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Conflitto russo-ucraino: Trump rinnova l'auspicio di incontrare a breve Putin

“Dobbiamo mettere fine” a questa “guerra orribile”, ha dichiarato il Presidente USA. Sul campo le forze russe mantengono l'iniziativa. Alta tensione intanto in Medio Oriente; si combatte a Jenin

23 gen 2025
Donald Trump
Donald Trump

Ormai un mero topos retorico la formula “con Kiev fino alla vittoria”; mantra dei Paesi NATO. La realtà sul campo dice tutt'altro, con un'avanzata lenta – ma inesorabile – delle forze russe nel Donbass. “La linea del fronte si sta muovendo nella direzione sbagliata”, ha ammesso il Segretario dell'Alleanza Atlantica; seppur invitando ad aumentare il sostegno all'Ucraina. Ma già da tempo si intravedono crepe nel blocco occidentale. Ungheria, Slovacchia; in queste ore anche il Premier croato Plenkovic ha invitato ad aprire un dialogo con Mosca. Possibili indizi di come di fatto si sia già in fase pre-negoziale. Ad ulteriore riprova le recenti dichiarazioni di Zelensky; ora possibilista riguardo l'ipotesi di colloqui diretti con Putin. Insistendo però sulla necessità di garanzie “forti” di Europa e Stati Uniti. Parla piuttosto di eventuali sanzioni, al momento, Trump. “Nulla di nuovo”, la fredda replica del Cremlino; che a sua volta già intende tracciare linee rosse, escludendo l'ipotesi di peacekeeper di Paesi NATO in Ucraina. È come se già si stesse trattando, insomma; valutando i segnali dal fronte opposto.

Ieri il Presidente americano aveva posto l'accento sul ruolo della Russia, nella Seconda Guerra Mondiale. Considerazioni speculari, oggi, dal portavoce di Putin; che ha invitato il tycoon alle celebrazioni sulla Piazza Rossa per l'80esimo anniversario della vittoria sul nazifascismo. Contando forse sull'imprevedibilità del nuovo inquilino della Casa Bianca. Che in un'intervista non ha escluso la possibilità di indagare Biden. Ma soprattutto ha bocciato su tutta la linea la politica estera di quest'ultimo; sostenendo come fosse stato “consigliato male” sia sull'Ucraina che sul Medio Oriente. Dove per la cronaca le tensioni sono tutt'altro che cessate, nonostante la tregua a Gaza. Estremamente fragile. A Rafah uccisi due palestinesi da un tank israeliano. Secondo i media inoltre i vertici dello Stato Ebraico avrebbero chiesto proprio a Washington una proroga di un mese per il ritiro dal Libano meridionale. Da valutare la possibile reazione di Hezbollah. Mentre si rischia una nuova esclation in Cisgiordania; tuttora in corso a Jenin l'operazione “Muro di Ferro”, con l'obiettivo dichiarato di colpire le locali cellule di Hamas e della Jihad islamica, già ai ferri corti con l'ANP. Duri combattimenti in corso. Centinaia di persone avrebbero lasciato il campo profughi, su ordine israeliano.





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