Si fa un gran parlare di mettere in campo nuove riforme, l’Unione Sammarinese Commercio e Turismo si esige che questi provvedimenti vengano valutati in maniera oculata e basati su informazioni reali e precise, al fine di perseguire l'obiettivo desiderato, che sia esso proposto dalle parti sociali o dalle esigenze del cambiamento della norma stessa.
Proprio analizzando i dati del sistema Paese, ci chiediamo come possa essere accaduto che il nostro sistema sia precipitato così in basso, questo lo vediamo ogni giorno, vivendo la nostra quotidianità sia dalla parte imprenditoriale, sia dalla parte dei cittadini consumatori.
In breve:
- il numero delle imprese commerciali è il 22% dell'intero Sistema Economico Sammarinese.
- l'IGR o Tasse sugli utili versati dalle imprese commerciali allo Stato, è superiore al 20% del totale versato da tutte le aziende.
- Il sistema di accertamento elettronico dei ricavi, rivolto maggiormente alle imprese commerciali al dettaglio, è pari al 18% circa del volume d’affari complessivo di tutte le aziende che operano in Repubblica.
Poiché il commercio genera circa 40 milioni di euro di monofase al netto delle esportazioni e altre decine di milioni di euro dei carburanti, siamo sicuri che sia opportuno continuare a perseguitare una categoria come quella commerciale? Perché considerarla come una sorta di male del Paese come se andasse "affossata"?
Se il 20% circa degli incassi è accertato telematicamente, Il restante 80% dei ricavi totalizzati dall’insieme di tutte le imprese, come viene certificato dato che non rientra nel suddetto sistema della certificazione telematica?
E' vero che la Smac la si voleva "subito e adesso" allora subito e adesso, la nostra associazione pretende spiegazioni perché la dignità, di chi contribuisce a produrre ricchezza per il Paese come la categoria del commercio, non deve essere più infangata.
Da tempo "si fa un gran parlare" di monofase non riscossa; in quale delle categorie presenti in Repubblica ci sono stati questi mancati incassi: nel 20% del settore commerciale oppure nel restante 80% che non rientra nella certificazione telematica?
Da troppo tempo assistiamo ad una "lotta" della mancata smaccata del caffè e brioches, quando è evidente che la fetta grossa da riconsiderare è anche quell'80% al di fuori del circuito delle certificazioni.
Di seguito riportiamo il "RAPPORTO DELL'OSSERVATORIO DEL COMMERCIO" per l’anno 2016.
L'Osservatorio evidenzia dove si sta dirigendo la vicina Italia in merito alla gestione dell'i.v.a.
Visti i numeri e le percentuali sopra indicate, invitiamo tutti a riflettere sull'introduzione di nuove "riforme" senza prima analizzare la ricchezza prodotta fino a questo momento e senza analizzare la realtà dei fatti.
Osservatorio Commercio:
"""""Va rivista la Smac fiscale. È necessario che ritorni uno strumento esclusivamente di marketing, che tuteli innanzitutto la privacy dei consumatori e degli operatori economici che ampli all’esterno la fascia di clientela, inserendo, oltre ai carburanti, anche un altro prodotto fortemente attrattivo, che oltre a rappresentare una fonte di introiti per lo Stato, avrebbe riflessi positivi su tutto il comparto.
Non serve più perseguire scopi fiscali con la Smac quando le nuove norme tributarie, le rigide e stringenti leggi sull’antiriciclaggio e l’uso sempre più diffuso della moneta elettronica, garantiscono la massima tracciabilità."""
"""Anche gli obblighi di trasmissione telematica dei dati andrebbero rivisti per non gravare burocraticamente sulle attività. In Italia il tentativo di introdurre simili procedure parte dalla ricerca di un accordo con gli operatori economici ai quali, in cambio, vengono riconosciuti l’esclusione di determinati adempimenti e la riduzione di due anni del periodo di accertamento."""
"""In Italia, ai fini di contrastare l’evasione, è stata ampliata la fascia dello split-payment (ossia con l’obbligo delle pubbliche amministrazioni di versare direttamente all’Erario l’Iva e non pagarla ai suoi fornitori) che ha procurato notevoli introiti in più per lo Stato italiano. Questa e un ulteriore dimostrazione dell’efficacia del sistema di riscossione come la monofase che vige in Repubblica."""
