partito dall'esposto presentato da un gruppo di azionisti per gravi irregolarità nella gestione del gruppo Visibilia, fondato da Santanchè, dal quale ha dismesso le cariche. Le indagini hanno evidenziato presunti bilanci truccati per sette anni, per nascondere perdite milionarie e permettere al gruppo di rimanere in piedi. Secondo la difesa, che parla di “amaro in bocca” per questa decisione, non c'è stata alcuna operazione di maquillage e non è mai stato nascosto alcunché, i soci erano sempre informati sulle perdite. Ma non è l'unica tegola giudiziaria che potrebbe abbattersi. Santanchè rischia il processo anche per la presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla cassa integrazione in Visibilia nel periodo Covid. Da poche settimane inoltre, la ministra risulta indagata anche per bancarotta dopo il fallimento di Ki Group srl, società della galassia bio-food un tempo da lei guidata. Altri due casi, infine, sfiorano la senatrice: quello relativo alla compravendita della villa di Forte dei Marmi di Francesco Alberoni, acquistata dal compagno Kunz e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa; e il caso Negma, un fondo con base negli Emirati e alle British Virgin Islands. Il mondo politico è in fermento. Mentre Lega e Forza Italia ricordano il garantismo e dicono che si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, e quindi ribadiscono fiducia alla ministra, l'opposizione si scatena: “Meloni pretenda le dimissioni”, rincara la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. “Quando le accuse sono così gravi – aggiunge – chi ricopre le più alte cariche istituzionali deve fare un passo indietro”. “Chi rappresenta lo Stato – sostiene Fratoianni, Alleanza Verdi-Sinistra – non può stare in una condizione del genere. Le istituzioni non sono il salotto di casa propria e vanno rispettate”.
Nel video l'intervista a Giuseppe Conte, presidente Movimento 5 Stelle