Nei giorni scorsi abbiamo appreso dalla stampa nazionale italiana che l'incertezza di vivere questo Paese è approdata addirittura in campo giudiziario.
Questa incertezza, l’Unione Sammarinese Commercio e Turismo, l’aveva già percepita da tempo ed ora pare si stia consolidando. Sappiamo che in uno Stato, che voglia considerarsi democratico, debba vigere una netta separazione dei poteri e che la certezza del diritto, oltre a fattori quali la stabilità politica, una pubblica amministrazione efficiente e un sistema economico solido, debbano essere condizioni necessarie affinché il sistema Paese funzioni e sia attrattivo.
Le diverse riforme, messe in campo per attrarre nuovi investimenti, hanno portato risultati a dir poco deludenti, ed ora, per fare un piccolo esempio, si pensa di attuare la “nuova IVA” di cui si parla da anni con il solito slogan: “ci viene richiesto dal Fondo Monetario quindi DOBBIAMO introdurla”. L’USC ricorda molto bene gli articoli, scritti in merito, da chi ora è in Consiglio Grande e Generale e siede negli scranni della maggioranza. Cos’è cambiato nel frattempo? Perché DOBBIAMO?
La situazione di difficoltà nel settore bancario/finanziario ha impegnato l’attività di governo e delle Istituzioni lungo tutto quest’anno e mezzo di legislatura, mentre, come già da noi evidenziato in articoli precedenti, alle aziende e ai cittadini si chiedevano ipoteche anche dei coppi del tetto del vicino di casa, invece di guardare con attenzione, nel rispetto della collettività, quali fossero e dove risiedessero le cause e le responsabilità dei problemi enormi creati da tutta questa situazione. Tutto è scivolato fra la "disattenzione" della maggior parte del Paese "liquidando" la faccenda con lo slogan di aver salvato ogni centesimo dei risparmiatori mentre il resto sta appassendo piano piano.
Lo stato sociale sta scricchiolando, la sanità un tempo contraddistinta da qualche eccellenza, assiste ora a polemiche ed a una fuga senza precedenti di professionisti.
Le imprese e i lavoratori dovranno utilizzare sportelli unici le cui funzioni ed obiettivi non sono ancora chiari, di certo non è chiaro neanche la tempistica di attuazione. Ci chiediamo, vista la volontà di eliminare ogni organo valutativo di sistema e raccolta dati(Es. osservatorio commercio, pubblicazioni delle liste di attesa e relative comunicazioni alla cittadinanza dell’ISS ), che fine faranno e quali risultati ci si illuda di ottenere emanando “pseudo riforme” che, “noi poveri cittadini”, temiamo faranno la fine delle precedenti, e cioè rimarranno degli slogan che portano al nulla.
Mancano le basi e la capacità di ragionamento, manca un vero contatto con la realtà e confronto con chi opera nei vari settori sia pubblici sia privati.
La certezza del diritto è necessaria affinché possano convivere le attività esistenti e le nuove che verranno, che possa tutelare i lavoratori nello stesso modo con gli stessi diritti e doveri. La mancanza di tutto ciò è causata dalla discrezionalità con cui vengono, in primis, concesse le licenze e le residenze.
La certezza giudiziaria non può essere intaccata ancora una volta dalle sopra citate discrezionalità, anche in questo caso l’USC ha già riscontrato qualche anomalia in merito.
Gli articoli apparsi sulla stampa Italiana mettono in dubbio un valore fondamentale: “La certezza del giudizio”.
Ci chiediamo: la certezza/incertezza di tutto quanto sopra esposto, cosa sta producendo nel Paese?
Pensiamo di attrarre nuove imprese o “nuovi investitori”(se così li vogliamo chiamare e se tali sono)?
Pensiamo che d’incanto il sistema finanziario torni ad essere “ordinato” e “florido”?
Pensiamo che la Pubblica Amministrazione possa diventare una “PA Amica”, vicina ai cittadini e Imprese, con semplici slogan?
Pensiamo che tutto rimanga impresso come in un libro dei sogni e che tutte le difficoltà e sofferenze della collettività possano mantenere in piedi una “baracca” sempre più barcollante?
