In risposta ai dati pubblicati dal Sole 24 Ore, che collocano Rimini al quinto posto in Italia per indice di criminalità, interviene il sindaco Jamil Sadegholvaad. Il primo cittadino, anche in veste di presidente della Provincia, analizza i numeri sottolineando come "la graduatoria riportata quest’oggi dal quotidiano si sovrappone in maniera pressoché perfetta alla classifica dei territori che in Italia contano sui flussi turistici più consistenti".
Secondo Sadegholvaad, è necessario tener conto delle specificità del territorio e di un trend storico in netto miglioramento.
"Prova provata - continua il sindaco - che la cosiddetta ‘correzione turistica’ ha, in combinato disposto con quella che viene chiamata ‘propensione alla denuncia, direttamente proporzionale al grado di fiducia del cittadino verso le istituzioni e alla puntualità dei controlli da parte delle forze dell’ordine, contribuisce in maniera decisiva alla posizione della provincia di Rimini nella tradizionale analisi del quotidiano economico. Provando ad andare un po’ più in là - spiega - vale la pena sottolineare come nell’arco ormai trentennale della ricerca ci sia da registrare un calo del dato di oltre il 40 per cento (raffronto 1996/2024), a testimonianza comunque del lavoro fatto dal territorio, pur constatando il cronico disinteresse nazionale in ordine all’adeguamento degli organici di polizia nelle aree ad altissimo flusso turistico, sul fronte della risposte al tema decisivo della sicurezza e dell’ordine pubblico. Vale la pena infine sottolineare due aspetti su cui si focalizza l’edizione odierna del Sole. Il primo relativo all’incidenza di minori denunciati (aumentata significativamente dopo la pandemia) e il secondo alla percentuale sul totale di stranieri responsabili di reati denunciati. Per quanto riguarda gli under 18, la provincia di Rimini si ferma al 5 per cento, in linea con il dato nazionale e comunque tra i meno elevati in Emilia-Romagna.
Sugli stranieri, più o meno stesso impatto statistico sul piano regionale. E’ chiaro che questi due argomenti richiamano riflessioni approfondite sul ruolo e i compiti di famiglie, scuola, politiche di integrazione. Ma chiamano alla stessa maniera la responsabilità individuale, anche da parte di chi ha scelto di vivere in Italia. Su questo non ho alcun dubbio.”