Roberto Ciavatta – comma comunicazioni 26.10.2015
Trascrizione intervento da file audio
"Intervengo alla luce dell’intervento fatto dal Segretario Valentini che, devo dire, ho molto apprezzato. Non condivido alcune delle sue considerazioni ma apprezzo la volontà di venire in aula a riconoscere una serie di elementi che ormai sono di pubblico dominio. Nel senso che l’ordinanza che ha portato all‘arresto di Gabriele Gatti, ognuno di noi ha avuto modo di leggerla in tutta la sua gravità. Ora io mi sono a lungo chiesto come impostare un possibile intervento. Innanzitutto la cosa che più mi preme è che venga riconosciuta, pur nella differenza di soluzioni che si indicano e che noi indicheremo nel corso di questo intervento come possibili soluzioni pe l’uscita da questa situazione, venga considerata per quello che è. Cioè non se uno indica una soluzione diversa necessariamente vuole fare di tutta l’erba un fascio o distruggere una classe politica ecc.
Cerco di basarmi sul contenuto di questa e delle altre ordinanze, su ciò che emerso sulla stampa per quel che riguarda il conto Mazzini. C’è la descrizione di un sistema che ha governato il paese per lunghi anni e che a detta dei magistrati continua oggi ad essere la pratica di gestione della cosa pubblica. Ora, ripeto, responsabilmente, nessuno di noi, quantomeno non certo io, dice che i quest’aula non ci siano stati dei passi avanti o che non si siano create le condizioni affinché la magistratura potesse procedere. Io non c’ero nella legislatura precedente, immagino cosa significasse stare in quest’aula insieme a Gabriele Gatti, Fiorenzo, Stolfi, Claudio Podeschi, Germano De Biagi e insieme a questo bel gruppo di persone. Posso solo immaginarlo quindi ovviamente dei grandi passi avanti son stati fatti, quantomeno queste persone non hanno avuto la possibilità di candidarsi. Però noi dobbiamo attenerci a quello che emerge dalle carte. E quello che emerge credo possa considerarsi drammatico. Le carte ci dicono che oggi la carcerazione per Gabriele Gatti è indispensabile in quanto, oggi, confida e può confidare su persone e soggetti all’interno delle istituzioni pronti ad andare in aiuto a Gabriele Gatti se sono richieste. Questo dice la magistratura. La magistratura ci parla di un sistema in cui ovviamente le 4/5 figure principali non si sono potute riproporre ma parla anche di un sistema che era regolamentato intono alla gestione del voto di scambio. E allora la prima domanda che ci si deve fare è: dove sono finiti quei 3000, 4000 voti che avevano come bagaglio quelle persone? E forse lo si può ricavare dallo scostamento di voti di singoli personaggi politici dalle elezioni precedenti a quelle attuali e magari da alcune vicinanze extra consigliari che alcune di queste persone avevano.
Ora non è un segreto, ognuno di voi avrà avuto modo di leggere quali sono le nostre intenzioni, qual è dal nostro punto di vista la soluzione che quest’aula dovrebbe proporre. Anche qui, non per fare i giustizialisti: ci sono responsabilità di tipo penale che sono i giudici a dover valutare e hanno le loro tempistiche. Ci sono delle responsabilità politiche che l’aula deve riconoscere, che noi stessi dobbiamo riconoscere, proprio per evitare che la cittadinanza faccia di quest’aula faccia di tutta l’erba un fascio. Io capisco che spesso il punto di vista dal quale si guardano queste situazioni evoca soluzioni di tipo differente. Io vi dico qual è la mia considerazione anche alla luce delle possibilità di ragionare di parlare con i cittadini, con quelli che conosco personalmente, con quelli che incontro per strada. Il rischio è che se quest’aula consiliare non prende una decisione radicale per tentare di – scusate il gioco di parole - eradicare dal suo interno coloro che ancora oggi sono parte di questo sistema, credo che non stiamo facendo il gioco favorevole nella direzione di raggiungere gli obiettivi che il Segretario Valentini ha poc’anzi evocato.