L’USC persegue un sogno che vuole, diventi realtà: la certezza del diritto e un Paese dove nessun cittadino deve rimanere indietro.
Questa incertezza, l’Unione Sammarinese Commercio e Turismo, l’aveva già percepita da tempo ed ora pare si stia consolidando. Sappiamo che in uno Stato, che voglia considerarsi democratico, debba vigere una netta separazione dei poteri e che la certezza del diritto, oltre a fattori quali la stabilità politica, una pubblica amministrazione efficiente e un sistema economico solido, debbano essere condizioni necessarie affinché il sistema Paese funzioni e sia attrattivo.
Le diverse riforme, messe in campo per attrarre nuovi investimenti, hanno portato risultati a dir poco deludenti, ed ora, per fare un piccolo esempio, si pensa di attuare la “nuova IVA” di cui si parla da anni con il solito slogan: “ci viene richiesto dal Fondo Monetario quindi DOBBIAMO introdurla”. L’USC ricorda molto bene gli articoli, scritti in merito, da chi ora è in Consiglio Grande e Generale e siede negli scranni della maggioranza. Cos’è cambiato nel frattempo? Perché DOBBIAMO?
La situazione di difficoltà nel settore bancario/finanziario ha impegnato l’attività di governo e delle Istituzioni lungo tutto quest’anno e mezzo di legislatura, mentre, come già da noi evidenziato in articoli precedenti, alle aziende e ai cittadini si chiedevano ipoteche anche dei coppi del tetto del vicino di casa, invece di guardare con attenzione, nel rispetto della collettività, quali fossero e dove risiedessero le cause e le responsabilità dei problemi enormi creati da tutta questa situazione. Tutto è scivolato fra la "disattenzione" della maggior parte del Paese "liquidando" la faccenda con lo slogan di aver salvato ogni centesimo dei risparmiatori mentre il resto sta appassendo piano piano.
Lo stato sociale sta scricchiolando, la sanità un tempo contraddistinta da qualche eccellenza, assiste ora a polemiche ed a una fuga senza precedenti di professionisti.
Le imprese e i lavoratori dovranno utilizzare sportelli unici le cui funzioni ed obiettivi non sono ancora chiari, di certo non è chiaro neanche la tempistica di attuazione. Ci chiediamo, vista la volontà di eliminare ogni organo valutativo di sistema e raccolta dati(Es. osservatorio commercio, pubblicazioni delle liste di attesa e relative comunicazioni alla cittadinanza dell’ISS ), che fine faranno e quali risultati ci si illuda di ottenere emanando “pseudo riforme” che, “noi poveri cittadini”, temiamo faranno la fine delle precedenti, e cioè rimarranno degli slogan che portano al nulla.
Mancano le basi e la capacità di ragionamento, manca un vero contatto con la realtà e confronto con chi opera nei vari settori sia pubblici sia privati.
La certezza del diritto è necessaria affinché possano convivere le attività esistenti e le nuove che verranno, che possa tutelare i lavoratori nello stesso modo con gli stessi diritti e doveri. La mancanza di tutto ciò è causata dalla discrezionalità con cui vengono, in primis, concesse le licenze e le residenze.
La certezza giudiziaria non può essere intaccata ancora una volta dalle sopra citate discrezionalità, anche in questo caso l’USC ha già riscontrato qualche anomalia in merito.
Gli articoli apparsi sulla stampa Italiana mettono in dubbio un valore fondamentale: “La certezza del giudizio”.
Ci chiediamo: la certezza/incertezza di tutto quanto sopra esposto, cosa sta producendo nel Paese?
Pensiamo di attrarre nuove imprese o “nuovi investitori”(se così li vogliamo chiamare e se tali sono)?
Pensiamo che d’incanto il sistema finanziario torni ad essere “ordinato” e “florido”?
Pensiamo che la Pubblica Amministrazione possa diventare una “PA Amica”, vicina ai cittadini e Imprese, con semplici slogan?
Pensiamo che tutto rimanga impresso come in un libro dei sogni e che tutte le difficoltà e sofferenze della collettività possano mantenere in piedi una “baracca” sempre più barcollante?
L’USC persegue un sogno che vuole, diventi realtà: la certezza del diritto e un Paese dove nessun cittadino deve rimanere indietro.
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