Ad integrazione del comunicato APAS della serata di ieri, aggiungiamo alcune considerazioni dopo aver letto ed esaminato attentamente le dichiarazioni del Dipartimento Prevenzione, UOS Sanità Veterinaria ed Igiene Alimentare, cosa non avvenuta nell’imminente, poiché le energie dei volontari dell’APAS vengono di solito impegnate costantemente sul campo durante l’intera giornata.
Nel ribadire la miopia con cui in Servizio Veterinario ha giudicato il grave episodio di maltrattamento del cane, desideriamo entrare nel merito di alcune patetiche considerazioni addotte dal Dirigente del Dipartimento, che nulla hanno a che vedere con la tragica vicenda e che possono essere intese anche come una velata e meschina minaccia nei confronti dell’APAS.
Il merito alla disponibilità “a collaborare con l’APAS e a continuare a destinare risorse economiche e materiali”, ricordiamo nel caso vi fossero amnesie da “colpi di calore”, che tutto ciò non avviene per gentile concessione del Dipartimento, ma è previsto dalla Convenzione in materia di randagismo fra la Segreteria di Stato per la Sanità e L’APAS, al fine di dare attuazione agli obblighi dello Stato derivanti dalla Legge 23 Aprile n° 54 del 1991 “Prevenzione del randagismo, tutela della popolazione canina e felina e della salute pubblica”. Quindi l’APAS oltre ad aggiungere tutto ciò, risorse economiche dei cittadini attraverso donazioni, 3X1000, attività di raccolta fondi, risorse personali dei volontari economiche, umane e di tempo, svolge un’attività spettante allo Stato, il quale ha demandato ad essa, attraverso una specifica Convenzione parte degli obblighi di legge. (Sussidiarietà orizzontale)
Pertanto, la disponibilità a collaborare da parte del Dipartimento Sanità pubblica, e Servizio Veterinario, si configura come un semplice dovere del Dipartimento stesso nella veste di Ufficio individuato dalla Convenzione in materia in base agli articoli 2, 3, 4 e 6, che recepisce appunto i contenuti della suddetta normativa. Le critiche che l’APAS ha rivolto al Servizio Veterinario di Stato, frutto del comune sentire dell’opinione pubblica, sono più che legittime, in quanto i dipendenti pubblici, quali servitori dello Stato e pagati dalla comunità, debbono mettere in conto anche dissensi sul loro modo di operare da parte della società civile.
Nessuna elargizione, per bontà o disponibilità o magnanimità viene fatta all’APAS dal Dipartimenti Sanità, poiché la Convenzione per la gestione del canile/gattile viene stipulata fra l’APAS e la Segreteria di Stato alla Sanità, quindi con il Governo. Inoltre, a proposito di collaborazione, cerchiamo di non confondere le acque e le idee ai cittadini: ancora una volta, si ribadisce che è l’APAS che collabora con gli Uffici competenti nella prevenzione del randagismo, nella tutela del benessere animale e della salute pubblica, il Dipartimento Sanità Pubblica invece deve svolgere questi compiti per legge!!!
Detto ciò, siamo convinti che le collaborazioni sono indispensabili per risolvere problematiche sociali e sanitarie, in cui vi possano trovare vantaggi la comunità e gli animali stessi. Un semplice esempio? La prevenzione e il controllo del randagismo felino previsto dalla legge e dalla convenzione in materia, oggi quasi fuori controllo, praticamente tutto sulle spalle dell’APAS che lavora a livello volontario giorno e notte, per far fronte alle emergenze e alle segnalazioni costanti dei cittadini. In questo senso l’APAS denuncia la quasi completa latitanza del Servizio Veterinario di Stato su questa problematica. Su questo tema ed anche sulle gravi carenze del Servizio Cinofilo dello Stato, l’APAS a qualsiasi dibattito pubblico ed ai necessari incontri istituzionali.
L’UFFICIO STAMPA APAS
Nel ribadire la miopia con cui in Servizio Veterinario ha giudicato il grave episodio di maltrattamento del cane, desideriamo entrare nel merito di alcune patetiche considerazioni addotte dal Dirigente del Dipartimento, che nulla hanno a che vedere con la tragica vicenda e che possono essere intese anche come una velata e meschina minaccia nei confronti dell’APAS.
Il merito alla disponibilità “a collaborare con l’APAS e a continuare a destinare risorse economiche e materiali”, ricordiamo nel caso vi fossero amnesie da “colpi di calore”, che tutto ciò non avviene per gentile concessione del Dipartimento, ma è previsto dalla Convenzione in materia di randagismo fra la Segreteria di Stato per la Sanità e L’APAS, al fine di dare attuazione agli obblighi dello Stato derivanti dalla Legge 23 Aprile n° 54 del 1991 “Prevenzione del randagismo, tutela della popolazione canina e felina e della salute pubblica”. Quindi l’APAS oltre ad aggiungere tutto ciò, risorse economiche dei cittadini attraverso donazioni, 3X1000, attività di raccolta fondi, risorse personali dei volontari economiche, umane e di tempo, svolge un’attività spettante allo Stato, il quale ha demandato ad essa, attraverso una specifica Convenzione parte degli obblighi di legge. (Sussidiarietà orizzontale)
Pertanto, la disponibilità a collaborare da parte del Dipartimento Sanità pubblica, e Servizio Veterinario, si configura come un semplice dovere del Dipartimento stesso nella veste di Ufficio individuato dalla Convenzione in materia in base agli articoli 2, 3, 4 e 6, che recepisce appunto i contenuti della suddetta normativa. Le critiche che l’APAS ha rivolto al Servizio Veterinario di Stato, frutto del comune sentire dell’opinione pubblica, sono più che legittime, in quanto i dipendenti pubblici, quali servitori dello Stato e pagati dalla comunità, debbono mettere in conto anche dissensi sul loro modo di operare da parte della società civile.
Nessuna elargizione, per bontà o disponibilità o magnanimità viene fatta all’APAS dal Dipartimenti Sanità, poiché la Convenzione per la gestione del canile/gattile viene stipulata fra l’APAS e la Segreteria di Stato alla Sanità, quindi con il Governo. Inoltre, a proposito di collaborazione, cerchiamo di non confondere le acque e le idee ai cittadini: ancora una volta, si ribadisce che è l’APAS che collabora con gli Uffici competenti nella prevenzione del randagismo, nella tutela del benessere animale e della salute pubblica, il Dipartimento Sanità Pubblica invece deve svolgere questi compiti per legge!!!
Detto ciò, siamo convinti che le collaborazioni sono indispensabili per risolvere problematiche sociali e sanitarie, in cui vi possano trovare vantaggi la comunità e gli animali stessi. Un semplice esempio? La prevenzione e il controllo del randagismo felino previsto dalla legge e dalla convenzione in materia, oggi quasi fuori controllo, praticamente tutto sulle spalle dell’APAS che lavora a livello volontario giorno e notte, per far fronte alle emergenze e alle segnalazioni costanti dei cittadini. In questo senso l’APAS denuncia la quasi completa latitanza del Servizio Veterinario di Stato su questa problematica. Su questo tema ed anche sulle gravi carenze del Servizio Cinofilo dello Stato, l’APAS a qualsiasi dibattito pubblico ed ai necessari incontri istituzionali.
L’UFFICIO STAMPA APAS
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