Il Centro Storico di Borgo Maggiore, già Patrimonio dell’Umanità, piccola perla del nostro territorio, sta continuando a soffrire della mancanza cronica di attenzione e considerazione da parte delle istituzioni e della comunità sammarinese.
Un Borgo dal fascino antico che ha bisogno di nuova linfa per poter sopravvivere.
E’ di questi giorni la notizia che un’altra attività commerciale di Piazza Grande chiuderà i battenti a breve. “Lara per…”, la storica bottega di casalinghi e articoli da regalo per la casa, si è arresa e ha decretato lo stop dell’attività. Sempre meno servizi ai residenti, sempre meno movimento di consumatori nell’antico Borgo, sempre meno appetibilità della zona per chi vuole investire nel commercio, in questi tempi di crisi generalizzata.
L’USC, l’associazione dei commercianti di San Marino, ha espresso il proprio rammarico tramite la propria Presidente durante l’incontro organizzato dall’associazione “Noi per il Borgo” che raccoglie residenti e operatori del Centro Storico di Borgo Maggiore, a cui era stata inviata. Oltre a condividere il disappunto dei borghigiani per la perdita di una delle poche attività commerciali rimaste, all’USC viene a mancare una imprenditrice, Lara Casadei, che ha prestato in questi anni un costante impegno per il commercio e per l’associazione, per la quale ha ricoperto diversi incarichi all’interno del Consiglio Direttivo.
Questa ennesima chiusura deve essere di sprone per una riflessione approfondita. Cosa vogliamo fare dell’antico Mercatale? Quale visione avere e su quali linee lavorare per ridargli quella vivacità commerciale che lo ha caratterizzato dalla storia dei tempi nel nostro Paese?
Il Segretario di Stato Zafferani ha annunciato che fra i prossimi provvedimenti normativi è inclusa la riforma della legge sul commercio, strumento di programmazione oltre che di regolazione del comparto. Siamo pronti a discutere per trovare, insieme, la giusta linfa per questa area. Nel frattempo, però, non mancheremo di sollecitare gli organismi pubblici affinché Borgo Maggiore sia maggiormente inserita fra le località in cui organizzare eventi, anche in collaborazione con il Centro Storico di San Marino, e di sostenere quelle attività che ancora resistono, attraverso la nostra voce e il nostro quotidiano impegno per il bene del commercio sammarinese.
Di seguito il saluto di Lara Casadei
Buona sera a tutti, grazie per la vostra presenza a questo incontro.
Un ringraziamento speciale va all’associazione Noi per il Borgo per aver organizzato questa serata, per il grande lavoro che sta svolgendo nei confronti del Centro Storico di Borgo Maggiore e soprattutto per l’alacre lavoro di sensibilizzazione sui problemi più importanti e urgenti.
Un altro ringraziamento speciale va alla Presidente dell’USC Andreina Bartolini, che ha accettato l’invito ed è con noi questa sera, per aver mostrato estrema attenzione alle notizie che le ho sempre riportato sulla situazione di Borgo Maggiore, fin dall’inizio del suo mandato.
La Lara ha iniziato la sua attività nel Giugno del 1995 molto giovane ed inesperta ed è stato amore a prima vista con Borgo: come si può non rimanere affascinati dal contesto unico di Piazza Grande, il suo campanile con l’orologio, i porticati e le splendide scalinate in pietra e mattoni? Un apprezzamento cresciuto nel tempo, con l’approfondirsi della conoscenza dell’area di tutto il centro storico.
E’ stata un’esperienza magnifica, che mi ha fatto crescere come imprenditrice e come persona.
Con questo intervento voglio semplicemente raccontarvi la mia esperienza lavorativa e cercare di farvi comprendere, con alcuni esempi, come tutte le decisioni prese dalla politica hanno poi influenzato la mia azienda, e non solo. Vi prego di non interpretare come litania lamentosa l’elenco dei punti critici che vi porto, ma come testimonianza sincera di tutte le difficoltà affrontate da una piccolissima azienda come lo è stata la mia, in modo che possano nascere serie riflessioni.
