Venerdì 29 novembre 2019 è stata data notizia sull’andamento dell’occupazione facendo riferimento in modo prosaico ad una ipotetica infornata di 134 dipendenti pubblici, nonostante la più volte annunciata spending review. Certo l’articolo è d’effetto, tanto è vero che ha alimentato reazioni anche comprensibili. L’obiettivo è raggiunto! Ma non dovremmo aspettarci qualcosa di più da chi ricopre un ruolo estremamente importante nell’era della comunicazione? Da un’analisi così superficiale è inevitabile che una forza politica, Noi per la Repubblica, smaccatamente in modo demagogico e assolutamente privo di ogni analisi critica, prenda spunto per un rozzo attacco a questa Segreteria di Stato. Intanto una prima precisazione, i 134 dipendenti di cui si parla nell’articolo sono relativi al settore scuola che, come ad ogni inizio di anno scolastico, determinano un incremento degli addetti (Insegnanti e personale non docente), e che non sono in servizio e a carico dell’Amministrazione durante l’estate in quanto assunti temporaneamente in base alle necessità determinate dai piani cattedra. Basta andare a vedere i dati degli anni precedenti per rendersi conto di quanto affermiamo. Ma è buona informazione quella che riporta i dati presi da una tabella pubblicata senza neanche provare a capire il perché di andamenti che si ripetono ormai da diversi anni, senza chiedersi le ragioni di queste differenze? Se il giornalista avesse chiamato la Segreteria di Stato per gli Affari Interni o la Direzione per la Funzione Pubblica avrebbe ottenuto risposte utili alla comprensione dei dati. Chiunque voglia approfondire può constatare quale sia il reale andamento della forza lavoro nel settore pubblico allargato e che le medie annuali, per il settore pubblico allargato, registrate dal 2016 al 2019 (per i primi dieci mesi), sono passate dai 3.692 dipendenti del 2016 ai 3.692 del 2019, sì certo, lo stesso numero! Così come se si analizzano i dati disaggregati, si può constatare che nella Pubblica Amministrazione la media annua dei dipendenti è passata dai 2.206 del 2016 ai 2.110 del 2019 (per i primi 10 mesi) con una diminuzione di 96 lavoratori. Soffermandosi ancora sui dati si rileva che nel settore sanitario c’è stato un aumento della media dei dipendenti che nel 2016 era di 986, mentre nel 2019 (per i primi dieci mesi) è di 1.051, tenendo conto che nel 2018 la Casa di Riposo La Fiorina è passata dalla gestione privata a quella pubblica con il conseguente aumento di circa 30 dipendenti. L’incremento del numero degli addetti in campo sanitario, avendo come punto fermo l’efficienza dei servizi, credo debba essere letto come un fatto positivo. Questa è una scelta consapevole di questo Governo che non si è limitato a un dimagrimento delle risorse professionali, ma ha cercato di individuare i settori strategici e la tipologia del personale necessaria ad una Pubblica Amministrazione riorganizzata qualitativamente. Dispiace dover intervenire in maniera puntigliosa, ma si tratta di affermare un diritto alla completezza dell’informazione da parte di chi in questi tre anni ha avuto la responsabilità politica e istituzionale del settore pubblico allargato e che ha sempre tenuto monitorato l’andamento dell’occupazione nell’Amministrazione Pubblica.
Il Segretario di Stato Guerrino Zanotti