Tiene banco sulla stampa la notizia di prossimo shock sui conti pubblici da parte del segretario alle finanze Celli.
Il problema strutturale di liquidità non solo è innegabile, ma non è una novità: era stato segnalato da anni anche dalla commissione finanza pubblica nelle relazioni ai bilanci, (ed anche a dicembre con questa finanziaria)che parlò di “situazione precaria e difficilmente sostenibile per lo Stato, sebbene i dati di sintesi siano corretti.”
Figuriamoci se non ne erano a conoscenza i partiti che sono stati al governo, compresi quelli che garantiscono la continuità tra lo scorso governo e l’attuale, come AP e PSD.
Questi partiti hanno contribuito a NON affrontare la questione, ad esempio, degli sprechi e dei costi dei privilegi (non erano loro quelli che proposero nel 2013 la spending review?)
Nella finanziaria del 2015, comprendendo la situazione, RETE propose interventi che avrebbero permesso, senza andare nelle tasche dei cittadini ma solo togliendo sprechi e privilegi esistenti, un respiro alle finanze pubbliche per 26 milioni di euro: nemmeno un mezzo intervento fu recepito da quei partiti che erano in quel governo e che oggi parlano di vasi di Pandora!
I famosi Vasi di Pandora hanno contribuito a riempirli loro.
Infatti sempre la commissione finanza pubblica parla di spese discrezionali e fuori controllo da parte del Congresso di Stato (cioè dei Segretari, e vorremmo ricordare che c’erano tra loro anche Morganti ora in SSD e Antonella Mularoni di AP).
Altro che atteggiamento responsabile, a noi quella di oggi pare una politica del terrore: “shock di liquidità, impossibilità di pagare gli stipendi, in pochi mesi esaurimento delle risorse”.
A cosa serve? A far si che i cittadini presi dal panico accettino passivamente ogni ricetta senza farsi troppe domande.
Più che un atteggiamento responsabile ci pare il tentativo di instillare nella gente paura, per legittimare intervento salvifico di qualcuno da fuori, per preparare il terreno all’indebitamento estero attraverso l’FMI o finanziatori privati.
Noi avevamo dato un’altra indicazione, che era quella di fare un check up sui conti pubblici e sulle aree di spesa per poi valutare le politiche interne possibili ma eque.
Perchè quando si chiede un prestito fuori, non lo si fa certo per una manciata di milioni, ma per somme considerevoli, di centinaia di milioni.
E siccome nessuno concede somme senza avere una contropartita, occorrerà dire ai cittadini qual è questa contropartita, perché probabilmente saranno i cittadini a doverla pagare.
Un finanziatore estero, pretende ed ha diritto alla restituzione con interessi dei soldi prestati, e se uno Stato non paga, è chi presta i soldi a dettare le politiche finanziarie in quel paese.
Non è quello che è successo con tutti gli Stati indebitati con l’estero o con l’FMI?
E’ questo che vogliamo?
Se guardiamo con un’ottica di più ampio respiro, è innegabile il percorso fatto anche da San Marino: prima lo Stato si è accollato il debito privato delle banche attraverso interventi come la ricapitalizzazione di Cassa oppure il credito di imposta per centinaia di milioni (per cui le banche non pagheranno più un centesimo allo stato per molti anni a venire).
Dopodiché questi i salvataggi delle banche (e i mancati interventi di eliminazione sprechi)
hanno messo in ginocchio la liquidità dello Stato.
Ci pare che questo terrorismo prepari il terreno di chi evidentemente non si fa problemi ad indebitare un intero paese con l’elevato rischio di sottomettere le politiche di uno Stato ad un finanziatore estero.
Movimento RETE
Il problema strutturale di liquidità non solo è innegabile, ma non è una novità: era stato segnalato da anni anche dalla commissione finanza pubblica nelle relazioni ai bilanci, (ed anche a dicembre con questa finanziaria)che parlò di “situazione precaria e difficilmente sostenibile per lo Stato, sebbene i dati di sintesi siano corretti.”
Figuriamoci se non ne erano a conoscenza i partiti che sono stati al governo, compresi quelli che garantiscono la continuità tra lo scorso governo e l’attuale, come AP e PSD.
Questi partiti hanno contribuito a NON affrontare la questione, ad esempio, degli sprechi e dei costi dei privilegi (non erano loro quelli che proposero nel 2013 la spending review?)
Nella finanziaria del 2015, comprendendo la situazione, RETE propose interventi che avrebbero permesso, senza andare nelle tasche dei cittadini ma solo togliendo sprechi e privilegi esistenti, un respiro alle finanze pubbliche per 26 milioni di euro: nemmeno un mezzo intervento fu recepito da quei partiti che erano in quel governo e che oggi parlano di vasi di Pandora!
I famosi Vasi di Pandora hanno contribuito a riempirli loro.
Infatti sempre la commissione finanza pubblica parla di spese discrezionali e fuori controllo da parte del Congresso di Stato (cioè dei Segretari, e vorremmo ricordare che c’erano tra loro anche Morganti ora in SSD e Antonella Mularoni di AP).
Altro che atteggiamento responsabile, a noi quella di oggi pare una politica del terrore: “shock di liquidità, impossibilità di pagare gli stipendi, in pochi mesi esaurimento delle risorse”.
A cosa serve? A far si che i cittadini presi dal panico accettino passivamente ogni ricetta senza farsi troppe domande.
Più che un atteggiamento responsabile ci pare il tentativo di instillare nella gente paura, per legittimare intervento salvifico di qualcuno da fuori, per preparare il terreno all’indebitamento estero attraverso l’FMI o finanziatori privati.
Noi avevamo dato un’altra indicazione, che era quella di fare un check up sui conti pubblici e sulle aree di spesa per poi valutare le politiche interne possibili ma eque.
Perchè quando si chiede un prestito fuori, non lo si fa certo per una manciata di milioni, ma per somme considerevoli, di centinaia di milioni.
E siccome nessuno concede somme senza avere una contropartita, occorrerà dire ai cittadini qual è questa contropartita, perché probabilmente saranno i cittadini a doverla pagare.
Un finanziatore estero, pretende ed ha diritto alla restituzione con interessi dei soldi prestati, e se uno Stato non paga, è chi presta i soldi a dettare le politiche finanziarie in quel paese.
Non è quello che è successo con tutti gli Stati indebitati con l’estero o con l’FMI?
E’ questo che vogliamo?
Se guardiamo con un’ottica di più ampio respiro, è innegabile il percorso fatto anche da San Marino: prima lo Stato si è accollato il debito privato delle banche attraverso interventi come la ricapitalizzazione di Cassa oppure il credito di imposta per centinaia di milioni (per cui le banche non pagheranno più un centesimo allo stato per molti anni a venire).
Dopodiché questi i salvataggi delle banche (e i mancati interventi di eliminazione sprechi)
hanno messo in ginocchio la liquidità dello Stato.
Ci pare che questo terrorismo prepari il terreno di chi evidentemente non si fa problemi ad indebitare un intero paese con l’elevato rischio di sottomettere le politiche di uno Stato ad un finanziatore estero.
Movimento RETE
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