Ci sono sicuramente situazioni di consiglieri e Segretari che fanno pensare che ci possa essere, non dico un coinvolgimento come emerge sulla stampa per i reati commessi dai politici in questione, che son stati incarcerati, subiscono dei processi ecc. ma quantomeno situazioni di illegalità diffusa o di adesione ad una logica di gestione del potere, che sono parte di questa vecchia politica che mi auguro che tutta l’aula voglia lasciarsi alle spalle. E allora io sono convinto che in quest’aula la maggioranza di persone voglia favorire il cambiamento e voglia lasciarsi alle spalle tutte queste situazioni che fanno male al paese, fanno male alla nostra reputazione. Fanno male perché siamo stati sulla stampa nazionale italiana. E fanno male anche in prospettiva perché se noi fingiamo di non sapere che ci sono altre posizioni all’interno dell’aula consiliare che nei prossimi mesi potrebbe vedere aperte delle indagini nei loro confronti, allora continuiamo ad esporre quest’aula ad ulteriori situazioni di disagio, di danno reputazionale. Voi provate a immaginare, dopo quello che è successo, se noi dovessimo continuare ancora per questa strada. Dico che ci sono elementi per ragionare in questa direzione. Voi sapete noi in passato abbiamo chiesto, in tutte le occasioni a cui ci sono state aperture di indagini nei confronti di consiglieri, di dimettersi. Nessuno si è mai dimesso. Sei persone, sei consiglieri si sono dimessi alcuni perché raggiunti da rinvio a giudizio, altri perché indagati ma insomma tutti per problemi legati alla giustizia. E legati alla giustizia non per marachelle o per non aver pagato una multa, ma per problemi connessi a finanziamenti illeciti ai partiti, truffa, riciclaggio…sarà la magistratura a dirlo.
Nelle ordinanze appaiono altri nomi di membri di questo Consiglio Grande e Generale che probabilmente nei prossimi mesi vedranno aperte delle posizioni nei loro confronti se non altro per verificare sei dati e gli elementi che la magistratura ha oggi possano condurre a dei rinvii a giudizio. E ci sono posizioni che, dal mio punto di vista, sono drammaticamente gravi. Anche alla luce di quello che si legge su questa ordinanza, e cioè “una fitta rete di conoscenze e amicizie con soggetti investiti di cariche istituzionali pronti a intervenire se richiesti in aiuto del prevenuto in cambio dei favori ottenuti o promessi o auspicabili in considerazione del potere che Gatti e gli associati hanno esercitato per decenni e tuttora esercitano con operatori bancari, organizzazioni sindacali, funzionari di istituzioni, personale diplomatico ”. Questo è il tenore del contenuto dell’ordinanza.
Nell’ordinanza e negli stralci apparsi sulla stampa connessi alle indagini su Conto Mazzini si parla di posizioni di difficoltà, che creano sospetto. Lo creano legittimamente nei membri delle istituzioni; lo creano altrettanto, se non di più, legittimamente nella cittadinanza che si trova bombardata da una serie di informazioni che spesso e volentieri è difficile organizzare. Una posizione di difficoltà di grande sospetto che si apre alla luce dell’ordinanza è la presenza di un consigliere, Marco Gatti, in società con Gabriele Gatti: una società chiusa a maggio di quest’anno che - dice la magistratura - dal 2010 al 2015 (quindi fino a quest’anno) è stata utilizzata unicamente per far circolare soldi provento illecito di Gabriele Gatti incassati dalla famiglia. Ora, io non dico che Marco Gatti debba avere il controllo assoluto delle società di cui fa parte ma essendo socio di una società insieme a Gabriele Gatti dopo tutto quello che è emerso, visto che non è proprio uno stinco di santo, magari un’attenzione in più magari si dovrebbe porre. Altrimenti il sospetto è che Marco Gatti sapesse. E se Marco Gatti sapeva è correo di quello che la magistratura fa emergere.
