
Oggi, il 22 aprile, si celebra la Giornata della Terra, nata nel 1970 negli Stati Uniti, quando 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra, in un momento storico segnato dal crescente malcontento verso l’inquinamento industriale e la mancanza di regolamentazioni ambientali.
Per il 2025 il tema scelto per la Giornata della Terra è “Our Power, Our Planet” – ovvero “Il nostro potere, il nostro pianeta”.
Circa 774 milioni di bambini – un terzo della popolazione infantile mondiale – sono esposti al duplice rischio della povertà e della crisi climatica. Così Save the Children sottolinea la necessità di accelerare l’azione globale verso un futuro più sostenibile.
Il 2024 è l’anno più caldo mai registrato negli ultimi 175 anni di misurazione delle temperature e il primo anno in cui la temperatura media globale ha superato di oltre 1,5°C i livelli preindustriali.
“È necessario che i bambini e i giovani siano al centro delle politiche e dei processi decisionali che riguardano il clima. A quasi 10 anni dallo storico Accordo di Parigi è fondamentale agire quindi con urgenza per realizzare interventi e assicurare i finanziamenti necessari per promuovere politiche di mitigazione e di adattamento che tengano conto dei diritti dei bambini, delle bambine e dei giovani. È anche un’occasione per ribadire l’importanza di rafforzare la cooperazione internazionale e il dialogo multilaterale su questi temi in previsione della COP30 di novembre in Brasile” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.
L'ONU Italia ha dichiarato la sua preoccupazione: “La nostra Madre Terra sta chiaramente sollecitando una chiamata all’azione. La natura soffre. Gli oceani si riempiono di plastica e diventano più acidi. Il caldo estremo, gli incendi e le inondazioni hanno colpito milioni di persone. Il cambiamento climatico, le modifiche apportate dall’uomo alla natura e i crimini che sconvolgono la biodiversità, come la deforestazione, l’intensificazione dell’agricoltura e della produzione di bestiame o il crescente commercio illegale di animali selvatici, possono accelerare la velocità di distruzione del pianeta.”