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Israele attacca l'Iran. Colpiti siti nucleari e decapitati esercito e Pasdaran. Teheran giura vendetta

Monito di Trump agli Ayatollah: "Accordo prima che sia tardi". Rinviata la conferenza delle Nazioni Unite per promuovere una soluzione a due Stati tra Israele e Palestina. Avrebbe partecipato anche San Marino

di Monica Fabbri
13 giu 2025

“Non è un'operazione. E' una guerra”. Un attacco, quello contro l'Iran, senza precedenti e definito da Israele “calcolato e necessario”: oltre 200 caccia, più di 300 bombe sganciate su 100 obiettivi in 8 città, compresa Teheran. Colpiti basi militari, impianti nucleari, centri di comando. Raid mirati anche per decapitare l'esercito e i pasdaran. Distrutto l'aeroporto di Tabriz, colpito il sito nucleare di Natanz. Un primo bilancio parla di 78 morti. Tra le vittime alti vertici militari come il capo di stato maggiore dell'Esercito, il comandante della Guardia rivoluzionaria e almeno otto scienziati nucleari. Oltre 300 i feriti, tra cui il consigliere politico della guida suprema Khamenei. 

Infiltrati da mesi alcuni commando del Mossad che con i droni hanno messo fuori uso i tiri balistici durante l'attacco. Alla vigilia, l'allarme dell'Aiea sulle irregolarità negli impianti nucleari iraniani, da Natanz a Fordow. Per Teheran è un colpo al cuore del regime degli ayatollah. Giura vendetta e prepara la rappresaglia: 'Apriremo a Israele le porte dell'inferno', dice il nuovo capo dei pasdaran. Il primo contrattacco non fa però male: tutti i droni lanciati contro il nemico vengono intercettati. Lo Stato ebraico si prepara ad una risposta ben più dura e chiude le ambasciate in tutto il mondo. Il portavoce dell'esercito chiede alla popolazione sangue freddo: “L'Iran ha intenzioni e capacità. Saremo attaccati, la difesa non è ermetica". L'operazione è solo all'inizio, durerà “finché sarà necessario”, afferma Netanyahu. “Siamo preparati a combattere per anni” – replica Teheran, che accusa gli Usa di avere sostenuto “l'aggressione”.

La Casa Bianca all'inizio nega, parla di azione unilaterale. Eppure sapeva, lo ammette lo stesso Trump, che sulla partecipazione all'attacco risponde: 'Non voglio commentare'. Consiglia invece all'Iran di raggiungere un accordo sul nucleare “prima che non rimanga più nulla”, perché la situazione – assicura – peggiorerà”. Nei cieli del Medio Oriente nessun aereo è in volo per migliaia di chilometri. Tutti cancellati tra Tel Aviv e Kabul.

Il mondo è con il fiato sospeso, teme conseguenze devastanti. 'La priorità assoluta è impedire l'escalation', dice il numero uno della Nato. In queste ore è girandola di telefonate tra i leader, mentre è stata rinviata la conferenza delle Nazioni Unite co-presieduta da Francia e Arabia Saudita in programma dal 17 al 20 giugno a New York, per promuovere una soluzione a due Stati tra Israele e Palestina. Avrebbe dovuto esserci anche San Marino. Nei giorni scorsi l'amministrazione Trump aveva scoraggiato i governi dal partecipare all'iniziativa, minacciando conseguenze.







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