
Lungo gli oltre 1000 chilometri del fronte sostanzialmente nessuna traccia della tregua dichiarata unilateralmente da Mosca, e mai accettata da Kiev; forte piuttosto del sostegno di Washington nel rilanciare un cessate il fuoco incondizionato di almeno 30 giorni. Tattica a parte, pare sia destino che il conflitto prosegua; in un clima, anzi, di progressiva radicalizzazione sul piano dialettico. Cartina tornasole questo 9 Maggio; ottantesimo anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista, costata milioni di caduti. Ricorrenza che ha dunque un'aura quasi sacrale in Russia, e non solo; cortei ad esempio anche in Moldova. A Mosca il cuore delle celebrazioni; con l'impressionante colpo d'occhio della parata militare sulla Piazza Rossa. Presenti vari leader stranieri, anche di Potenze quali Cina e Brasile; quasi a voler dimostrare come il Paese sia tutt'altro che isolato.
“La Russia - ha detto Putin - è stata e sarà un ostacolo invalicabile al nazismo, alla russofobia e all'antisemitismo”. Sostanzialmente speculari i toni – e i parallelismi storici - dall'altra parte; con Zelensky che ha dichiarato come Mosca debba essere “ritenuta responsabile della sua aggressione proprio come lo furono i nazisti”. Su questa scia la proposta che sarebbe stata approvata oggi a Leopoli - dagli alleati europei di Kiev - per la creazione di un tribunale speciale per processare i leader russi. E poi le critiche dell'Alto Rappresentante Kallas, al Premier slovacco Fico, per aver partecipato all'evento moscovita. Mentre nelle stesse ore l'Ungheria decideva di espellere due diplomatici ucraini, accusati di spionaggio. Quadro sempre più polarizzato, insomma; utopico pensare alla Pace. Tutto ciò nel giorno in cui si è celebrata la Giornata dell'Europa.