Un altro elemento che ha fatto emergere la magistratura è il tentativo di delegittimazione della magistratura stessa posto in atto da Podeschi, Gatti e Giuseppe Roberti: parlano dell’opzione, dell’opportunità di far richiedere una Commissione d’inchiesta sulla magistratura a un membro delle istituzioni. E noi ci troviamo a giugno il Segretario di Stato Pasquale Valentini che chiede una Commissione di inchiesta sulla magistratura. Io sono sicura che la mia interpretazione sia sbagliata, mi auguro che sia così, che Lei voglia ribadirlo ufficialmente ma, ripeto, io sto elencando una serie di elementi che destano sospetto, che fanno pensare alla cittadinanza – e io lo penso con loro – che quest’aula abbia sì fatto tanti passi avanti ma non si è ancora ripulita di coloro che hanno fatto la loro fortuna all’interno di un sistema e continuano, con i voti ereditati da quel sistema, a perpetrarlo in quest’aula consigliare e che io credo sia il caso, una volta per tutte, di relegare alla storia.
Ci sono poi situazioni di Consiglieri prescritti all’interno della questione Conto Mazzini come ad esempio Remo Giancecchi appena passato dall’UPR alla DC. Anche qui faccio un appello, l’abbiamo già fatto anche in Ufficio di Presidenza: io capisco tutto, abbiamo un gruppo consiliare diviso in due parti dell’aula, noi siamo stretti da una parte e dall’altra in mezzo allo stesso partito. E’ una situazione paradossale, non possiamo nemmeno far circolare fra di noi documenti perché ci sono persone a cui piace fare il salto della quaglia. Tra l’altro con un tempismo perfetto, il salto della quaglia proprio il giorno prima dell’arresto del “numero Uno”. Probabilmente si aspettavano di essere tutelati. Ad esempio abbiamo una situazione in cui Remo Giancecchi è socio di una società che al momento non naviga in buone acque, pare sia indebitata con lo stato. Allora anche questo desta sospetto.
Come desta sospetto il fatto che diverse attività che hanno difficoltà che non sono in regola con il pagamento dei dipendenti, delle bollette, alcune vengono lasciate alla deriva mentre altre, se solo vedono tra i propri gestori, soci o azionisti persone che hanno avuto un passato nella politica, allora in questo caso parte immediatamente l’ipotesi di salvataggio. Penso ad esempio ad un centro commerciale gestito dalla famiglia De Biagi all’interno del quale pare che la Segreteria alla Sanità voglia spostare alcuni uffici dell’ISS, come abbiamo fatto con tanti centri commerciali per andare incontro alle necessità dei singoli, alle spalle di quello che invece succede alla cittadinanza.
E poi ci sono altre posizioni quantomeno imbarazzanti. Penso ad esempio alla posizione del Segretario Mussoni, abituato ad essere imbarazzato sin dai tempi di Lavitola, per lui non sarà una novità. Il fatto che dalle carte emerga che Mussoni è stato per anni il consulente e avvocato di fiducia di Claudio Podeschi, per tutte le transizioni che hanno avuto a che fare le sue società anonime, la Penta Immobiliare ecc. desta sospetto. Allora quello che chiediamo noi, altro elemento, le persone che non sono più in quest’aula che però continuano a dirigere le politiche e le scelte dei partiti di appartenenza come a confermare quello che la magistratura inserisce nell’ordinanza ovvero che i partiti, soprattutto di maggioranza sono diventati crocevia della politica corrotta che hanno occupato ogni istituzione dello stato attraverso legami di partito che sono stati soppiantati dall’affectio criminale. Questo ci dice la magistratura.
Allora io non dico che la situazione attuale sia peggio di quella del 2012. Dico che ci sono ancora legittimi sospetti, forse certezze, convinzioni piuttosto radicate, che in quest’aula ci sono ancora persone che hanno beneficiato di tanti voti resi vacanti da coloro che in questo momento seguono vicende giudiziarie. Penso ad esempio al caso di Mussoni che poi ha preso il posto di Claudio Podeschi (alla sanità): se andiamo a vedere la somma dei suoi voti nel 2008 con quella di Podeschi più o meno son quelli che lei, Mussoni, ha preso nel 2012. Ecco, in vista della continuazione di che progetto, Segretario Mussoni? Perché questo dalle carte emergerà.
