Andrea Zafferani: replica al PDCS sul lavoro
Leggo con un certo stupore il comunicato della Dc, a seguito di una serata pubblica, che riporta “un altro aspetto fondamentale che è stato trattato su richiesta del pubblico è quello relativo al problema tanto grave quanto surreale, dove l’amministratore di una impresa deve forzatamente versare i contributi anche come dipendente. Questa stortura, che ha ricordato la sala è fortemente sostenuto dall’ultimo segretario all’industria, è un fattore che mette in crisi la piccola impresa oltre ad essere una legge assurda che dovrà assolutamente essere abrogata, in quanto non è logicamente possibile.” Non so se sia la vicinanza con Rete ad annebbiare le valutazioni o se il problema sia un altro, ma qua siamo proprio di fronte al rovesciamento della realtà. Il problema che oggi esiste, semmai, è esattamente quello contrario: amministratori che sono inquadrati come dipendenti nelle loro aziende che devono versare anche nella gestione separata Iss, in quanto amministratori. Quindi un doppio versamento, che invece non è previsto, contrariamente a quanto dice la Dc, per gli amministratori che non sono dipendenti della loro azienda. Un problema da risolvere tanto che nel programma di Repubblica Futura sono previsti due precisi rimedi: evitare questo doppio versamento per gli amministratori che lavorano continuativamente presso l’impresa che amministrano (attraverso il “contratto speciale” per gli amministratori che abbiamo previsto, perché il contratto di lavoro subordinato mal si presta a questa tipologia di attività) prevedendo il versamento solo al fondo lavoratori dipendenti; obbligare al versamento dei contributi nella gestione separata solo per gli amministratori che non lavorano continuativamente presso l’impresa stessa. Non finisce qui, perché sempre la DC presenta una sua prossima serata pubblica col titolo “oggi 7 lavoratori su 10 sono frontalieri: parliamone": forse gli è sfuggito che nel settore privato oggi sono occupati circa 10.000 lavoratori residenti in territorio e 6.300 frontalieri. I casi sono due, o non conoscono i dati oppure prendono semplicemente in giro le persone. Il dato “7 lavoratori su 10 sono frontalieri" è quindi semplicemente una fake news, perché nel settore privato il 61,3% degli occupati sono residenti. Ovviamente la percentuale cresce se si considera la PA. Mi auguro che si possa evitare di fare campagna elettorale basata sulle fake news, dicendo addirittura che il Segretario all’Industria sosterrebbe cose che non esistono. A meno che, appunto, non si voglia di proposito prendere in giro le persone, cosa che sarebbe sgradevole. Tutte le critiche e le proposte sono legittime, ma che siano basate sui fatti e non sulla distorsione della realtà.
Comunicato stampa
Andrea Zafferani