Tutto pronto allo United Center di Chicago: luogo iconico del basket americano. Già testate le luci del palco; all'esterno stringenti misure di sicurezza. Ma politicamente sarà una mera formalità la Convention. Copione già scritto, a partire dal discorso con il quale Biden passerà il testimone a Kamala Harris: in piena luna di miele – dopo il sofferto passo indietro del commander-in-chief - con popolo liberal e star-system. La novella front-runner verrà definita unica garante di democrazia e libertà. Il messaggio implicito è ovviamente che entrambe siano minacciate da Trump. Come fossero già alle spalle gli appelli ad abbassare i toni, dopo i fatti di Butler. Riaperta, del resto, la partita elettorale. E ciò pare aver destabilizzato la campagna repubblicana: tarata sulle fragilità senili di Biden. Da qui le accuse di “colpo di stato”, da parte del tycoon; che ha rinfacciato ad Harris di essere entrata in gara senza il voto della base. Per la cronaca la stessa osservazione era venuta in precedenza dagli attivisti di Black Lives Matter.
Paradossi a parte è come se il GOP al momento non sapesse bene come fronteggiare la nuova rivale. Accusata da Trump di voler “portare il comunismo negli Stati Uniti”; ed attaccata pure sul piano personale, con i consueti toni istrionici. “L'avete sentita ridere? - ha dichiarato durante un comizio - Quella è la risata di una persona pazza”. Più che uscite di questo tipo, tuttavia, a preoccupare Harris è forse il malcontento interno su un tema di politica estera entrato prepotentemente nel dibattito elettorale. Prologo della convention nuove manifestazioni pro-Gaza. La vice-presidente ha risposto così, alla domanda se Netanyauh sia pronto ad accettare un accordo per un cessate il fuoco. “Non parlerò prima di lui, ma vi dirò che queste conversazioni sono in corso, e non molliamo; continueremo a lavorare duramente su questo”. Gli attuali colloqui “potrebbero essere l'ultima” possibilità per una tregua, ha dichiarato dal canto suo il Segretario di Stato Blinken; nel corso dell'ennesima missione in Medio Oriente. Nelle scorse ore l'incontro con il Presidente israeliano Herzog, che ha attribuito ad Hamas la colpa per il mancato raggiungimento – ad oggi - di un accordo sugli ostaggi. Da parte sua la fazione islamista ha sottolineato come non vi sia alcun progresso nel negoziato; rivendicando piuttosto – insieme alla Jihad islamica - la responsabilità del fallito attentato di ieri sera a Tel Aviv; in cui un palestinese arrivato da Nablus è rimasto ucciso dall'esplosione di un potente ordigno che portava in uno zaino sulle spalle.