Allora tutti gli elementi di continuità con questo passato che tutti almeno la maggior parte di quest’aula vuole lasciarsi alle spalle richiede di mettere in atto un provvedimento immediatamente conoscibile da parte della cittadinanza. Mi rivolgo soprattutto a tutti coloro che fan parte dei partiti di maggioranza, che sono in buona fede, persone che non hanno beneficiato di questo sistema e che questo sistema lo hanno criticato e combattuto, come AP e NS, pur dentro a questi partiti hanno avuto la forza di alzarsi e condannare. Credo che come aula consiliare noi si debba prendere un’azione che ci conduca di qui ai prossimi mesi, ovviamente tenuto conto delle priorità che abbiamo – bilancio dello stato, Cassa di Risparmio ecc - una soluzione che possa trainare il paese sino all’inizio dell’anno prossimo. Ma noi dobbiamo dare al paese, a livello internazionale e mediatico, una risposta. Dobbiamo dare la certezza che finalmente si tornerà alle urne e si chiederà alla cittadinanza di esprimere le proprie preferenze cercando di fare in modo che coloro sui quali ci sono legittimi sospetti, e coloro che potrebbero e potranno e molto probabilmente saranno raggiunti nei prossimi tempi da provvedimenti di natura giudiziaria, non possano ripresentarsi. E quindi si possa confidare una composizione consiliare che finalmente, forse per la prima volta nella storia degli ultimi dei 35/40 anni non debba guardarsi ogni giorno le spalle, non debba preoccuparsi ogni giorno di quello che succede perché consapevole del fatto che non tutti purtroppo ancora al suo interno sono persone di specchiata onorevolezza.
Non nascondiamo che stiamo condividendo la volontà di richiedere una mozione di sfiducia per il governo, per le motivazioni che ho detto: non per colpire un esecutivo ma con la volontà di per difendere le ns istituzione, l’autorevolezza e credibilità delle ns istituzioni da ulteriori sospetti che inevitabilmente, se noi non prendiamo decisioni di questa natura, verranno riproposti all’aula e non solo all’interno dell’aula.
Poi avranno modo i miei colleghi di integrare questo mio primo intervento con la lettura degli ordini del giorno e della mozione. "
Trascrizione intervento da file audio
"Intervengo alla luce dell’intervento fatto dal Segretario Valentini che, devo dire, ho molto apprezzato. Non condivido alcune delle sue considerazioni ma apprezzo la volontà di venire in aula a riconoscere una serie di elementi che ormai sono di pubblico dominio. Nel senso che l’ordinanza che ha portato all‘arresto di Gabriele Gatti, ognuno di noi ha avuto modo di leggerla in tutta la sua gravità. Ora io mi sono a lungo chiesto come impostare un possibile intervento. Innanzitutto la cosa che più mi preme è che venga riconosciuta, pur nella differenza di soluzioni che si indicano e che noi indicheremo nel corso di questo intervento come possibili soluzioni pe l’uscita da questa situazione, venga considerata per quello che è. Cioè non se uno indica una soluzione diversa necessariamente vuole fare di tutta l’erba un fascio o distruggere una classe politica ecc.
Cerco di basarmi sul contenuto di questa e delle altre ordinanze, su ciò che emerso sulla stampa per quel che riguarda il conto Mazzini. C’è la descrizione di un sistema che ha governato il paese per lunghi anni e che a detta dei magistrati continua oggi ad essere la pratica di gestione della cosa pubblica. Ora, ripeto, responsabilmente, nessuno di noi, quantomeno non certo io, dice che i quest’aula non ci siano stati dei passi avanti o che non si siano create le condizioni affinché la magistratura potesse procedere. Io non c’ero nella legislatura precedente, immagino cosa significasse stare in quest’aula insieme a Gabriele Gatti, Fiorenzo, Stolfi, Claudio Podeschi, Germano De Biagi e insieme a questo bel gruppo di persone. Posso solo immaginarlo quindi ovviamente dei grandi passi avanti son stati fatti, quantomeno queste persone non hanno avuto la possibilità di candidarsi. Però noi dobbiamo attenerci a quello che emerge dalle carte. E quello che emerge credo possa considerarsi drammatico. Le carte ci dicono che oggi la carcerazione per Gabriele Gatti è indispensabile in quanto, oggi, confida e può confidare su persone e soggetti all’interno delle istituzioni pronti ad andare in aiuto a Gabriele Gatti se sono richieste. Questo dice la magistratura. La magistratura ci parla di un sistema in cui ovviamente le 4/5 figure principali non si sono potute riproporre ma parla anche di un sistema che era regolamentato intono alla gestione del voto di scambio. E allora la prima domanda che ci si deve fare è: dove sono finiti quei 3000, 4000 voti che avevano come bagaglio quelle persone? E forse lo si può ricavare dallo scostamento di voti di singoli personaggi politici dalle elezioni precedenti a quelle attuali e magari da alcune vicinanze extra consigliari che alcune di queste persone avevano.
