Avremmo auspicato che le Loro Eccellenze, nel loro ruolo di garanti del funzionamento dei poteri pubblici e delle istituzioni dello Stato, ma anche nel ruolo simbolico di garanti della sovranità e dell’autonomia della Repubblica, accogliessero la proposta da noi avanzata per la convocazione di un Consiglio straordinario. Così non è stato.
Nel contempo le forze politiche hanno anteposto il calcolo e l’interesse di parte al senso di responsabilità.
La coalizione Adesso.sm ha commentato come “stravagante” la richiesta di convocazione straordinaria. Non capiamo davvero che cosa ci sia di stravagante nel fatto che in una democrazia parlamentare si ricorra al parlamento per affrontare una situazione di grave crisi. L’ipotesi con cui Adesso.sm ha inteso replicare, quella di un riferimento del Segretario alle finanze ai Gruppi consiliari, è da noi considerata certamente auspicabile, ma priva di quella sostanziale e piena legittimità istituzionale che il momento richiede.
La DC, nonostante a parole sembri appoggiare la richiesta, in realtà la usa come strumento di pressione nella partita contro Banca Centrale. È infatti nel segreto delle stanze del Comitato Credito e Risparmio (un organismo composto da quattro membri di governo e dai vertici di Banca centrale) che la DC vorrebbe risolvere la questione, così da tenere nascoste le sue molte responsabilità sullo stato di cose presenti e aggiustarsi meglio per il futuro.
Tutto ciò accade nonostante continuino ad emergere gravi segnali di disfunzionalità e di contrasto nell’ambito del sistema bancario e nel rapporto fra istituzioni.
È infatti da intendersi come parte del conflitto lo sciopero indetto dai dipendenti di Banca centrale, che niente ha a che vedere col contratto di lavoro.
Così come è da intendersi come parte del conflitto la lettera inviata qualche giorno fa dal presidente di Banca centrale al Segretario alle finanze, poi successivamente pubblicata.
Nella stessa si adducono argomentazioni a supporto della decisione di posticipare l’entrata in funzione della Centrale rischi. Argomentazioni - a nostro avviso - del tutto fallaci. La Centrale rischi, infatti, non comporterebbe per il nostro sistema rischio alcuno. Anzi. Permetterebbe di portare allo scoperto i grandi debitori: politici, banchieri, costruttori e disonesti uomini d’affari. Potremmo contro argomentare a lungo, ma ci basta rifarci ad una battuta del dottor Gian Gaetano Bellavia, consulente di punta di molte procure del nord Italia, nonché della trasmissione televisiva Report, nostro ospite in un incontro pubblico organizzato qualche giorno fa: “Davvero mi dite che la Centrale Rischi non è attiva? Pensavo che non esistessero paesi senza centrale rischi, nemmeno in Africa”.
Nel caso molto probabile in cui le prossime elezioni dovessero concludersi al ballottaggio, San Marino continuerà a navigare con un Consiglio sciolto e un Governo in ordinaria amministrazione fino a metà dicembre prossimo. Non vorremmo che per quella data si ritrovasse senza più un ventaglio di soluzioni possibili e con una situazione irrimediabilmente compromessa.
Alcuni vogliono resistere nelle posizioni di potere, altri vogliono impossessarsi del sistema. Noi torniamo a ribadire e a rimarcare che a decidere del futuro di San Marino devono essere i Sammarinesi. Continueremo pertanto ad adoperarci affinché nelle istituzioni e nel Paese venga sempre più a crearsi un dibattito aperto e democratico.
Perché ancora - nonostante tutto - è nella democrazia che continuiamo a credere.
Comunicato stampa
Movimento Democratico - San Marino Insieme
Movimento Civico RETE
Nel contempo le forze politiche hanno anteposto il calcolo e l’interesse di parte al senso di responsabilità.
La coalizione Adesso.sm ha commentato come “stravagante” la richiesta di convocazione straordinaria. Non capiamo davvero che cosa ci sia di stravagante nel fatto che in una democrazia parlamentare si ricorra al parlamento per affrontare una situazione di grave crisi. L’ipotesi con cui Adesso.sm ha inteso replicare, quella di un riferimento del Segretario alle finanze ai Gruppi consiliari, è da noi considerata certamente auspicabile, ma priva di quella sostanziale e piena legittimità istituzionale che il momento richiede.
La DC, nonostante a parole sembri appoggiare la richiesta, in realtà la usa come strumento di pressione nella partita contro Banca Centrale. È infatti nel segreto delle stanze del Comitato Credito e Risparmio (un organismo composto da quattro membri di governo e dai vertici di Banca centrale) che la DC vorrebbe risolvere la questione, così da tenere nascoste le sue molte responsabilità sullo stato di cose presenti e aggiustarsi meglio per il futuro.
Tutto ciò accade nonostante continuino ad emergere gravi segnali di disfunzionalità e di contrasto nell’ambito del sistema bancario e nel rapporto fra istituzioni.
È infatti da intendersi come parte del conflitto lo sciopero indetto dai dipendenti di Banca centrale, che niente ha a che vedere col contratto di lavoro.
Così come è da intendersi come parte del conflitto la lettera inviata qualche giorno fa dal presidente di Banca centrale al Segretario alle finanze, poi successivamente pubblicata.
Nella stessa si adducono argomentazioni a supporto della decisione di posticipare l’entrata in funzione della Centrale rischi. Argomentazioni - a nostro avviso - del tutto fallaci. La Centrale rischi, infatti, non comporterebbe per il nostro sistema rischio alcuno. Anzi. Permetterebbe di portare allo scoperto i grandi debitori: politici, banchieri, costruttori e disonesti uomini d’affari. Potremmo contro argomentare a lungo, ma ci basta rifarci ad una battuta del dottor Gian Gaetano Bellavia, consulente di punta di molte procure del nord Italia, nonché della trasmissione televisiva Report, nostro ospite in un incontro pubblico organizzato qualche giorno fa: “Davvero mi dite che la Centrale Rischi non è attiva? Pensavo che non esistessero paesi senza centrale rischi, nemmeno in Africa”.
Nel caso molto probabile in cui le prossime elezioni dovessero concludersi al ballottaggio, San Marino continuerà a navigare con un Consiglio sciolto e un Governo in ordinaria amministrazione fino a metà dicembre prossimo. Non vorremmo che per quella data si ritrovasse senza più un ventaglio di soluzioni possibili e con una situazione irrimediabilmente compromessa.
Alcuni vogliono resistere nelle posizioni di potere, altri vogliono impossessarsi del sistema. Noi torniamo a ribadire e a rimarcare che a decidere del futuro di San Marino devono essere i Sammarinesi. Continueremo pertanto ad adoperarci affinché nelle istituzioni e nel Paese venga sempre più a crearsi un dibattito aperto e democratico.
Perché ancora - nonostante tutto - è nella democrazia che continuiamo a credere.
Comunicato stampa
Movimento Democratico - San Marino Insieme
Movimento Civico RETE
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