
Emergono ulteriori sviluppi sulla vicenda di Capodanno a Villa Verucchio, dove il maresciallo dei Carabinieri Luciano Masini sparò e uccise il 23enne egiziano Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, armato di coltello, dopo che questi aveva accoltellato quattro persone.
La Procura di Rimini, che ha chiesto l’archiviazione del procedimento per legittima difesa, ha precisato che in quella situazione “non sarebbe stato possibile utilizzare una qualsiasi arma alternativa, taser compreso”. A sostenerlo è stata la procuratrice capo Elisabetta Melotti, spiegando che la valutazione è avvenuta sulla base delle consulenze balistiche e medico-scientifiche, nonché della visione del video e delle testimonianze.
Dalla ricostruzione emerge che mentre avanzava verso Masini con il coltello in mano, Sitta pregava ad alta voce in arabo, con un Corano e una misbaḥah. Una scena confermata anche nella relazione di servizio del maresciallo, che ricorda come il giovane, dopo un breve arresto, si sia rilanciato verso di lui “guardandolo con odio”, costringendolo ad aprire il fuoco da distanza ravvicinata.
Le indagini, affidate al nucleo investigativo dei Carabinieri di Rimini, non hanno fatto emergere legami tra il 23enne e ambienti radicalizzati, ma la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna è stata comunque informata in quanto competente per materia di terrorismo.
Nel frattempo, il caso ha suscitato reazioni tra i rappresentanti delle forze dell’ordine. Il Sim Carabinieri e il Nuovo Sindacato Carabinieri hanno espresso soddisfazione per la richiesta di archiviazione, sottolineando la correttezza operativa del maresciallo e l’importanza di tutelare chi si trova ad agire in contesti di pericolo estremo. Entrambi hanno parlato di una scelta inevitabile da parte del militare, che ha agito mettendo a rischio la propria vita per salvaguardare quella degli altri.
Resta ancora incerta la posizione della famiglia di Sitta, difesa all’avvocato Alvaro Rinaldi, che potrebbe opporsi alla richiesta di archiviazione. I parenti, esprimendo dolore per la morte del figlio, affermano che "ha sbagliato, ma ha pagato con la vita".