
A Gaza, l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione immediata di Gaza City e Jabalia, nel nord della Striscia, annunciando l’espansione dell’offensiva militare. Decine di migliaia di persone stanno lasciando la principale città dell’enclave, in fuga dopo giorni di bombardamenti che, secondo fonti locali, hanno provocato centinaia di vittime. Le autorità israeliane invitano i civili a spostarsi verso l’area umanitaria di al-Mawasi, nel sud, ma secondo l’Onu e le autorità palestinesi nessun luogo può essere considerato sicuro. Solo nella giornata di ieri almeno 23 persone, tra cui tre bambini, sono rimaste uccise sotto i raid. Intanto, nella Cisgiordania occupata, si registra un’escalation di violenze da parte dei coloni israeliani contro i palestinesi. Secondo le Nazioni Unite, il fenomeno avviene in un clima di sostanziale impunità. Papa Leone XIV condanna l’uso della fame come arma di guerra: “Affamare un popolo è un modo economico di combattere. Il mondo deve punire questi abusi”. Sul piano internazionale, il presidente statunitense Donald Trump ha chiesto un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, ma ha anche rivendicato gli attacchi contro siti nucleari iraniani, definiti da lui un successo totale. Una valutazione smentita dal direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, secondo cui l’Iran potrebbe tornare a produrre uranio a livello militare in pochi mesi. Da Teheran la minaccia: “Non ci fidiamo del cessate il fuoco, reagiremo con la forza”. Intanto, Israele si dice interessato ad avviare accordi di pace con Siria e Libano, nel quadro di un ampliamento degli Accordi di Abramo.