
La partenza a fari spenti o quasi, con un unico obiettivo dichiarato, quello di riavvicinare squadra e tifosi. Così il Forlì si è preso il campionato domenica dopo domenica, affidando la squadra ad Alessandro Miramari, uno che il risultato lo cerca solo attraverso il gioco. Il resto è quello che è successo e lo spiega il Direttore Generale Matteo Mariani:
"Avevamo questo chiaro intento di riportare la gente con entusiasmo al Morgagni e comunque ricreare questa connessione con i forlivesi attraverso il gioco, infatti abbiamo fatto delle scelte tecniche proprio precise e ponderate per questo motivo qui e ovviamente credendo nella bontà del lavoro, nella qualità del lavoro. Questo ha portato sicuramente un entusiasmo che è andato a crescere partita dopo partita. Poi si sa, le vittorie aiutano e comunque la festa è avvenuta qualche settimana fa dopo la vittoria con la Pistoiese che ha consacrato i campioni alla testimonianza anche del lavoro fatto durante questa stagione".
Un campionato di vertice, le certezze che aumentavano, il campo che diceva quanto il Forlì dovesse davvero crederci. E se con la Pistoiese è arrivata la matematica, qualche settimana prima qualcosa era già cambiato:
"Sarebbe troppo facile dire che dopo la vittoria col Ravenna abbiamo sicuramente la consapevolezza che ci mancava poco perché ci siamo detti siamo forti e abbiamo tutto per poter andare a vincere. Secondo me dopo la vittoria all'ultimo secondo contro il Lentigione che è avvenuta qualche settimana prima lì abbiamo capito che davvero poteva essere il nostro momento, dovevamo crederci assolutamente. Infatti siamo andati con grande forza verso il rush finale, ricordate abbiamo fatto 14 vittorie consecutive quindi io penso che sia qualcosa di incredibile e questo ci ha dato sicuramente forza partita dopo partita".