RETE: Chi difende chi
Rete attacca Grandoni e viene attaccata da RF e da “L’informazione”, sarà un caso? Noi crediamo di no! L’attività di denuncia di RETE si è concentrata, nel corso della legislatura appena conclusa, su un preciso gruppo di individui esterni ed interni alla Repubblica. Più RETE si è addentrata nell’oscuro ammasso di interessi privati San Marino-lussemburghesi, più si è trovata a fronteggiare l’ira funesta di un preciso gruppo politico. Un partito che nel nome richiama il Futuro forse per nascondere il suo passato.
Un gruppo politico di esperienza, nato dalla fusione di AP e di quel che il conto Mazzini ha lasciato dell’UPR. Un partito che quando parla di Restaurazione va ascoltato, perché ne parla da esperto.
L’attività di RF nel delegittimare chi colpiva quello sconfortante disegno criminale è stata incessante. Non si è fermata neanche di fronte ad un attacco al cuore della Repubblica: il Consiglio Grande e Generale. Non ha esitato, fra un Consigliere della Repubblica ed un affarista portatore di indicibili interessi privati, a prendere le parti del secondo.
Del resto, cosa si pretende? Il Lussemburgo esercita un certo fascino su RF: era sempre in Lussemburgo, infatti, che avrebbe dovuto venire pagato il “sovrapprezzo” richiesto a Cassa di Risparmio da Gabriele Gatti in presenza dell’allora Segretario di Stato (nonché avvocato, sigh!) Antonella Mularoni.
Lo stesso Gatti che, con identico tempismo di Marino Grandoni in occasione delle elezioni del 2016, si fa registrare mentre conferma il teorema di RF secondo cui tutti i politici sono uguali.
Ma si sa: gli amici di vecchia data quando serve non si tirano mai indietro, e forse è un caso che negli ultimi 3 anni tribunale e politica si siano dimenticati di portare a termine almeno il primo grado del processo a Gatti, mentre solo noi richiedevamo, con atti istituzionali, di velocizzarne l’iter assieme a quello del Conto Mazzini, anch’esso indebitamente bloccato da chi nonostante non emetta più sentenze delle dita di una mano nel corso di un anno, si dice oberato.
La verità è che RETE ha sempre attaccato e combattuto chi ha messo in ginocchio il paese come ad esempio Marino Grandoni. E tutti sanno che “chi tocca il CIS fa una brutta fine”, come è toccato a molti degli ispettori che sollevavano irregolarità e facevano denunce circa ciò che accadeva in quella banca.
Non a caso quando nell’estate scorsa abbiamo attaccato e fermato momentaneamente Marino Grandoni, adottando la legge per le risoluzioni bancarie e la commissione di inchiesta su banca CIS, sono iniziati gli attacchi di RF e dell’Informazione, la quale, giova ricordarlo, ha sede proprio nel palazzo di Grandoni stesso.
Eccola la macchina del fango giornalistica: quella che pubblica libri scritti da altri, quella che mistifica interrogatori secretati cambiando il senso delle affermazioni.
E a ben vedere il vero obiettivo di RF è tutelare ancora gli amici, tutelare ancora Grandoni, così servizievole con loro nel 2016, proprio quando serviva. RETE con questa immondizia non vuole avere a che fare.
RETE ha le mani libere. RETE non ha alcun padrone. Forse per questo è attaccata anche da certi manovali della tastiera.
Perché in fondo chi vive libero fa paura a chi offre riparo a colui che non ha onorato il proprio debito da 13 milioni di euro con la Cassa di Risparmio dello Stato, di noi cittadini.
Rimane il grido di aiuto della Repubblica: chi la vuol difendere? RETE c’è!
Comunicato stampa
Movimento RETE