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Assestamento di bilancio: per C10 poco di cui esultare

11 ott 2015
Assestamento di bilancio: per C10 poco di cui esultare
Assestamento di bilancio: per C10 poco di cui esultare
Il Governo ha presentato, con toni trionfalistici, l'assestamento di bilancio.
In realtà noi troviamo davvero poco per cui esultare: il bilancio è stato riportato in equilibrio solo grazie a prepensionamenti di massa dei dipendenti Pa (che però portano a 6 milioni di euro in più di oneri per il fondo pensioni solo quest'anno), ad una forte riduzione della spesa per investimenti (scelta che non fa che deprimere lo sviluppo economico) ed a tagli lineari dei capitoli di bilancio (che hanno portato a tagli a stanziamenti importanti, come quelli per la promozione energetica o per i contributi alle imprese). In più, provvedimenti di carattere straordinario come il condono fiscale, che hanno portato a entrate non ripetibili.
Si tratta quindi di un equilibrio raggiunto con scelte certamente poco felici.
Ma non basta, perchè il Governo, oltre a tagliare con l'accetta e a cercare di spostare oneri su altri capitoli (come quello pensionistico), sta procedendo senza remora sulla strada dell'indebitamento dello Stato.
Questo bilancio conferma questa scelta. Vi sono 3 emissioni obbligazionarie per 102 milioni di euro complessivi.
Una da 32 milioni servirà a rimborsare le banche che hanno finanziato i deficit (quindi la spesa corrente) degli anni passati. Si tratterà di titoli liberamente commerciabili, che possono quindi anche finire in mani non sammarinesi: si inaugura quindi l'era dell'indebitamento verso l'estero, una scelta sconsiderata dal nostro punto di vista.
Altri 30 milioni serviranno a finanziare gli investimenti deliberati nell'ultima finanziaria. Investimenti di cui non conosciamo assolutamente il ritorno economico perchè il Governo, anzichè fare una seria analisi costi-benefici, si è limitato a fare proclami. Non sappiamo quindi se il ritorno supererà il costo del debito.
C'è poi l'ultimo debito, quello da 40 milioni, che servirà a ricapitalizzare la Cassa di Risparmio. Si tratta del 3° intervento in pochi anni, che porta l'intervento patrimoniale dello Stato a 185 milioni (più 35 del fondo pensioni).
A fronte di questa scelta abbiamo chiesto, con un ordine del giorno firmato da Civico10, Sinistra Unita e Unione per la Repubblica, di avere dati certi attraverso una relazione e una audizione della Banca Centrale, ma soprattutto di riformare la governance della Carisp (dato che la dirigenza è ancora espressione piena della vecchia gestione) e di rivedere l'assetto proprietario della stessa (visto che, nonostante tutti questi interventi, la maggioranza delle azioni di Cassa sono in mano alla Fondazione San Marino - Sums, che da tempo non mette soldi nella banca).
Richieste, crediamo, pienamente giustificate e suggerite anche dal Fondo Monetario Internazionale che da anni, nel corso delle sue visite, le caldeggia fortemente.
Apprezziamo che queste richieste hanno trovato il sostegno esplicito di Alleanza Popolare e, anche se non palesato, di alcuni consiglieri di maggioranza. Peccato per il fatto che il Partito Socialista abbia impedito l'approvazione dell'odg votando con la Dc e il resto della maggioranza: ma si è solo palesato quello che tutti sapevano da mesi.
E peccato anche che tutti i consiglieri membri della Fondazione della Cassa di Risparmio non si siano astenuti dal votare l'ordine del giorno, come un minimo di buon senso e di buona cultura istituzionale avrebbe suggerito. Ma anche questa è una triste abitudine.
Ci auguriamo che i prossimi passaggi consentano di attuare sostanzialmente quanto richiesto non solo da noi ma anche dall'FMI, prima della seconda lettura dell'assestamento. Quando si mettono così tanti soldi in un istituto, servono scelte rigorose e decise.
Movimento Civico 10

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