
Fingere di essere indaffarati a lavoro, di essere sempre sul pezzo, è ormai un esercizio creativo nel mantenere una facciata di produttività. I numeri sono inquietanti. Da una ricerca emerge che il 58% dei dipendenti americani ha ammesso di fingere regolarmente di lavorare.
Addirittura chi fa ghostworking cerca anche un altro lavoro più retribuito e meno stressante. Del resto, con lo smartworking, i dipendenti stanno cercando di capire come avere più tempo a disposizione senza farsene accorgere.
Pensate che il 23% dei ghostworker se ne va in giro per l’ufficio con un quaderno, come se dovesse portarlo da qualche parte o perché gli serve per scrivere e il 22% digita a caso parole senza senso sulla tastiera.
Il 15% fa finta di telefonare e quindi mentre digita a caso sulla tastiera tiene il telefono attaccato all’orecchio e il 12% simula riunioni online stando con le cuffiette in testa. Un altro 15% tiene sullo schermo i fogli di calcolo, ma consulta altri siti extra lavorativi e il 24% cerca un nuovo impiego e il 23% si candida a nuove posizioni tramite i computer aziendali e il 20% risponde tranquillamente alle chiamate dei reclutatori, direttamente dall’ufficio.
E se tutto questo non bastasse il 19% si reca ai colloqui di lavoro rubando ore all’azienda. Adesso si sta cercando di intervenire, cercando di riequilibrare responsabilità ed autonomia, In modo da fornire ai dipendenti gli strumenti e la fiducia per essere davvero produttivi e non apparire impegnati.