
In perenne mutamento gli assetti politici europei. Dopo la vittoria per un'incollatura del nazionalista identitario Nawrocki – alle Presidenziali polacche -, cade il fragile esecutivo olandese guidato dall'indipendente Dick Schoof. A staccare la spina, come molti prevedevano, Geert Wilders; che evidentemente ha giudicato troppo timide le posizioni degli altri leader della coalizione di destra in materia migratoria.
Dossier che si somma a quello russo-ucraino, nella lista delle priorità nel proteiforme quadro politico del Vecchio Continente. Al netto dell'intesa su un nuovo maxi-scambio di prigionieri, confermate distanze abissali, ieri – ad Istanbul –, nel nuovo round di colloqui fra i belligeranti. Il rischio allora è che sia il campo di battaglia – con i propri tempi - a determinare le sorti della crisi.
Kiev, da mesi in difficoltà – di fronte alla lenta ma costante avanzata delle forze russe -, risponde in questa fase con audaci operazioni di intelligence. Dopo il devastante attacco con droni alle basi aeree russe – con alcuni analisti a paventare l'eventualità di una risposta nucleare di Mosca -; un nuovo colpo, pare, al ponte di Crimea. I servizi segreti ucraini hanno riferito di aver minato i piloni di questa infrastruttura strategica con oltre una tonnellata di esplosivo; provocando gravi danni. Propaganda, secondo i milblogger russi; che hanno parlato piuttosto di un attacco sena esito con un drone sottomarino. Il ponte è stato comunque temporaneamente chiuso al traffico.
In questo contesto pare velleitaria l'ipotesi rilanciata dagli ucraini, e appoggiata da Erdogan, di un incontro in Turchia - entro il mese di giugno - fra Putin e Zelensky; e da allargare eventualmente a Trump, che avrebbe dato la propria disponibilità.
Pure a Gaza paiono al momento privi di effetti, gli sforzi della diplomazia statunitense. Di fatto in stand-by il “piano Witkoff” per una tregua. Un inferno in terra l'exclave. Fonti di Hamas hanno parlato dell'uccisione di almeno 27 persone, oltre a decine di feriti, nei pressi di un sito di aiuti a Rafah. In corso accertamenti, hanno fatto sapere le IDF; che avrebbero confermato spari dopo l'identificazione di “sospetti”. L'Alto Commissario ONU per i diritti umani ha definito dal canto suo “immorali”, e “crimini di guerra”, “gli attacchi letali contro civili che cercano di accedere – ha detto – a misere quantità di aiuti alimentari”.