Abbattere i Pregiudizi: La Visione Riformista di Anna Maria Francioni (Alleanza Riformista)
Sono favorevole a una completa, controllata, legalizzazione delle droghe leggere. Ho affrontato più volte questo tema durante la mia campagna elettorale e continuo a farlo, nonostante la consapevolezza che sia un argomento già dibattuto da molto tempo e anche estremamente delicato. Alla base delle mie osservazioni a favore, c’è un'attenta analisi del substrato culturale del nostro stato, come di molti altri. Per quanto possa sembrare naturale avere una certa opinione, in realtà essa non è mai del tutto soggettiva, ma è condizionata dalla visione del mondo della propria società e cultura. Tanto più essa sarà radicata, tanto più difficile sarà prenderne le distanze. A San Marino, con la legge di bilancio di dicembre 2023, è stata approvata anche un emendamento che alleggerisce la situazione vigente fino ad allora nella nostra Repubblica: invece di rischiare la prigionia da 6 mesi a 2 anni, oggi chi è trovato in possesso di tre grammi o meno di cannabinoidi potrà pagare una multa irrogata dal tribunale. La prima domanda che dobbiamo assolutamente farci è quali siano le modalità di approvvigionamento. Ed è qui che la cultura radicata e molti pregiudizi subentrano in modo tanto silente e prepotente da non farci riflettere su questo aspetto, al quale se ne aggiungono altri, come per esempio il non avere un controllo sulle sostanze utilizzate per tagliare le droghe spacciate tramite il mercato nero e, ancora più rilevante, non poter controllare il quantitativo di utilizzo. Una multa non significa che ogni volta che una persona ne fa uso venga fermata dalle forze dell’ordine. Inoltre, a questi aspetti possiamo aggiungere un'altra riflessione: il quantitativo di alcol consumato da moltissimi cittadini di ogni fascia di età non è irrilevante e nemmeno privo di effetti collaterali, a livello di degrado fisico e delle facoltà mentali; eppure, è di libero utilizzo, e non di rado, la mancanza di controlli serrati ne rende accessibile il consumo anche ai minorenni. Non mi esprimo, in aggiunta, in merito all’utilizzo di tabacco, dichiaratamente mortale. Questa breve osservazione è per puntualizzare che un'apertura di visione può aiutare a organizzare meglio la società e anche in modo più sicuro. La legalizzazione delle droghe leggere, come la cannabis, potrebbe avere, inoltre, un impatto significativo sull'economia di San Marino, generando introiti sostanziali attraverso diversi canali, perché permette di imporre tasse sulla produzione, distribuzione e vendita, generando entrate consistenti per il bilancio pubblico. Gli introiti derivati dalla tassazione, dalla creazione di posti di lavoro, dalla riduzione dei costi del sistema giudiziario e dalla regolamentazione potrebbero offrire significativi benefici economici. Operare il cambiamento accompagnandolo con politiche di educazione e prevenzione, può concorrere significativamente a generare un miglioramento complessivo del benessere della società. Edward Tylor, antropologo culturale, afferma in Primitive Culture che: "La cultura è l’insieme complesso che comprende il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e ogni altra capacità e abitudine acquisita dall'uomo in quanto membro di una società". Se ci soffermiamo su due parole chiave, acquisita e società, quello che risulta è che in realtà la costruzione dell'identità culturale è frutto di un apprendimento che inizia quando l'individuo entra in contatto con il primo esempio di gruppo sociale: la famiglia. Man mano che le interazioni sociali aumentano e attraverso l'instaurazione di nuovi rapporti sociali, la trasmissione di conoscenze e abitudini cresce, contribuendo alla formazione dell'identità culturale. Tutti i pregiudizi, purtroppo ancora presenti, hanno radici molto salde e le forze politiche devono impegnarsi per incentivare un'apertura che possa portare a essere più razionali e rispettosi delle dimensioni diverse con cui il mondo globalizzato ci mette in contatto. Questo non vuol dire dimenticare la nostra storia. Al contrario, vuol dire tenerla molto a cuore per capire dove bisogna intervenire al fine di plasmare un'identità culturale che sia più autonoma e meno soggetta al passato. Quando ho affrontato il tema delle coppie omogenitoriali, l’aggancio è stato sempre lo stesso, ma lo è anche quando parliamo degli anziani e li settorializziamo in una fascia considerata fragile: la cosiddetta terza età, identificata come uno stadio di declino fisico e cognitivo, assoggettata a stereotipi che facilmente virano in atteggiamenti discriminatori, come lo stigma della fragilità o vulnerabilità. Anche in questo caso agisce la cultura, una cultura che si è persa in buona parte: quella del rispetto, della stima della persona anziana che ha da insegnarci e della cui saggezza ci appassioniamo. Iniziare a considerare l’invecchiamento una fase di trasformazione e mutamento, e non di decadimento e invalidità, è fondamentale per far nascere sistemi efficaci e rispettosi degli individui. Come già più volte sottolineato, vi sono alcuni esempi virtuosi, come quelli messi in atto in alcune città dell’Emilia-Romagna, "Le città amiche della demenza", che stanno emergendo come un faro di speranza nella dimensione comunitaria e sociale. Questi progetti mirano a trasformare i nostri spazi urbani in luoghi accoglienti e inclusivi anche per coloro che convivono con la demenza. La San Marino che vorrei è questa: inclusiva, capace di alleggerirsi da stereotipi preconfezionati, ma che non dimentichi di preservare la sua identità. La San Marino che vorrei è una San Marino nuova, che viaggia nel futuro per far sentire i giovani e la popolazione a casa e fiduciosi nei confronti di uno stato che muove passi anche dal basso, nella vita quotidiana, che poi è alla base di tutto. È lì che si stabilisce la fiducia e la voglia di credere in uno stato. Una San Marino che non dimentica mai nemmeno il passato, senza guardarsi indietro solo per ricordare gli errori o le difficoltà, ma per ricordare anche ciò che siamo stati quando i passi dell’uomo verso la crescita erano ovunque e si credeva ardentemente in questa piccola Repubblica. Con la sua superstrada, struttura di cemento che tutti abbiamo percorso un'infinità di volte, al rientro da un viaggio, da una serata in riviera o dopo una giornata di lavoro, con le tre torri vigili e illuminate che dall’alto attendono i loro abitanti; con i maestosi edifici, non solo quelli commerciali, ma anche quelli che portavano file di macchine provenienti da ovunque e che, nel weekend, arrivavano a essere un polo di svago, quasi come una piazza di città dove si potevano osservare innovazioni tecnologiche e novità. Alla grande discoteca, ai centri commerciali e ai tanti palazzi di cemento, spesso anche criticati, ma simbolo di un paese in movimento, in crescita e in slancio.
c.s. Anna Maria Francioni
Candidata Alleanza Riformista - N.20
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