
Non ha perso tempo Donald Trump: ha giurato come 47esimo presidente Usa e in pochi giorni ha firmato un numero di ordini esecutivi come mai nella storia, accompagnando quegli atti da minacce di dazi, destando preoccupazione in parte degli Usa e del mondo. Tra questi la fine della cittadinanza per nascita: un giudice di Seattle sospende temporaneamente l'ordine esecutivo, definendolo “palesemente incostituzionale”. Lo ius soli infatti è un diritto garantito dalla Costituzione, e per cambiarla serve il parere favorevole di due terzi del parlamento. Cominciano invece le espulsioni: “L'amministrazione Trump – fa sapere la portavoce della Casa Bianca – ha arrestato 538 migranti criminali illegali e li ha rimpatriati con aerei militari”. L'agenda è molto fitta: il neo presidente Usa dovrebbe visitare Los Angeles dopo i vasti incendi che nelle ultime settimane hanno causato decine di morti e danni per miliardi di dollari. Il governatore della California firma un pacchetto di aiuti da 2,5 miliardi, mentre il Tycoon minaccia di sospendere i finanziamenti federali, criticando duramente la gestione idrica. Trump annuncia intanto la richiesta ad Arabia Saudita e Opec di abbassare il costo del petrolio: “Così – dice – si bloccherebbero le entrate della Russia e si riuscirebbe a porre fine alla guerra in Ucraina”. A questo si aggiunge la già nota minaccia di dazi per raggiungere un obiettivo che aveva promesso di centrare in 24 ore. “Il conflitto non dipende dai prezzi del petrolio”, replica a stretto giro il Cremlino, che ribadisce l'apertura del presidente russo Putin al dialogo: “Mosca – conclude – sta aspettando segnali da Washington”.