Ora non è un segreto, ognuno di voi avrà avuto modo di leggere quali sono le nostre intenzioni, qual è dal nostro punto di vista la soluzione che quest’aula dovrebbe proporre. Anche qui, non per fare i giustizialisti: ci sono responsabilità di tipo penale che sono i giudici a dover valutare e hanno le loro tempistiche. Ci sono delle responsabilità politiche che l’aula deve riconoscere, che noi stessi dobbiamo riconoscere, proprio per evitare che la cittadinanza faccia di quest’aula faccia di tutta l’erba un fascio. Io capisco che spesso il punto di vista dal quale si guardano queste situazioni evoca soluzioni di tipo differente. Io vi dico qual è la mia considerazione anche alla luce delle possibilità di ragionare di parlare con i cittadini, con quelli che conosco personalmente, con quelli che incontro per strada. Il rischio è che se quest’aula consiliare non prende una decisione radicale per tentare di – scusate il gioco di parole - eradicare dal suo interno coloro che ancora oggi sono parte di questo sistema, credo che non stiamo facendo il gioco favorevole nella direzione di raggiungere gli obiettivi che il Segretario Valentini ha poc’anzi evocato.
Ci sono sicuramente situazioni di consiglieri e Segretari che fanno pensare che ci possa essere, non dico un coinvolgimento come emerge sulla stampa per i reati commessi dai politici in questione, che son stati incarcerati, subiscono dei processi ecc. ma quantomeno situazioni di illegalità diffusa o di adesione ad una logica di gestione del potere, che sono parte di questa vecchia politica che mi auguro che tutta l’aula voglia lasciarsi alle spalle. E allora io sono convinto che in quest’aula la maggioranza di persone voglia favorire il cambiamento e voglia lasciarsi alle spalle tutte queste situazioni che fanno male al paese, fanno male alla nostra reputazione. Fanno male perché siamo stati sulla stampa nazionale italiana. E fanno male anche in prospettiva perché se noi fingiamo di non sapere che ci sono altre posizioni all’interno dell’aula consiliare che nei prossimi mesi potrebbe vedere aperte delle indagini nei loro confronti, allora continuiamo ad esporre quest’aula ad ulteriori situazioni di disagio, di danno reputazionale. Voi provate a immaginare, dopo quello che è successo, se noi dovessimo continuare ancora per questa strada. Dico che ci sono elementi per ragionare in questa direzione. Voi sapete noi in passato abbiamo chiesto, in tutte le occasioni a cui ci sono state aperture di indagini nei confronti di consiglieri, di dimettersi. Nessuno si è mai dimesso. Sei persone, sei consiglieri si sono dimessi alcuni perché raggiunti da rinvio a giudizio, altri perché indagati ma insomma tutti per problemi legati alla giustizia. E legati alla giustizia non per marachelle o per non aver pagato una multa, ma per problemi connessi a finanziamenti illeciti ai partiti, truffa, riciclaggio…sarà la magistratura a dirlo.
