
Li aveva promessi e ora stanno per arrivare. Da domani entrano in vigore i dazi commerciali imposti dagli Usa sulle importazioni da Canada, Messico e Cina. Lo annuncia il presidente Donald Trump, pur ammettendo che gli americani potrebbero essere danneggiati dall'avvio della guerra commerciale. “Chi è contrario lavora per Pechino”, secondo il Tycoon. Ma le tre Nazioni colpite si dicono pronte a contrattaccare. “Presto toccherà all'Ue”, avverte il capo della Casa Bianca. Ma anche Bruxelles assicura che risponderebbe “con fermezza”. Si vedono intanto i primi effetti dell'annuncio delle tariffe, con le borse europee impaurite – Parigi, la peggiore, cede il 2% -, criptovalute a picco – bruciano quasi 600 miliardi - ed euro ai minimi sul dollaro da più di due anni. “In una guerra commerciale chi ride è la Cina – commenta l'alto rappresentante Ue Kallas -. Stati Uniti ed Europa hanno bisogno gli uni degli altri. Non fa bene a posti di lavoro e consumatori”.
Anche i leader Ue alzano la voce: “Pronti a rispondere ai dazi con dazi – promette Scholz, Germania -, ma la priorità è evitare la guerra a suon di tariffe”. “L'Ue dovrà farsi rispettare e reagire”, tuona Macron, Francia. Il vicepremier Tajani ribadisce il concetto della Kallas: “Le due economie sono interconnesse”. Canada, Messico e Cina oggi a confronto con il Tycoon. La Cina pare proporrà il riavvio dell'accordo commerciale del 2020, raggiunto con Trump I, con impegni a non svalutare yuan e una stretta alle esportazioni di precursori del fentanyl, di cui il Dragone è il principale produttore. A tirare le fila delle sorti globali pare al momento ci siano gli Usa, insomma. E proprio a Washington comincia la seconda fase del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, con i colloqui indiretti tra Israele e Hamas. Domani Netanyahu volerà da Trump per una visita, in un clima di incertezza su temi e modalità del dialogo per la pace.