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Abbattimento viale alberato di via Paolo Terzo: Porta del Paese dice NO!

28 feb 2019
Era il 4 ottobre del 2017 quando l’Associazione Porta del Paese presentava una Istanza d’Arengo per fermare l’abbattimento di 14 Pini marittimi in via Paolo Terzo. Il 4 marzo 2019 insieme ai 14 pini verranno abbattuti anche 2 tigli e la prima parte di via Paolo Terzo, quello che da Viale Donna Felicissima porta verso gli ex ambulatori di Città, resterà senza alberi.

UNA GRANDE SCONFITTA per una zona come Città dove il verde che c’è è patrimonio essendo poi difficilissimo ripiantare per l’esiguità degli spazi, per la scarsa profondità del terreno in alcune zone e perché chi si occupa di verde pubblico ama il verde discreto: prati, aiuole e agrifogli a palla. Questione di gusti ma anche di proporzioni perché San Marino è una Città fortificata con mura mastodontiche e agrifogli e peri ornamentali da cittadella termale in stile Liberty stonano e scompaiono.

Pare che a San Marino, che allo stato naturale è macchia e foresta, solo i tigli possano sopravvivere e non costituire pericolo di aggressioni degli apparati radicali; bellissimi per carità ma se parliamo di autoctonia i tigli stanno alla macchia mediterranea tanto quanto i pini marittimi! E se parliamo di biodiversità, poi...

Le motivazioni, pretestuose e recitate mnemonicamente, fanno piuttosto innervosire:

• SICUREZZA (minacciata dalla caduta dei pini e dalla inagibilità del marciapiedi)

Strada Paolo Terzo è una via di fuga, passaggio assolutamente secondario sia per traffico automobilistico che pedonale. Abbiamo un intero centro storico pedonale a 100 metri da quella via.

Se parliamo di sicurezza dovremmo affrontare argomenti ben più urgenti come quello della SUPERSTRADA con gli attraversamenti a raso e la percentuale altissima di incidenti e decessi.

Se parliamo di accesso per DISABILI dovremmo affrontare il fatto che da Borgo a Città, da Murata a Città, dal Kursaal a Città non ci sono marciapiedi e soprattutto non ci sono COLLEGAMENTI MECCANICI (dagli ascensori alle navette) che davvero abbattano le barriere architettoniche naturali di un paese che misura 750mt di dislivello (e le salite del centro solo scalate anche per le gambe più atletiche).

Oltretutto la sicurezza del marciapiede nuovo si infrange miseramente sulla curva della porta che dà su Piazza Sant’Agata che essendo proprietà privata non può essere trattata come il resto dell’area (quindi IL MARCIAPIEDE SI INTERROMPE) e il pedone si trova nuovamente in mezzo alla carreggiata 150 METRI DOPO.

I PINI di potevano mettere in sicurezza quando c’era ancora tempo per salvarli, prima che si recidessero loro le radici; e il fatto che non vengano sostituiti da altre specie vegetali lascia intendere che quello della sicurezza sia uno dei PRETESTI per abbattere e fare un parcheggio e marciapiede da ipermercato nelle mura del Centro.

• PARCHEGGI

Legittima la richiesta di parcheggi anche per i residenti che non hanno spesso modo di raggiungere le proprie abitazioni per la mancanza di posteggi liberi. Ma io come cittadina e residente non tollero che questo sia preso a pretesto per desertificare l’ennesima area verde del Centro.ImageImageImage

• DIMENSIONI STANDARD degli stalli e dei marciapiedi

Ribadendo un concetto già noto, il nostro è un Centro Storico a pianta medievale ed è snaturante, impossibile e assurdo tentare di applicare misure metropolitane. In via Paolo Terzo ci sarebbero stati sia i posteggi sia gli alberi sia il marciapiedi

• AUTOCTONIA DELLE PIANTE

Che qui si traduce in “togliamo tutto così non sbagliamo”.

• PANORAMA E MURA

San Marino è tutto un belvedere è una cinta muraria non credo che siano 16 alberi a nascondere al mondo la nostra bellezza!

Gli ALBERI in un luogo diventano parte del luogo e diventano MONUMENTO anch’essi. Sono gioia per gli occhi, sono ossigeno, sono refrigerio nelle estati sempre più torride (e la
Pietra del Titano, chi ci vive in mezzo lo sa: d’estate si arroventa!). Prima di desertificare un altro pezzo di Città dovremmo pensarci tutti...

A SAN MARINO RESTA SOLO LA BELLEZZA, anche dal punto di vista economico è l’unica fonte di entrata rimasta. Stiamo rovinando anche quella

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Comunicato stampa
Associazione Porta del Paese

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