Nelle ordinanze appaiono altri nomi di membri di questo Consiglio Grande e Generale che probabilmente nei prossimi mesi vedranno aperte delle posizioni nei loro confronti se non altro per verificare sei dati e gli elementi che la magistratura ha oggi possano condurre a dei rinvii a giudizio. E ci sono posizioni che, dal mio punto di vista, sono drammaticamente gravi. Anche alla luce di quello che si legge su questa ordinanza, e cioè “una fitta rete di conoscenze e amicizie con soggetti investiti di cariche istituzionali pronti a intervenire se richiesti in aiuto del prevenuto in cambio dei favori ottenuti o promessi o auspicabili in considerazione del potere che Gatti e gli associati hanno esercitato per decenni e tuttora esercitano con operatori bancari, organizzazioni sindacali, funzionari di istituzioni, personale diplomatico ”. Questo è il tenore del contenuto dell’ordinanza.
Nell’ordinanza e negli stralci apparsi sulla stampa connessi alle indagini su Conto Mazzini si parla di posizioni di difficoltà, che creano sospetto. Lo creano legittimamente nei membri delle istituzioni; lo creano altrettanto, se non di più, legittimamente nella cittadinanza che si trova bombardata da una serie di informazioni che spesso e volentieri è difficile organizzare. Una posizione di difficoltà di grande sospetto che si apre alla luce dell’ordinanza è la presenza di un consigliere, Marco Gatti, in società con Gabriele Gatti: una società chiusa a maggio di quest’anno che - dice la magistratura - dal 2010 al 2015 (quindi fino a quest’anno) è stata utilizzata unicamente per far circolare soldi provento illecito di Gabriele Gatti incassati dalla famiglia. Ora, io non dico che Marco Gatti debba avere il controllo assoluto delle società di cui fa parte ma essendo socio di una società insieme a Gabriele Gatti dopo tutto quello che è emerso, visto che non è proprio uno stinco di santo, magari un’attenzione in più magari si dovrebbe porre. Altrimenti il sospetto è che Marco Gatti sapesse. E se Marco Gatti sapeva è correo di quello che la magistratura fa emergere.
Un altro elemento che ha fatto emergere la magistratura è il tentativo di delegittimazione della magistratura stessa posto in atto da Podeschi, Gatti e Giuseppe Roberti: parlano dell’opzione, dell’opportunità di far richiedere una Commissione d’inchiesta sulla magistratura a un membro delle istituzioni. E noi ci troviamo a giugno il Segretario di Stato Pasquale Valentini che chiede una Commissione di inchiesta sulla magistratura. Io sono sicura che la mia interpretazione sia sbagliata, mi auguro che sia così, che Lei voglia ribadirlo ufficialmente ma, ripeto, io sto elencando una serie di elementi che destano sospetto, che fanno pensare alla cittadinanza – e io lo penso con loro – che quest’aula abbia sì fatto tanti passi avanti ma non si è ancora ripulita di coloro che hanno fatto la loro fortuna all’interno di un sistema e continuano, con i voti ereditati da quel sistema, a perpetrarlo in quest’aula consigliare e che io credo sia il caso, una volta per tutte, di relegare alla storia.
Ci sono poi situazioni di Consiglieri prescritti all’interno della questione Conto Mazzini come ad esempio Remo Giancecchi appena passato dall’UPR alla DC. Anche qui faccio un appello, l’abbiamo già fatto anche in Ufficio di Presidenza: io capisco tutto, abbiamo un gruppo consiliare diviso in due parti dell’aula, noi siamo stretti da una parte e dall’altra in mezzo allo stesso partito. E’ una situazione paradossale, non possiamo nemmeno far circolare fra di noi documenti perché ci sono persone a cui piace fare il salto della quaglia. Tra l’altro con un tempismo perfetto, il salto della quaglia proprio il giorno prima dell’arresto del “numero Uno”. Probabilmente si aspettavano di essere tutelati. Ad esempio abbiamo una situazione in cui Remo Giancecchi è socio di una società che al momento non naviga in buone acque, pare sia indebitata con lo stato. Allora anche questo desta sospetto.
Come desta sospetto il fatto che diverse attività che hanno difficoltà che non sono in regola con il pagamento dei dipendenti, delle bollette, alcune vengono lasciate alla deriva mentre altre, se solo vedono tra i propri gestori, soci o azionisti persone che hanno avuto un passato nella politica, allora in questo caso parte immediatamente l’ipotesi di salvataggio. Penso ad esempio ad un centro commerciale gestito dalla famiglia De Biagi all’interno del quale pare che la Segreteria alla Sanità voglia spostare alcuni uffici dell’ISS, come abbiamo fatto con tanti centri commerciali per andare incontro alle necessità dei singoli, alle spalle di quello che invece succede alla cittadinanza.