"""Durante il Convegno sulla fiscalità al Kursaal del 30 settembre 2016, la responsabile dell’Agenzia delle Entrate dott.ssa Orlandi ha rimarcato che San Marino è un enclave dell’Italia e che pertanto le merci che entrano ed escono da San Marino, anche se con destinazione extra Italia, attraversano il loro territorio e quindi è con loro che bisogna fare i conti. Ha poi affermato che San Marino è stato un hub delle truffe carosello. Sarebbe stato opportuno ribattere con la dovuta fermezza ed
autorevolezza che San Marino è sì stato al centro di truffe e scandali che sono stati perseguiti, contrastati ed eliminati anche grazie alla collaborazione delle Autorità Sammarinesi, ma in quella
sede andava ed andrebbe affermato che di fronte ad un gap Iva italiano di 40 miliardi ed europeo di 140 miliardi, non è più accettabile un comportamento che additi San Marino responsabile della
enorme evasione italiana."""
Se il 53% del totale delle aziende sammarinesi non ha dipendenti; se il commercio supporta il Sistema per il 20% con cospicui versamenti e occupa prevalentemente residenti sammarinesi, perché continuare ad accanirsi contro questa fetta di mercato piuttosto che sostenerla riconoscendole l’importanza dovuta?
Vista la dichiarazione della responsabile dell’Agenzia delle Entrate italiana Dott.ssa Orlandi “San Marino è un’enclave dell’Italia ed…è con loro, che bisogna fare i conti” , a cosa serve il processo di internazionalizzazione? E’ un progetto prettamente rivolto al Turismo o si cerca, come sempre, il modo di Bypassare l’Italia per altri scopi? Ricordiamo inoltre tutti gli accordi mancanti, scaduti o in scadenza e mai rinegoziati, che riguardano ogni settore economico.
Come sempre la storia insegna!
Premesso che vorremmo essere smentiti riguardo ai numeri presentati, avvenimenti o dichiarazione sopra citati, rimaniamo a disposizione per qualsiasi confronto e ragionamento che possa riportare la Nostra Amata Repubblica, a essere virtuosa, finalmente, in tutti i settori.
USC _ Unione Sammarinese Commercio e Turismo
Proprio analizzando i dati del sistema Paese, ci chiediamo come possa essere accaduto che il nostro sistema sia precipitato così in basso, questo lo vediamo ogni giorno, vivendo la nostra quotidianità sia dalla parte imprenditoriale, sia dalla parte dei cittadini consumatori.
In breve:
- il numero delle imprese commerciali è il 22% dell'intero Sistema Economico Sammarinese.
- l'IGR o Tasse sugli utili versati dalle imprese commerciali allo Stato, è superiore al 20% del totale versato da tutte le aziende.
- Il sistema di accertamento elettronico dei ricavi, rivolto maggiormente alle imprese commerciali al dettaglio, è pari al 18% circa del volume d’affari complessivo di tutte le aziende che operano in Repubblica.
Poiché il commercio genera circa 40 milioni di euro di monofase al netto delle esportazioni e altre decine di milioni di euro dei carburanti, siamo sicuri che sia opportuno continuare a perseguitare una categoria come quella commerciale? Perché considerarla come una sorta di male del Paese come se andasse "affossata"?
Se il 20% circa degli incassi è accertato telematicamente, Il restante 80% dei ricavi totalizzati dall’insieme di tutte le imprese, come viene certificato dato che non rientra nel suddetto sistema della certificazione telematica?
E' vero che la Smac la si voleva "subito e adesso" allora subito e adesso, la nostra associazione pretende spiegazioni perché la dignità, di chi contribuisce a produrre ricchezza per il Paese come la categoria del commercio, non deve essere più infangata.
Da tempo "si fa un gran parlare" di monofase non riscossa; in quale delle categorie presenti in Repubblica ci sono stati questi mancati incassi: nel 20% del settore commerciale oppure nel restante 80% che non rientra nella certificazione telematica?
Da troppo tempo assistiamo ad una "lotta" della mancata smaccata del caffè e brioches, quando è evidente che la fetta grossa da riconsiderare è anche quell'80% al di fuori del circuito delle certificazioni.
