A ben guardare l'attenzione posta dai media di tutto il mondo ai temi legati alla tutela dell'ambiente e più complessivamente del Pianeta in cui viviamo, si sarebbe portati a dire che siamo sulla strada giusta e che il futuro della Terra sia salvo. Niente affatto. Ogni anno celebriamo la giornata della tutela ambientale e ci accorgiamo che i problemi legati all'inquinamento atmosferico, delle acque e dell'ambiente circostante sono in aumento.
Evidentemente, nonostante la crescente sensibilità nei confronti di una corretta politica dei rifiuti, attraverso la loro differenziazione e riuso, nei confronti di una politica della mobilità che spinge verso l'utilizzo di mezzi a basso impatto inquinante, nei confronti dell'utilizzo di energie rinnovabili, i risultati sperati non si realizzano.
Cos’è che non funziona, allora?
Principalmente una società, per lo meno quella che abita la parte del mondo maggiormente industrializzato, legata ai consumi. Il crescente inquinamento del Pianeta è diretta conseguenza di quanto accade nel mondo occidentale. La creazione di sempre nuovi “bisogni” e, quindi, la necessità di soddisfarli è causa di un crescente utilizzo di risorse naturali e, successivamente, dello smaltimento delle “cose” nell’ambiente in cui viviamo, se non peggio ancora, esportate in qualche altra parte del Pianeta, alimentando così anche il business dei rifiuti, spesso fonte di guadagno per la criminalità organizzata.
Quali sono le politiche che i governi dovrebbero attuare?
Innanzitutto essere esempio di applicazione di corretti stili di vita, attuare azioni per l’incentivazione di iniziative per la realizzazione di una economia circolare (modelli di provvista di materie prime, di produzione e di distribuzione/commercializzazione più efficienti; allungamento della vita utile dei prodotti e modalità di riutilizzo; modelli di consumo sostenibili e attività di sharing economy; riciclo di risorse dai rifiuti), ma soprattutto dirottare risorse verso politiche di informazione e formazione, per diffondere maggiore consapevolezza dei rischi del degrado ambientale e affinché si formino cittadini consapevoli dell’importanza di tutelare una risorsa irripetibile, il nostro Pianeta.
Evidentemente, nonostante la crescente sensibilità nei confronti di una corretta politica dei rifiuti, attraverso la loro differenziazione e riuso, nei confronti di una politica della mobilità che spinge verso l'utilizzo di mezzi a basso impatto inquinante, nei confronti dell'utilizzo di energie rinnovabili, i risultati sperati non si realizzano.
Cos’è che non funziona, allora?
Principalmente una società, per lo meno quella che abita la parte del mondo maggiormente industrializzato, legata ai consumi. Il crescente inquinamento del Pianeta è diretta conseguenza di quanto accade nel mondo occidentale. La creazione di sempre nuovi “bisogni” e, quindi, la necessità di soddisfarli è causa di un crescente utilizzo di risorse naturali e, successivamente, dello smaltimento delle “cose” nell’ambiente in cui viviamo, se non peggio ancora, esportate in qualche altra parte del Pianeta, alimentando così anche il business dei rifiuti, spesso fonte di guadagno per la criminalità organizzata.
Quali sono le politiche che i governi dovrebbero attuare?
Innanzitutto essere esempio di applicazione di corretti stili di vita, attuare azioni per l’incentivazione di iniziative per la realizzazione di una economia circolare (modelli di provvista di materie prime, di produzione e di distribuzione/commercializzazione più efficienti; allungamento della vita utile dei prodotti e modalità di riutilizzo; modelli di consumo sostenibili e attività di sharing economy; riciclo di risorse dai rifiuti), ma soprattutto dirottare risorse verso politiche di informazione e formazione, per diffondere maggiore consapevolezza dei rischi del degrado ambientale e affinché si formino cittadini consapevoli dell’importanza di tutelare una risorsa irripetibile, il nostro Pianeta.
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