Consiglio: in Comma Comunicazioni è di nuovo scontro su Banca Centrale

Consiglio: in Comma Comunicazioni è di nuovo scontro su Banca Centrale.
Un minuto di silenzio per le vittime di Nizza: si apre così il Consiglio di luglio, quello che è stato definito il banco di prova della maggioranza. E così sarà. Prima, però, il richiamo ad un'azione comune contro il terrorismo e l'annuncio da parte di Valentini di un gruppo di lavoro per un piano strategico di prevenzione. Lo sguardo torna poi ai fatti interni e la maggioranza entra in collisione su Banca Centrale. Ad accendere la miccia è Rete, che porta all'attenzione dell'Aula quanto accaduto in Commissione Esteri, vale a dire la bocciatura di due Residenze per collaborazioni da 150.000 euro lordi l'anno, nonostante il referendum sul tetto degli stipendi e la chiusura dell'Istituto in perdita. All'invito ad avere coraggio e riferire in Aula, il Segretario alle Finanze risponde che c'è un problema di segretezza su problematiche delicate. Riguardo alle due professionalità, “sono in forza in Banca Centrale perché il Consiglio Direttivo nella sua autonomia le ha ritenute necessarie per rafforzare la struttura”. La richiesta di residenza – spiega Capicchioni - era in linea con le norme vigenti. Compreso il compenso perché deliberato prima del referendum. “La Commissione Esteri doveva esprimersi prendendo atto della volontà del Congresso, cosa che non è stata fatta”. E viene riconosciuto dal Segretario come un problema politico non da poco che la maggioranza dovrà valutare e approfondire. Sulle sue parole si apre il conflitto tra le forze di Bene Comune. Maria Luisa Berti di Ns puntualizza che non c'è nulla di anomalo perché non c'è obbligo di presa d'atto da parte della Commissione delle delibere del Congresso. Non sono state concesse le due residenze – spiega - perché non è ancora chiara la missione politica di Banca Centrale. “Non si capisce – continua la Berti - quale sia l'inserimento delle due figure in una struttura con un forte disavanzo, in considerazione dell'esito referendario e quando non sappiamo ancora cosa ne sarà della centrale rischi”. Si allargano nuovamente le distanze fra DC e Psd sul concetto di autonomia, già evidenziato all'indomani del licenziamento di Vivoli. E se c'è chi come Marco Podeschi rileva il problema politico e un odg disatteso sul sistema bancario e finanziario, Luigi Mazza va ancora più indietro e ricorda altri odg rimasti su carta. Conferma la fiducia ai vertici di Banca Centrale ma su una cosa vuole essere chiaro: non delega in bianco. Chiede invece il rispetto dell'impegno di un lavoro condiviso, un'azione coordinata tra Governo, Comitato per il Credito e il Risparmio, banche, forze politiche. E' un punto – ricorda - che torna a più riprese nei vari odg adottati negli anni. Il capogruppo Dc ribadisce: siamo con la dirigenza ma deve dirci qual'è il suo programma e se coincide con le linee politiche. Punto che lo vede in accordo con Rete. “Non si può parlare di autonomia – dice Roberto Ciavatta - se è rivolto sempre alla politica perché non metta becco su quello che deve succedere all'interno”.
“Dobbiamo decidere di interventi di portata epocale e invece parliamo di residenze, qualcosa non mi torna”, commenta Giovagnoli. Poi invita a non spostare la battaglia politica sugli organi dirigenziali mettendoli sempre in discussione. Esorta a mettere da parte critiche sterili perché in ballo – ricorda - non ci sono residenze o vertici ma molto di più. L'obiettivo è garantire che il sistema tenga. Ma le frizioni in maggioranza non piacciono all'opposizione che parla di un Governo a fine corsa, diviso. “Se non siete in grado di trovare una sintesi restituite la parola ai cittadini” chiedono Upr e Civico 10. “E' un Governo che non governa” tuona Federico Pedini Amati. Banca Centrale s'intreccia con la sanità, altro tema caldo che torna in Comma Comunicazioni. Duro l'attacco di Mimma Zavoli a Mussoni, ritenuto inadeguato nella gestione politica e “che si sta rivelando – accusa – una vera sciagura per l'Istituto”. E sullo 'scavalcamento' del Congresso sulla Commissione, la Zavoli ha una sua spiegazione: è stata offerta una scialuppa di salvataggio a un Segretario le cui dimissioni sarebbero state ineluttabili in caso di accoglimento di quelle dei vertici Iss. Augusto Michelotti dice di sentirsi offeso e in pericolo, “si è compiuto una specie di colpo di Stato” secondo Francesca Michelotti che sulle banche dice: dobbiamo abbattere l'egemonia della dc sul sistema bancario. E suonano allarmanti le parole del Segretario Giuseppe Morganti: siamo di fronte ad una catastrofe – dice, ed invita ad unirsi e sostenere chi abbiamo scelto per condurre la battaglia. “Non uccidiamo col fuoco amico persone e funzioni di chi cerca di superare queste difficoltà”. Da segnalare la presentazione da parte di Manuel Ciavatta del Pdcs di un Odg che chiede un progetto di legge per vietare la maternità surrogata a San Marino.

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