Di seguito riportiamo il "RAPPORTO DELL'OSSERVATORIO DEL COMMERCIO" per l’anno 2016.
L'Osservatorio evidenzia dove si sta dirigendo la vicina Italia in merito alla gestione dell'i.v.a.
Visti i numeri e le percentuali sopra indicate, invitiamo tutti a riflettere sull'introduzione di nuove "riforme" senza prima analizzare la ricchezza prodotta fino a questo momento e senza analizzare la realtà dei fatti.
Osservatorio Commercio:
"""""Va rivista la Smac fiscale. È necessario che ritorni uno strumento esclusivamente di marketing, che tuteli innanzitutto la privacy dei consumatori e degli operatori economici che ampli all’esterno la fascia di clientela, inserendo, oltre ai carburanti, anche un altro prodotto fortemente attrattivo, che oltre a rappresentare una fonte di introiti per lo Stato, avrebbe riflessi positivi su tutto il comparto.
Non serve più perseguire scopi fiscali con la Smac quando le nuove norme tributarie, le rigide e stringenti leggi sull’antiriciclaggio e l’uso sempre più diffuso della moneta elettronica, garantiscono la massima tracciabilità."""
"""Anche gli obblighi di trasmissione telematica dei dati andrebbero rivisti per non gravare burocraticamente sulle attività. In Italia il tentativo di introdurre simili procedure parte dalla ricerca di un accordo con gli operatori economici ai quali, in cambio, vengono riconosciuti l’esclusione di determinati adempimenti e la riduzione di due anni del periodo di accertamento."""
"""In Italia, ai fini di contrastare l’evasione, è stata ampliata la fascia dello split-payment (ossia con l’obbligo delle pubbliche amministrazioni di versare direttamente all’Erario l’Iva e non pagarla ai suoi fornitori) che ha procurato notevoli introiti in più per lo Stato italiano. Questa e un ulteriore dimostrazione dell’efficacia del sistema di riscossione come la monofase che vige in Repubblica."""
"""Durante il Convegno sulla fiscalità al Kursaal del 30 settembre 2016, la responsabile dell’Agenzia delle Entrate dott.ssa Orlandi ha rimarcato che San Marino è un enclave dell’Italia e che pertanto le merci che entrano ed escono da San Marino, anche se con destinazione extra Italia, attraversano il loro territorio e quindi è con loro che bisogna fare i conti. Ha poi affermato che San Marino è stato un hub delle truffe carosello. Sarebbe stato opportuno ribattere con la dovuta fermezza ed
autorevolezza che San Marino è sì stato al centro di truffe e scandali che sono stati perseguiti, contrastati ed eliminati anche grazie alla collaborazione delle Autorità Sammarinesi, ma in quella
sede andava ed andrebbe affermato che di fronte ad un gap Iva italiano di 40 miliardi ed europeo di 140 miliardi, non è più accettabile un comportamento che additi San Marino responsabile della
enorme evasione italiana."""
Se il 53% del totale delle aziende sammarinesi non ha dipendenti; se il commercio supporta il Sistema per il 20% con cospicui versamenti e occupa prevalentemente residenti sammarinesi, perché continuare ad accanirsi contro questa fetta di mercato piuttosto che sostenerla riconoscendole l’importanza dovuta?
Vista la dichiarazione della responsabile dell’Agenzia delle Entrate italiana Dott.ssa Orlandi “San Marino è un’enclave dell’Italia ed…è con loro, che bisogna fare i conti” , a cosa serve il processo di internazionalizzazione? E’ un progetto prettamente rivolto al Turismo o si cerca, come sempre, il modo di Bypassare l’Italia per altri scopi? Ricordiamo inoltre tutti gli accordi mancanti, scaduti o in scadenza e mai rinegoziati, che riguardano ogni settore economico.
Come sempre la storia insegna!
Premesso che vorremmo essere smentiti riguardo ai numeri presentati, avvenimenti o dichiarazione sopra citati, rimaniamo a disposizione per qualsiasi confronto e ragionamento che possa riportare la Nostra Amata Repubblica, a essere virtuosa, finalmente, in tutti i settori.
USC _ Unione Sammarinese Commercio e Turismo
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