E poi ci sono altre posizioni quantomeno imbarazzanti. Penso ad esempio alla posizione del Segretario Mussoni, abituato ad essere imbarazzato sin dai tempi di Lavitola, per lui non sarà una novità. Il fatto che dalle carte emerga che Mussoni è stato per anni il consulente e avvocato di fiducia di Claudio Podeschi, per tutte le transizioni che hanno avuto a che fare le sue società anonime, la Penta Immobiliare ecc. desta sospetto. Allora quello che chiediamo noi, altro elemento, le persone che non sono più in quest’aula che però continuano a dirigere le politiche e le scelte dei partiti di appartenenza come a confermare quello che la magistratura inserisce nell’ordinanza ovvero che i partiti, soprattutto di maggioranza sono diventati crocevia della politica corrotta che hanno occupato ogni istituzione dello stato attraverso legami di partito che sono stati soppiantati dall’affectio criminale. Questo ci dice la magistratura.
Allora io non dico che la situazione attuale sia peggio di quella del 2012. Dico che ci sono ancora legittimi sospetti, forse certezze, convinzioni piuttosto radicate, che in quest’aula ci sono ancora persone che hanno beneficiato di tanti voti resi vacanti da coloro che in questo momento seguono vicende giudiziarie. Penso ad esempio al caso di Mussoni che poi ha preso il posto di Claudio Podeschi (alla sanità): se andiamo a vedere la somma dei suoi voti nel 2008 con quella di Podeschi più o meno son quelli che lei, Mussoni, ha preso nel 2012. Ecco, in vista della continuazione di che progetto, Segretario Mussoni? Perché questo dalle carte emergerà.
Allora tutti gli elementi di continuità con questo passato che tutti almeno la maggior parte di quest’aula vuole lasciarsi alle spalle richiede di mettere in atto un provvedimento immediatamente conoscibile da parte della cittadinanza. Mi rivolgo soprattutto a tutti coloro che fan parte dei partiti di maggioranza, che sono in buona fede, persone che non hanno beneficiato di questo sistema e che questo sistema lo hanno criticato e combattuto, come AP e NS, pur dentro a questi partiti hanno avuto la forza di alzarsi e condannare. Credo che come aula consiliare noi si debba prendere un’azione che ci conduca di qui ai prossimi mesi, ovviamente tenuto conto delle priorità che abbiamo – bilancio dello stato, Cassa di Risparmio ecc - una soluzione che possa trainare il paese sino all’inizio dell’anno prossimo. Ma noi dobbiamo dare al paese, a livello internazionale e mediatico, una risposta. Dobbiamo dare la certezza che finalmente si tornerà alle urne e si chiederà alla cittadinanza di esprimere le proprie preferenze cercando di fare in modo che coloro sui quali ci sono legittimi sospetti, e coloro che potrebbero e potranno e molto probabilmente saranno raggiunti nei prossimi tempi da provvedimenti di natura giudiziaria, non possano ripresentarsi. E quindi si possa confidare una composizione consiliare che finalmente, forse per la prima volta nella storia degli ultimi dei 35/40 anni non debba guardarsi ogni giorno le spalle, non debba preoccuparsi ogni giorno di quello che succede perché consapevole del fatto che non tutti purtroppo ancora al suo interno sono persone di specchiata onorevolezza.
Non nascondiamo che stiamo condividendo la volontà di richiedere una mozione di sfiducia per il governo, per le motivazioni che ho detto: non per colpire un esecutivo ma con la volontà di per difendere le ns istituzione, l’autorevolezza e credibilità delle ns istituzioni da ulteriori sospetti che inevitabilmente, se noi non prendiamo decisioni di questa natura, verranno riproposti all’aula e non solo all’interno dell’aula.
Poi avranno modo i miei colleghi di integrare questo mio primo intervento con la lettura degli ordini del giorno e della mozione. "
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