Reddito di cittadinanza o Reddito di dipendenza?…
..sarò in controtendenza o correrò il rischio di essere fuori moda rispetto agli strali di una certa politica sia nostrana che oltre confine sammarinese ma, chiedendo anticipatamente scusa rispetto a chi ne fa una forma di attesa verso il proprio stato sociale e personale o chi ne fa un baluardo politico, legittimo per carità, ritengo che il reddito di residenza o cittadinanza sia una soluzione “detestabile”;
a mio giudizio, e sono notoriamente persona e politico molto sensibile alle questioni sociali, il provvedimento proposto non è un mezzo per aiutare le persone in difficoltà, ma il semplice fine per quella politica “becera e retrò” di generare il senso di dipendenza da parte di chi ne beneficerebbe nei confronti di quei sistemi, persone o parti politiche che lo sostengono.
Insomma, un senso assistenziale che alimenta intere generazioni poco inclini all’impegno, all’ingegno, alla volontà e capacità di una persona, soprattutto i giovani, a non esser autosufficienti e portati ad uscire dai problemi anche in maniera autonoma e determinata, allontanandoci sempre di più dai famosi concetti : “necessità virtù”..“necessità aguzza l’ingegno”.
Siamo nell’era della new economy come indicano tutti gli economisti, industria 4.0, politiche economiche che regolano tutto il contrario di ciò che è la filosofia del reddito di “dipendenza” mascherato per necessità di residenza e cittadinanza.
Davvero crede chi la propone che aiuterà le persone in difficoltà? se a chi ci si rivolge si crede di poterle aiutare con qualche centinaia di euro di sopravvivenza, io credo che siamo davvero fuori strada e fuori misura.
In un mondo in cui un telefonino è arrivato a costare un qualcosa come 1.300 euro (cosa inascoltabile); proprio quel mondo che va sempre avanti e offre sempre di più in termini di desideri da parte delle persone anche più indigenti, non dobbiamo esser noi (parti politiche) ad alimentare i divari attraverso leggi deputate alle “differenze” ma, abbiamo il compito di fare altro per favorire le persone a stare meglio e sentirsi appagate e cioè, dobbiamo fare in modo che sia la ripresa del ritorno al lavoro a far incontrare i bisogni delle persone e realizzare i propri desideri ma, per fare ciò, si ha bisogno di leggi a favore del mondo del lavoro, delle imprese, e non leggi che vessano sempre di più chi è portato a favorire la crescita e gli investimenti e dunque di conseguenza il lavoro.
Se poi parametriamo il concetto del reddito di residenza o cittadinanza in un Paese come il nostro, da sempre estremamente assistenzialista, che ci ha coccolati e protetti (dalla culla alla morte), un Paese che è già dotato di tutti quegli strumenti di assistenza molto moderni ed alla avanguardia e che tra l’altro hanno sempre risposto nei confronti dei più bisognosi, la legge del Segretario Zafferani, che tanto si sta sbattendo per promuoverla come cosa buona, risulta un perfetto copia-incolla pentastellato italiano e risuona alle mie orecchie come un qualcosa di “detestabile”.
Favoriamo invece la crescita e lo spirito di voler crescere anche con le proprie forze, soprattutto alle giovani generazioni e non abituiamoli ad attendere a casa un mini reddito che li spinge solamente ad accontentarsi.
Teodoro Lonfernini – Consigliere DC
..sarò in controtendenza o correrò il rischio di essere fuori moda rispetto agli strali di una certa politica sia nostrana che oltre confine sammarinese ma, chiedendo anticipatamente scusa rispetto a chi ne fa una forma di attesa verso il proprio stato sociale e personale o chi ne fa un baluardo politico, legittimo per carità, ritengo che il reddito di residenza o cittadinanza sia una soluzione “detestabile”;
a mio giudizio, e sono notoriamente persona e politico molto sensibile alle questioni sociali, il provvedimento proposto non è un mezzo per aiutare le persone in difficoltà, ma il semplice fine per quella politica “becera e retrò” di generare il senso di dipendenza da parte di chi ne beneficerebbe nei confronti di quei sistemi, persone o parti politiche che lo sostengono.
Insomma, un senso assistenziale che alimenta intere generazioni poco inclini all’impegno, all’ingegno, alla volontà e capacità di una persona, soprattutto i giovani, a non esser autosufficienti e portati ad uscire dai problemi anche in maniera autonoma e determinata, allontanandoci sempre di più dai famosi concetti : “necessità virtù”..“necessità aguzza l’ingegno”.
Siamo nell’era della new economy come indicano tutti gli economisti, industria 4.0, politiche economiche che regolano tutto il contrario di ciò che è la filosofia del reddito di “dipendenza” mascherato per necessità di residenza e cittadinanza.
Davvero crede chi la propone che aiuterà le persone in difficoltà? se a chi ci si rivolge si crede di poterle aiutare con qualche centinaia di euro di sopravvivenza, io credo che siamo davvero fuori strada e fuori misura.
In un mondo in cui un telefonino è arrivato a costare un qualcosa come 1.300 euro (cosa inascoltabile); proprio quel mondo che va sempre avanti e offre sempre di più in termini di desideri da parte delle persone anche più indigenti, non dobbiamo esser noi (parti politiche) ad alimentare i divari attraverso leggi deputate alle “differenze” ma, abbiamo il compito di fare altro per favorire le persone a stare meglio e sentirsi appagate e cioè, dobbiamo fare in modo che sia la ripresa del ritorno al lavoro a far incontrare i bisogni delle persone e realizzare i propri desideri ma, per fare ciò, si ha bisogno di leggi a favore del mondo del lavoro, delle imprese, e non leggi che vessano sempre di più chi è portato a favorire la crescita e gli investimenti e dunque di conseguenza il lavoro.
Se poi parametriamo il concetto del reddito di residenza o cittadinanza in un Paese come il nostro, da sempre estremamente assistenzialista, che ci ha coccolati e protetti (dalla culla alla morte), un Paese che è già dotato di tutti quegli strumenti di assistenza molto moderni ed alla avanguardia e che tra l’altro hanno sempre risposto nei confronti dei più bisognosi, la legge del Segretario Zafferani, che tanto si sta sbattendo per promuoverla come cosa buona, risulta un perfetto copia-incolla pentastellato italiano e risuona alle mie orecchie come un qualcosa di “detestabile”.
Favoriamo invece la crescita e lo spirito di voler crescere anche con le proprie forze, soprattutto alle giovani generazioni e non abituiamoli ad attendere a casa un mini reddito che li spinge solamente ad accontentarsi.
Teodoro Lonfernini – Consigliere DC
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