Ventidue anni fa il rilascio delle licenze era contingentato quindi, di conseguenza, la mia l’ho pagata profumatamente per averla. Nel 2000 la riforma della legge sul commercio ha introdotto la liberalizzazione e la licenza ha perso improvvisamente e completamente il suo valore.
L’apertura di strutture con grandi superfici come l’Atlante e l’Azzurro oltre ad essere costata alla collettività in termini di investimento pubblico sulle infrastrutture (vedi sottopassi della superstrada), ha significato un cambio di costume negli acquisti che ha scosso l’andamento dei piccoli punti vendita. Oggi ne vediamo la triste sorte di una con strascichi di debiti verso lo stato.
Si è sempre data scarsa considerazione a quelle piccole aziende virtuose che seppur con moderato giro d’affari hanno sempre pagato puntualmente ogni imposta dovuta, fino all’ultimo centesimo. Un esempio, la monofase: quando una di queste piccole aziende, malauguratamente, ha necessità di chiedere a Banca Centrale una dilazione di pagamento, subisce per legge sanzioni e pagamento degli interessi e così dovrebbe essere per tutti, eppure ci sono milioni di euro evasi e non riscossi. Il fatto è che la piccola azienda sammarinese è radicata e tracciabile, mentre chi lascia i buchi no, è quell’azienda che apre, froda e scappa.
Le attività con licenza di commercio all’ingrosso negli anni hanno liberamente venduto a tutti indiscriminatamente e non solo ad operatori con codice operatore.
Outlet e apertura di spacci aziendali delle imprese di produzione per la vendita dei propri prodotti: chi va a controllare e prende provvedimenti se è vero che ci sono aziende che non producono da decenni eppure hanno commercializzato nel loro spaccio aziendale articoli vari chiaramente importati come può fare solo chi ha licenza di commercio al dettaglio?
La concorrenza sleale di tutte quelle società che durante il loro percorso non hanno versato l’imposta della monofase oppure i contributi previdenziali per i loro dipendenti, accumulando debiti senza essere prontamente bloccate dagli organismi pubblici, così che a fronte di spese minori hanno potuto immettere sul mercato i loro prodotti a prezzi inferiori. Attività che poi, dopo aver distrutto le normali regole di mercato, hanno naturalmente chiuso.
Spero che per il futuro le aziende virtuose, che hanno dimostrato di lavorare seriamente in tutti questi anni di crisi, siano valorizzate e tenute in ampia considerazione nelle decisioni sulle scelte necessarie e si finisca di rincorrere imprenditori truffaldini.
Per quanto riguarda più specificamente Borgo Maggiore, le mancanze degli ultimi anni sono state molteplici, ma la più grave in assoluto è quella dell’assenza di un progetto globale con un obiettivo ben preciso, che tenesse conto delle peculiarità del territorio e dello stato di fatto delle cose. Assenza che ha avuto come conseguenza scoordinati piani dei lavori e degli interventi con chiusure di luoghi e imprevisti susseguitisi nel tempo, che hanno portato gravi conseguenze per le attività commerciali.
Mi riferisco ai lavori di rifacimento dei sottoservizi e della pavimentazione eseguiti nel 2016-2017, ad esempio, a sporadici lavori di manutenzione o ad investimenti fini a se stessi che non servono a niente se non a tamponare situazioni urgenti creando disagi. Che fine ha fatto il fantomatico parcheggione, di cui si parla da anni?
Servono interventi inseriti in un ampio progetto di rivitalizzazione e riqualificazione di tutto il centro storico.
Il completo abbandono del centro storico, poi, ha portato al mal funzionamento dei normali meccanismi di una convivenza civile, come quello della pulizia.
Quando a Borgo Maggiore è stata riconosciuta dall’UNESCO l’iscrizione a Patrimonio dell’Umanità, da inguaribile ottimista quale sono ho pensato: visto che dall’estero ci riconoscono una situazione unica per la sua storia e per il suo territorio, non possiamo che risvegliarci e finalmente attuare tutte quelle politiche di cui abbiamo sempre sentito la mancanza! Purtroppo, devo ammettere a malincuore una crescente delusione e arrendermi, come altri hanno fatto prima di me.
