
L'idea che lavorare bene prima o poi debba pagare dividendi trova puntuale applicazione nel progetto Rimini, una proprietà che investe senza sperperare dirigenti esperti, allenatore giovane e bravo e squadra competitiva. La prima cartina torna sola è la finale di Coppa Italia, sfiorata la scorsa stagione e conquistata quest'anno.
"Sono confronti a eliminazione diretta -dice il Direttore Generale Giuseppe Geria- può succedere di tutto, però dopo l'anno scorso dove non ci siamo riusciti un po' per demerito nostro un po' per varie vicissitudini, quest'anno ci tenevamo, ci siamo riusciti, vediamo come andrà. Prima di tutto speriamo che sia una festa con tanti ospiti e anche voi e poi vediamo, speriamo. Logicamente adesso le finali di solito si dice se giocano per vincerle, speriamo di farcela".
Crescere è la parola d'ordine e quindi strutture attorno al fatto tecnico. Una cittadella dello sport all'avanguardia è il passo successivo, i lavori sono in pieno svolgimento:
"I lavori proseguono, logicamente la burocrazia italiana non è facile da comprendere e soprattutto da attuare, però prosegue tutto, siamo nei tempi e ci sono le aziende che ci stanno lavorando, quindi ci auguriamo presto di entrare in quella che può essere, si chiamerà Responsible Health and Performance, la casa del Rimini".
Rimini squadra del momento, dal direttore Geria un appello all'equilibrio:
"Sono momenti in cui magari ti gira bene un qualcosa e tutti prendono più fiducia, qualche altra volta non è andata come magari ci si aspettava, però la cosa curiosa che a me fa sorridere è che tutti gli allenatori, tutte le società hanno qualcosa da recriminare. Però è uno sport nel quale uno vince e uno perde, non è che tutti sempre debbano vincere, così non è possibile, quindi si accetta anche il momento negativo, si cerca di superare quelle partite. Io dico sempre che esperienza fa esperienza, quindi anche da una sconfitta si può trarre del beneficio".