In questi giorni il Consiglio Grande e Generale si appresta a discutere il progetto di
legge di iniziativa popolare sulle unioni civili. Se da un lato è ammissibile l’esigenza di dare ordine ai diritti delle persone che compongono coppie dello stesso sesso, dall’altro è necessario non creare alcuna sovrapposizione con l’istituto del matrimonio in quanto ci sono aspetti antropologici e sociali, prima ancora che legali, rispetto a cui ogni manipolazione può rivelarsi artefatta e avventurosa per la società civile. Quello delle unioni civili è un tema che esige di essere affrontato con serietà, avendo a cuore il bene comune, e non in maniera ideologica. Lo Stato deve garantire ai singoli i propri diritti, ma questo non può andare a scapito della famiglia composta da padre, madre e figli che è un bene della società intera, e in quanto tale è interesse della stessa società che sia custodita e preservata.
La legge di iniziativa popolare sulle unioni civile proposta è invece indirizzata a creare una sovrapposizione quasi completa con l’istituto della famiglia, in quanto richiama in gran parte la normativa che riguarda il diritto di famiglia. Ciò appare inammissibile per la natura evidentemente diversa delle due realtà, a ciascuna delle quali lo Stato deve riconoscere diritti adeguati alla rilevanza di ognuna per il bene comune. Chiediamo alla politica di valutare attentamente le proprie decisioni per quanto è in gioco. Invitiamo ad ascoltare di più la famiglia, quella che da sempre è a fondamento della nostra società civile, che le consente di avere un avvenire e per la quale negli anni non sono state promosse politiche familiari corrispondenti alla rilevanza che ha rivestito e riveste per il paese.
Il coordinamento delle Associazioni Ecclesiali
legge di iniziativa popolare sulle unioni civili. Se da un lato è ammissibile l’esigenza di dare ordine ai diritti delle persone che compongono coppie dello stesso sesso, dall’altro è necessario non creare alcuna sovrapposizione con l’istituto del matrimonio in quanto ci sono aspetti antropologici e sociali, prima ancora che legali, rispetto a cui ogni manipolazione può rivelarsi artefatta e avventurosa per la società civile. Quello delle unioni civili è un tema che esige di essere affrontato con serietà, avendo a cuore il bene comune, e non in maniera ideologica. Lo Stato deve garantire ai singoli i propri diritti, ma questo non può andare a scapito della famiglia composta da padre, madre e figli che è un bene della società intera, e in quanto tale è interesse della stessa società che sia custodita e preservata.
La legge di iniziativa popolare sulle unioni civile proposta è invece indirizzata a creare una sovrapposizione quasi completa con l’istituto della famiglia, in quanto richiama in gran parte la normativa che riguarda il diritto di famiglia. Ciò appare inammissibile per la natura evidentemente diversa delle due realtà, a ciascuna delle quali lo Stato deve riconoscere diritti adeguati alla rilevanza di ognuna per il bene comune. Chiediamo alla politica di valutare attentamente le proprie decisioni per quanto è in gioco. Invitiamo ad ascoltare di più la famiglia, quella che da sempre è a fondamento della nostra società civile, che le consente di avere un avvenire e per la quale negli anni non sono state promosse politiche familiari corrispondenti alla rilevanza che ha rivestito e riveste per il paese.
Il coordinamento delle Associazioni Ecclesiali
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