Lara Casadei
Un Borgo dal fascino antico che ha bisogno di nuova linfa per poter sopravvivere.
E’ di questi giorni la notizia che un’altra attività commerciale di Piazza Grande chiuderà i battenti a breve. “Lara per…”, la storica bottega di casalinghi e articoli da regalo per la casa, si è arresa e ha decretato lo stop dell’attività. Sempre meno servizi ai residenti, sempre meno movimento di consumatori nell’antico Borgo, sempre meno appetibilità della zona per chi vuole investire nel commercio, in questi tempi di crisi generalizzata.
L’USC, l’associazione dei commercianti di San Marino, ha espresso il proprio rammarico tramite la propria Presidente durante l’incontro organizzato dall’associazione “Noi per il Borgo” che raccoglie residenti e operatori del Centro Storico di Borgo Maggiore, a cui era stata inviata. Oltre a condividere il disappunto dei borghigiani per la perdita di una delle poche attività commerciali rimaste, all’USC viene a mancare una imprenditrice, Lara Casadei, che ha prestato in questi anni un costante impegno per il commercio e per l’associazione, per la quale ha ricoperto diversi incarichi all’interno del Consiglio Direttivo.
Questa ennesima chiusura deve essere di sprone per una riflessione approfondita. Cosa vogliamo fare dell’antico Mercatale? Quale visione avere e su quali linee lavorare per ridargli quella vivacità commerciale che lo ha caratterizzato dalla storia dei tempi nel nostro Paese?
Il Segretario di Stato Zafferani ha annunciato che fra i prossimi provvedimenti normativi è inclusa la riforma della legge sul commercio, strumento di programmazione oltre che di regolazione del comparto. Siamo pronti a discutere per trovare, insieme, la giusta linfa per questa area. Nel frattempo, però, non mancheremo di sollecitare gli organismi pubblici affinché Borgo Maggiore sia maggiormente inserita fra le località in cui organizzare eventi, anche in collaborazione con il Centro Storico di San Marino, e di sostenere quelle attività che ancora resistono, attraverso la nostra voce e il nostro quotidiano impegno per il bene del commercio sammarinese.
Di seguito il saluto di Lara Casadei
Buona sera a tutti, grazie per la vostra presenza a questo incontro.
Un ringraziamento speciale va all’associazione Noi per il Borgo per aver organizzato questa serata, per il grande lavoro che sta svolgendo nei confronti del Centro Storico di Borgo Maggiore e soprattutto per l’alacre lavoro di sensibilizzazione sui problemi più importanti e urgenti.
Un altro ringraziamento speciale va alla Presidente dell’USC Andreina Bartolini, che ha accettato l’invito ed è con noi questa sera, per aver mostrato estrema attenzione alle notizie che le ho sempre riportato sulla situazione di Borgo Maggiore, fin dall’inizio del suo mandato.
La Lara ha iniziato la sua attività nel Giugno del 1995 molto giovane ed inesperta ed è stato amore a prima vista con Borgo: come si può non rimanere affascinati dal contesto unico di Piazza Grande, il suo campanile con l’orologio, i porticati e le splendide scalinate in pietra e mattoni? Un apprezzamento cresciuto nel tempo, con l’approfondirsi della conoscenza dell’area di tutto il centro storico.
E’ stata un’esperienza magnifica, che mi ha fatto crescere come imprenditrice e come persona.
Con questo intervento voglio semplicemente raccontarvi la mia esperienza lavorativa e cercare di farvi comprendere, con alcuni esempi, come tutte le decisioni prese dalla politica hanno poi influenzato la mia azienda, e non solo. Vi prego di non interpretare come litania lamentosa l’elenco dei punti critici che vi porto, ma come testimonianza sincera di tutte le difficoltà affrontate da una piccolissima azienda come lo è stata la mia, in modo che possano nascere serie riflessioni.
