Gli ultimi dati disponibili sugli avvii al lavoro hanno riaperto il dibattito sulla recente Legge Sviluppo e, più in generale, sul mercato del lavoro a San Marino e questo non può che essere colto con favore da parte della nostra Associazione, la quale ha sempre affrontato questioni così delicate (in maniera empirica) partendo proprio dai numeri e dal quadro reale della situazione. E’ una questione basilare, sia per aprire un dialogo costruttivo, sia per elaborare le migliori soluzioni al fine di raggiungere gli obiettivi che ci si è posti.
Partiamo dunque dagli obiettivi, perché devono essere chiari e condivisi da tutti: è un obiettivo prioritario la piena occupazione dei sammarinesi? Al netto di una quota fisiologica di disoccupati, il nostro Paese può raggiungere tassi di occupazione sicuramente molto alti, ma occorre muovere le leve giuste e, soprattutto, fare una valutazione onesta e veritiera della situazione attuale. Occorre verificare quante persone iscritte alle liste di avviamento sono realmente disponibili ad accettare un’offerta di lavoro subito, ma anche quanto incide in questa scelta la generosità degli ammortizzatori sociali attuali. Allo stesso modo, andrebbe resa obbligatoria la formazione e l’aggiornamento delle competenze, che oggi mancano nel mercato interno. Un mercato che va reso semplice e veloce, con procedure chiare per le imprese che vogliono assumere e crescere. Perché l’altro obiettivo è lo sviluppo del Paese e questo si può raggiungere solo attraverso la crescita dell’economia reale. Tutti i Governi stanno spingendo sulle politiche industriali, agevolando le imprese nel difficile compito di intercettare i timidi segnali di ripresa, e così deve fare anche San Marino, perché anche qui l’unico settore che sta crescendo e sta generando occupazione è il manifatturiero. E non da oggi, non da questa legge, ma da diversi anni: se vogliamo parlare di numeri, si deve iniziare necessariamente da questi, dalle imprese che investono e che abbiamo l’onore di rappresentare. Le nostre imprese necessitano di competenze e qualifiche, che non trovano nel mercato interno, ma se guardiamo ai numeri – ancora una volta – non sono queste aziende quelle che hanno utilizzato la “liberalizzazione” introdotta recentemente, perché nella maggior parte dei casi hanno utilizzato la vecchia procedura, proprio perché certe competenze non sono oggi disponibili. Invece, sentiamo parlare di disincentivi e discriminazioni nei confronti dei frontalieri: con il problema di reputazione che San Marino sta vivendo, con titoli di giornali nazionali italiani che ci mettono alla gogna ogni settimana, crediamo che tali interventi ci portino sulla strada sbagliata. Una strada che non porterà nuovi investimenti e, quindi, nemmeno nuove imprese. E senza imprese non ci sarà occupazione, di questo crediamo se ne siano finalmente resi conto tutti: ora aspettiamo interventi coerenti con questo principio.
Una riflessione sulle dinamiche del mercato del lavoro è dunque più che opportuna e se i presupposti sono quelli appena esposti, la nostra Associazione è pronta a dare, come ha sempre fatto, il proprio contributo di idee e di soluzioni, volte a raggiungere gli obiettivi dichiarati: più imprese che generino occupazione, dunque, e più sviluppo per il Paese.
ANIS
Partiamo dunque dagli obiettivi, perché devono essere chiari e condivisi da tutti: è un obiettivo prioritario la piena occupazione dei sammarinesi? Al netto di una quota fisiologica di disoccupati, il nostro Paese può raggiungere tassi di occupazione sicuramente molto alti, ma occorre muovere le leve giuste e, soprattutto, fare una valutazione onesta e veritiera della situazione attuale. Occorre verificare quante persone iscritte alle liste di avviamento sono realmente disponibili ad accettare un’offerta di lavoro subito, ma anche quanto incide in questa scelta la generosità degli ammortizzatori sociali attuali. Allo stesso modo, andrebbe resa obbligatoria la formazione e l’aggiornamento delle competenze, che oggi mancano nel mercato interno. Un mercato che va reso semplice e veloce, con procedure chiare per le imprese che vogliono assumere e crescere. Perché l’altro obiettivo è lo sviluppo del Paese e questo si può raggiungere solo attraverso la crescita dell’economia reale. Tutti i Governi stanno spingendo sulle politiche industriali, agevolando le imprese nel difficile compito di intercettare i timidi segnali di ripresa, e così deve fare anche San Marino, perché anche qui l’unico settore che sta crescendo e sta generando occupazione è il manifatturiero. E non da oggi, non da questa legge, ma da diversi anni: se vogliamo parlare di numeri, si deve iniziare necessariamente da questi, dalle imprese che investono e che abbiamo l’onore di rappresentare. Le nostre imprese necessitano di competenze e qualifiche, che non trovano nel mercato interno, ma se guardiamo ai numeri – ancora una volta – non sono queste aziende quelle che hanno utilizzato la “liberalizzazione” introdotta recentemente, perché nella maggior parte dei casi hanno utilizzato la vecchia procedura, proprio perché certe competenze non sono oggi disponibili. Invece, sentiamo parlare di disincentivi e discriminazioni nei confronti dei frontalieri: con il problema di reputazione che San Marino sta vivendo, con titoli di giornali nazionali italiani che ci mettono alla gogna ogni settimana, crediamo che tali interventi ci portino sulla strada sbagliata. Una strada che non porterà nuovi investimenti e, quindi, nemmeno nuove imprese. E senza imprese non ci sarà occupazione, di questo crediamo se ne siano finalmente resi conto tutti: ora aspettiamo interventi coerenti con questo principio.
Una riflessione sulle dinamiche del mercato del lavoro è dunque più che opportuna e se i presupposti sono quelli appena esposti, la nostra Associazione è pronta a dare, come ha sempre fatto, il proprio contributo di idee e di soluzioni, volte a raggiungere gli obiettivi dichiarati: più imprese che generino occupazione, dunque, e più sviluppo per il Paese.
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