Siamo sorpresi, stupiti e anche amareggiati dopo aver letto il comunicato stampa redatto da due membri, Adele Tonnini e Gino Giovagnoli, della Commissione per la Gestione dell’Edilizia Residenziale. Spiace perché molte volte prima di andare di getto su alcune questioni forse sarebbe meglio attendere gli sviluppi dei fatti per non fare scivoloni che non giovano a nessuno.
È bene a nostro avviso fare chiarezza su alcuni punti sollevati da Tonnini e Giovagnoli. L’intento della Segreteria di Stato al Lavoro è sempre stato quello di arrivare a un punto zero anche perché l’assegnazione delle abitazioni avveniva molto spesso in violazione di legge, attraverso prassi consolidate, e a nostro avviso non poteva più essere possibile. Abbiamo così voluto andare a portare a compimento un Decreto legge proprio per “sanare” questa situazione.
Tra l’altro, durante il dibattito sulla ratifica del Decreto, la Segreteria ha inteso proporre o accettare diversi emendamenti che andavano nella direzione di dare alla Commissione una serie di competenze, ad esempio sulla durata dell’assegnazione o sulla determinazione dei canoni, che nella prima versione del testo non erano presenti; quindi non è assolutamente vero che l’Esecutivo vuole determinare tutto autonomamente o in maniera discrezionale.
Quindi, alla luce del testo finale del Decreto Legge, viene completamente smentita l’ipotesi di ingerenza del Congresso di Stato.
Per quanto concerne i fatti della seduta invece, si ritiene opportuno precisare quanto segue: il rappresentante della Segreteria di Stato al Lavoro membro della Commissione stessa, non essendo presente nella riunione in cui è emersa la decisione “incriminata”, è venuto a conoscenza dei fatti solo tramite la lettura della delibera indirizzata alla Segreteria di Stato. Il rappresentante, constatato il contenuto della stessa, ha chiesto in maniera legittima dei chiarimenti durante la prima seduta utile. È bene ricordare che durante tale riunione sono emersi dei pareri discordanti tra i membri: infatti mentre alcuni commissari erano favorevoli all’invio della delibera alla Segreteria di Stato, altri invece avevano chiesto il rinvio della discussione in presenza di tutti i componenti. Una volta accertato queste divergenze di vedute, il Presidente della Commissione ha proposto che fosse messa a votazione il ritiro della delibera precedente e la maggioranza si è espressa positivamente per il ritiro. Quindi non è assolutamente vero che il rappresentante della Segreteria ha chiesto il ritiro della delibera o fatto ingerenza sulla Commissione stessa.
A onor del vero, a seguito della decisione della Commissione, il commissario Tonnini ha inviato una lettera indirizzata a tutti i membri e al direttore dell’Ufficio del Lavoro, richiedendo l’intervento dell’Avvocatura dello Stato sulla legittimità del ritiro della delibera “incriminata”. Il Presidente della Commissione ha deciso di convocare per la giornata di oggi (15 marzo) una sessione straordinaria della Commissione proprio per chiarire ulteriormente l’accaduto.
In ultimo, proprio per essere chiari, ci teniamo a precisare che il rappresentante della Segreteria di Stato non si è presentato con un avvocato bensì con il responsabile legale della Segreteria che, avendo seguito la stesura del Decreto Legge, era stato interpellato per fornire ai membri della Commissione eventuali chiarimenti.
Crediamo fortemente che per tematiche così delicate e complesse sia fuori luogo sollevare e alzare tensioni inutili. L’intento della Segreteria di Stato al Lavoro è che la Commissione per la Gestione dell’Edilizia Residenziale possa mantenere al suo interno un clima costruttivo e di confronto su questioni assolutamente delicate che concernono il diritto all’abitazione dei nostri concittadini.
È bene a nostro avviso fare chiarezza su alcuni punti sollevati da Tonnini e Giovagnoli. L’intento della Segreteria di Stato al Lavoro è sempre stato quello di arrivare a un punto zero anche perché l’assegnazione delle abitazioni avveniva molto spesso in violazione di legge, attraverso prassi consolidate, e a nostro avviso non poteva più essere possibile. Abbiamo così voluto andare a portare a compimento un Decreto legge proprio per “sanare” questa situazione.
Tra l’altro, durante il dibattito sulla ratifica del Decreto, la Segreteria ha inteso proporre o accettare diversi emendamenti che andavano nella direzione di dare alla Commissione una serie di competenze, ad esempio sulla durata dell’assegnazione o sulla determinazione dei canoni, che nella prima versione del testo non erano presenti; quindi non è assolutamente vero che l’Esecutivo vuole determinare tutto autonomamente o in maniera discrezionale.
Quindi, alla luce del testo finale del Decreto Legge, viene completamente smentita l’ipotesi di ingerenza del Congresso di Stato.
Per quanto concerne i fatti della seduta invece, si ritiene opportuno precisare quanto segue: il rappresentante della Segreteria di Stato al Lavoro membro della Commissione stessa, non essendo presente nella riunione in cui è emersa la decisione “incriminata”, è venuto a conoscenza dei fatti solo tramite la lettura della delibera indirizzata alla Segreteria di Stato. Il rappresentante, constatato il contenuto della stessa, ha chiesto in maniera legittima dei chiarimenti durante la prima seduta utile. È bene ricordare che durante tale riunione sono emersi dei pareri discordanti tra i membri: infatti mentre alcuni commissari erano favorevoli all’invio della delibera alla Segreteria di Stato, altri invece avevano chiesto il rinvio della discussione in presenza di tutti i componenti. Una volta accertato queste divergenze di vedute, il Presidente della Commissione ha proposto che fosse messa a votazione il ritiro della delibera precedente e la maggioranza si è espressa positivamente per il ritiro. Quindi non è assolutamente vero che il rappresentante della Segreteria ha chiesto il ritiro della delibera o fatto ingerenza sulla Commissione stessa.
A onor del vero, a seguito della decisione della Commissione, il commissario Tonnini ha inviato una lettera indirizzata a tutti i membri e al direttore dell’Ufficio del Lavoro, richiedendo l’intervento dell’Avvocatura dello Stato sulla legittimità del ritiro della delibera “incriminata”. Il Presidente della Commissione ha deciso di convocare per la giornata di oggi (15 marzo) una sessione straordinaria della Commissione proprio per chiarire ulteriormente l’accaduto.
In ultimo, proprio per essere chiari, ci teniamo a precisare che il rappresentante della Segreteria di Stato non si è presentato con un avvocato bensì con il responsabile legale della Segreteria che, avendo seguito la stesura del Decreto Legge, era stato interpellato per fornire ai membri della Commissione eventuali chiarimenti.
Crediamo fortemente che per tematiche così delicate e complesse sia fuori luogo sollevare e alzare tensioni inutili. L’intento della Segreteria di Stato al Lavoro è che la Commissione per la Gestione dell’Edilizia Residenziale possa mantenere al suo interno un clima costruttivo e di confronto su questioni assolutamente delicate che concernono il diritto all’abitazione dei nostri concittadini.
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