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Gaza, Trump: "Indeciso sui due Stati" e s'infuria per la foto sul Time "Mi hanno cancellato i capelli"

Collettivo San Marino per la Palestina: "La tregua deve aprire la strada all’autodeterminazione e alla sicurezza del popolo palestinese"

di Monica Fabbri
14 ott 2025
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A Gaza è finita la guerra ma la strada per la pace – vera e duratura – è ancora lunga. Quel che resta della Striscia è luogo dove la morte può colpire in ogni momento. Questa mattina, ad esempio, tre palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano. Si trovavano in un quartiere controllato dai militari in base all'accordo di cessate il fuoco e si sarebbero avvicinati alle truppe, senza fermarsi nonostante i colpi di avvertimento. Ieri sera, stesso destino per un altro palestinese.

È davvero l'alba di un nuovo Medio Oriente – come sostiene Trump – o una fragile tregua? Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo afferma che oltre l'80% di tutti gli edifici nella Striscia sono distrutti o danneggiati. Il presidente degli Stati Uniti ribadisce che ricostruirà Gaza, ma si dice indeciso sulla soluzione dei due Stati. La dichiarazione firmata ieri in Egitto afferma, fra l'altro, l'intenzione di "perseguire una visione globale di pace, sicurezza e prosperità condivisa nella regione", accogliendo con favore "i progressi compiuti nell'istituzione di accordi di pace globali e duraturi nella Striscia di Gaza". Ma, come fanno notare organi di stampa come il Guardian, è "estremamente vaga sul percorso da seguire" e non fa alcuna menzione di una soluzione a uno o due Stati.

Per il Collettivo San Marino per la Palestina, che tanto si è speso per sensibilizzare la popolazione sulla tragedia nella Striscia, la tregua non rappresenta un punto d’arrivo ma di partenza: deve aprire la strada all’autodeterminazione e alla sicurezza del popolo palestinese. Ritiene che il “piano di pace” per Gaza rafforzi la logica coloniale, riducendo il popolo a soggetto umanitario, mai politico. Annuncia quindi che rafforzerà le proprie azioni di sostegno, mobilitazione, informazione e le iniziative di pressione politica, per arrivare ad una “Palestina Libera”.

Dopo essere stato accolto alla Knesset con un'ovazione, oggi Trump è sulle prime pagine di tutti i quotidiani del mondo. Il settimanale americano Time gli dedica la copertina, titolandola 'Il suo trionfo'. Ma la foto scelta manda su tutte le furie il presidente: “la peggiore di tutti i tempi – tuona - mi hanno fatto scomparire i capelli. Mi hanno messo qualcosa che fluttuava sulla testa, simile a una aureola, ma estremamente piccola. Perché lo fanno?”. Insomma, il Trump narcisista e vanitoso è tornato. Con lo stile di sempre.







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