Ventidue anni fa il rilascio delle licenze era contingentato quindi, di conseguenza, la mia l’ho pagata profumatamente per averla. Nel 2000 la riforma della legge sul commercio ha introdotto la liberalizzazione e la licenza ha perso improvvisamente e completamente il suo valore.
L’apertura di strutture con grandi superfici come l’Atlante e l’Azzurro oltre ad essere costata alla collettività in termini di investimento pubblico sulle infrastrutture (vedi sottopassi della superstrada), ha significato un cambio di costume negli acquisti che ha scosso l’andamento dei piccoli punti vendita. Oggi ne vediamo la triste sorte di una con strascichi di debiti verso lo stato.
Si è sempre data scarsa considerazione a quelle piccole aziende virtuose che seppur con moderato giro d’affari hanno sempre pagato puntualmente ogni imposta dovuta, fino all’ultimo centesimo. Un esempio, la monofase: quando una di queste piccole aziende, malauguratamente, ha necessità di chiedere a Banca Centrale una dilazione di pagamento, subisce per legge sanzioni e pagamento degli interessi e così dovrebbe essere per tutti, eppure ci sono milioni di euro evasi e non riscossi. Il fatto è che la piccola azienda sammarinese è radicata e tracciabile, mentre chi lascia i buchi no, è quell’azienda che apre, froda e scappa.
Le attività con licenza di commercio all’ingrosso negli anni hanno liberamente venduto a tutti indiscriminatamente e non solo ad operatori con codice operatore.
Outlet e apertura di spacci aziendali delle imprese di produzione per la vendita dei propri prodotti: chi va a controllare e prende provvedimenti se è vero che ci sono aziende che non producono da decenni eppure hanno commercializzato nel loro spaccio aziendale articoli vari chiaramente importati come può fare solo chi ha licenza di commercio al dettaglio?
La concorrenza sleale di tutte quelle società che durante il loro percorso non hanno versato l’imposta della monofase oppure i contributi previdenziali per i loro dipendenti, accumulando debiti senza essere prontamente bloccate dagli organismi pubblici, così che a fronte di spese minori hanno potuto immettere sul mercato i loro prodotti a prezzi inferiori. Attività che poi, dopo aver distrutto le normali regole di mercato, hanno naturalmente chiuso.
Spero che per il futuro le aziende virtuose, che hanno dimostrato di lavorare seriamente in tutti questi anni di crisi, siano valorizzate e tenute in ampia considerazione nelle decisioni sulle scelte necessarie e si finisca di rincorrere imprenditori truffaldini.
Per quanto riguarda più specificamente Borgo Maggiore, le mancanze degli ultimi anni sono state molteplici, ma la più grave in assoluto è quella dell’assenza di un progetto globale con un obiettivo ben preciso, che tenesse conto delle peculiarità del territorio e dello stato di fatto delle cose. Assenza che ha avuto come conseguenza scoordinati piani dei lavori e degli interventi con chiusure di luoghi e imprevisti susseguitisi nel tempo, che hanno portato gravi conseguenze per le attività commerciali.
Mi riferisco ai lavori di rifacimento dei sottoservizi e della pavimentazione eseguiti nel 2016-2017, ad esempio, a sporadici lavori di manutenzione o ad investimenti fini a se stessi che non servono a niente se non a tamponare situazioni urgenti creando disagi. Che fine ha fatto il fantomatico parcheggione, di cui si parla da anni?
Servono interventi inseriti in un ampio progetto di rivitalizzazione e riqualificazione di tutto il centro storico.
Il completo abbandono del centro storico, poi, ha portato al mal funzionamento dei normali meccanismi di una convivenza civile, come quello della pulizia.
Quando a Borgo Maggiore è stata riconosciuta dall’UNESCO l’iscrizione a Patrimonio dell’Umanità, da inguaribile ottimista quale sono ho pensato: visto che dall’estero ci riconoscono una situazione unica per la sua storia e per il suo territorio, non possiamo che risvegliarci e finalmente attuare tutte quelle politiche di cui abbiamo sempre sentito la mancanza! Purtroppo, devo ammettere a malincuore una crescente delusione e arrendermi, come altri hanno fatto prima di me.
Lara Casadei
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